A le melodie della terra 20Ascolta quieto: le note
Giungon, continue ambigue come in un velo di seta.
Da selve oscure il torrente
Sorte ed in torpidi gorghi la chiostra di rocce
Lambe ed involge aereo cilestrino... 25E il cuculo cola più lento due note velate
Nel silenzio azzurrino
. . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . .
L’aria ride: la tromba a valle i monti 30Squilla: la massa degli scorridori
Si scioglie: ha vivi lanci: i nostri cuori
Balzano: e grida ed oltrevarca i ponti.
E dalle altezze agli infiniti albori
Vigili, calan trepidi pei monti, 35Tremuli e vaghi nelle vive fonti,
Gli echi dei nostri due sommessi cuori.....
Hanno varcato in lunga teoria:
Nell’aria non so qual bacchico canto.
Salgono: e dietro a loro il monte introna: 40. . . . . . . . . . . .
E si distingue il loro verde canto.
. . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . .
Andar, de l’acque ai gorghi, per la china 45Valle, nel sordo mormorar sfiorato: