Canti (Sole)/Il Cantico de' Cantici di Salomone/VIII

poesie

Il Cantico de’ Cantici di Salomone
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Il Cantico de’ Cantici di Salomone
VI Capitolo
Il Cantico de' Cantici di Salomone - VII Il Carmelo
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VIII


sposa


Oh mi fossi un fratel che de la mia
     Madre avesse la poppa un dì succhiata!...
     Ti bacerei trovandoti per via,
     E da nïun me ne terrei notata!

Di mia madre a l’ostel ti condurrei,
     E tu maestro mi saresti ognora;
     E aromatico vin ti mescerei,
     E de’ miei melagrani il mosto ancora!...

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     Con la sinistra il collo ei mi recinga,
     E con la dritta mi carezzi e stringa!

sposo


O figlie di Sïonne! Io vi scongiuro,
     Questa diletta mia non la destate
     Nè così dolce sonno e così puro,
     Fin ch’ella noi vorrà, romper le fate!

coro


Chi è costei che pel Deserto ascende,
     E de l’amico a la spalla fidata
     Tutta vezzosa in suo languor si appende?

sposo


Sotto un melo, o Diletta, io t’ho svegliata!....
     Ivi la madre tua ti concepia;
     Ivi la madre tua ti partoria. —

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Or qual suggello portami sul core,
     Portami al braccio qual suggello eterno!
     Chè forte egli è, come la morte, Amore,
     Dura la gelosia come l’inferno!

Son le brace d’amor brace roventi,
     Vampe di fuoco e più possenti assai!
     Non ispengon molte acque, e le correnti
     De’ fiumi amore non sommergon mai!

E se per questo amore altri gittasse
     Ogni sostanza, ond’ha la casa opima,
     Come di cose fuggitive e basse,
     Di sue sostanze ei non faria più stima!

sposa


— Una sorella piccioletta avemo,
     Che non uscia di puerizia ancor:
     Quando di nozze a lei favelleremo,
     Noi che farem per la sorella allor? —

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— Se la verrà qual muro, e noi sovresso
     Un castello d’argento innalzeremo:
     Se un uscio la verrà, più saldo e spesso
     Con tavole di cedro il renderemo! —

Dissero i miei fratelli — Ed or son io
     Quel muro, e torri le mie poppe sono!
     Onde, venuta innanzi al signor mio,
     Tutta beata in lui me gli abbandono!

Certa sua vigna Salomone avea
     Cinta di pioppi, ed ai cultor la diede;
     Sì che mille pe’ frutti ognun rendea
     Sicli d’argento in annual mercede.

Ma la vigna, ch’è mia, mi sta davante!...
     I mille sicli, o Salomon, sien tuoi;
     E dugento se n’abbiano gli astanti
     A la guardia fedel de’ frutti suoi. —

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sposo


O tu ch’abiti gli orti! Odon gli amici
     Del tuo Diletto; or fammi udir tua voce!

sposa


     Fuggi, amor, de gli aromi a le pendici,
     Qual cervo o cavrïuol fuggi veloce!