Canti Orfici/Immagini del viaggio e della montagna/...Poi che nella sorda lotta notturna
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........ poi che nella sorda lotta notturna
La più potente anima seconda ebbe frante le nostre catene
Noi ci svegliammo piangendo ed era l’azzurro mattino:
Come ombre d’eroi veleggiavano:
5De l’alba non ombre nei puri silenzi
De l’alba
Nei puri pensieri
Non ombre
De l’alba non ombre:
10Piangendo: giurando noi fede all’azzurro
. . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . .
Pare la donna che siede pallida giovine ancora
Sopra dell’erta ultima presso la casa antica:
15Avanti a lei incerte si snodano le valli
Verso le solitudini alte de gli orizzonti:
La gentile canuta il cuculo sente a cantare.
E il semplice cuore provato negli anni
A le melodie della terra
20Ascolta quieto: le note
Giungon, continue ambigue come in un velo di seta.
Da selve oscure il torrente
Sorte ed in torpidi gorghi la chiostra di rocce
Lambe ed involge aereo cilestrino...
25E il cuculo cola più lento due note velate
Nel silenzio azzurrino
. . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . .
L’aria ride: la tromba a valle i monti
30Squilla: la massa degli scorridori
Si scioglie: ha vivi lanci: i nostri cuori
Balzano: e grida ed oltrevarca i ponti.
E dalle altezze agli infiniti albori
Vigili, calan trepidi pei monti,
35Tremuli e vaghi nelle vive fonti,
Gli echi dei nostri due sommessi cuori.....
Hanno varcato in lunga teoria:
Nell’aria non so qual bacchico canto.
Salgono: e dietro a loro il monte introna:
40. . . . . . . . . . . .
E si distingue il loro verde canto.
. . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . .
Andar, de l’acque ai gorghi, per la china
45Valle, nel sordo mormorar sfiorato:
Seguire un’ala stanca per la china
Valle che batte e volge: desolato
Andar per valli, in fin che in azzurrina
Serenità, dall’aspre rocce dato
50Un Borgo in grigio e vario torreggiare
All’alterno pensier pare e dispare,
Sovra l’arido sogno, serenato!
O se come il torrente che rovina
E si riposa nell’azzurro eguale,
55Se tale a le tue mura la proclina
Anima al nulla nel suo andar fatale,
Se alle tue mura in pace cristallina
Tender potessi, in una pace uguale,
E il ricordo specchiar di una divina
60Serenità perduta o tu immortale
Anima! o Tu!
. . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . .
La messe, intesa al misterioso coro
65Del vento, in vie di lunghe onde tranquille
Muta e gloriosa per le mie pupille
Discioglie il grembo delle luci d’oro.
O Speranza! O Speranza! a mille a mille
Splendono nell’estate i frutti! un coro
70Ch’è incantato, è al suo murmure, canoro
Che vive per miriadi di faville!...
Ecco la notte: ed ecco vigilarmi
E luci e luci: ed io lontano e solo:
Quieta è la messe, verso l’infinito
(Quieto è lo spirto) vanno muti carmi
A la notte: a la notte: intendo: Solo
Ombra che torna, ch’era dipartito.....