poesie

Il Cantico de’ Cantici di Salomone
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Il Cantico de’ Cantici di Salomone
VII Capitolo
Il Cantico de' Cantici di Salomone - VI Il Cantico de' Cantici di Salomone - VIII


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VII


sposo


     Che vedreste voi dunque in Sullamita
     Se non danza guerriera in due partita?

Com’è vago il tuo passo e maestoso,
     Giovinetta real, ne’ tuoi calzari!
     Le nocche di tue membra a flessuoso
     Monil, contesto da l’artier, son pari.

Il tuo bellico, è simile a tornita
     Coppa, che mai del suo licor difetta;
     E il ventre un mucchio di frumento imita,
     Ch’abbia intorno di gigli una siepetta.

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     Le nevi del tuo sen sembran due snelle
     Cavriuole che un fior bruchin gemelle.

Torre d’avorio il collo tuo rassembra,
     Ed il seren di tue pupille amanti
     Le chiare d’Esebon vasche rimembra,
     Presso la porta di Bat Rabbi ondanti.

Il tuo naso del Libano arïeggia
     La svelta Torre, che a Damasco è volta;
     Il tuo capo, il Carmelo; e il crin pompeggia
     Qual porpora real di nastri avvolta.

Come ti esalti, o amabil creatura,
     Ne le delizie tue, come ti abbelli!
     Di flessuosa palma hai la statura,
     Sembran tue poppe grappoli novelli.

Andrò - diss’io - su quella palma; a’ suoi
     Rami atterrommi: e grappoli saranno

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     Per me le tue mammelle, e i labbri tuoi
     Per me di frutta la fragranza avranno!

sposa


Dal tuo labbro soavi escon gli accenti,
     Qual purissimo vin; degno licore
     Che il mio fedel ne beva, ed entro a i denti
     E fra le labbra ei n’agiti il sapore.

Io son del mio Diletto; ed egli ha speme
     Soltanto in me! Vieni, Diletto mio!
     Usciamo insieme a la campagna; insieme
     Con te pe’ campi commorar desio!

A la prim’alba fra le vigne andremo,
     E se fiorì la vite e se seguîr
     A i fiorelli le frutta ivi vedremo,
     Se le bocciuole al melagrano uscir.

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Ivi ne aspetta Amore! E omai più forte
     La mandragora empìa l’aure d’odor:
     Ne ridondan di frutti omai le porte,
     Chè d’ogni tempo te li serba amor!