Candido/Parte II/Capitolo IV

Parte II - Capitolo IV

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Voltaire - Candido
Traduzione di anonimo (1882)
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CAPITOLO IV.

Nuovi favori che riceve Candido, e sua elevazione.

Dopo che il nostro eroe fu guarito, venne introdotto dal re per fargli i suoi ringraziamenti. Quel monarca lo ricevè nel miglior modo; gli diede due o tre schiaffi nel corso della conversazione, e lo ricondusse fino alla sala delle guardie a pedate nel sedere. I cortigiani ebbero a creparne di dispetto. Da che sua maestà si era data a percuotere la gente, di cui ella faceva un caso particolare, non vi era ancora chi avesse avuto l’onore di aver avuto più busse di Candido.

Tre giorni dopo questo congresso, il nostro filosofo, che si lamentava di esser così favorito e trovava che le cose andavano molto male, fu nominato governatore del Chusistan, con un potere assoluto; fu decorato d’un berretto foderato, ch’è un gran segno di distinzione in Persia; ei prese congedo dal sofì, che gli fece ancora altre carezze, e partì per Sus capitale della sua provincia. Dal momento che Candido era comparso alla corte, i grandi dell’impero avean tramata la sua perdita. I favori eccessivi di cui il sofì l’avea colmato, non avean fatto che ingrossar la tempesta, pronta a piombargli sul capo. Intanto egli si felicitava della sua fortuna, e soprattutto del suo allontanamento: gustava anticipatamente i piaceri del grado supremo, e dicea nel fondo del suo cuore: Troppo felici i sudditi lontani dal lor sovrano!

Non era ancora venti miglia distante da Ispahan, che [p. 79 modifica]ecco cinquecento persone a cavallo armate da capo a piedi, che fanno una scarica furiosa sopra di lui, e sopra la sua gente. Candido sul subito credette per un momento che quello fosse per fargli onore; ma una palla che gli fracassò una gamba, lo fece accorgere di che si trattava. La sua scorta depose le armi, e Candido più morto che vivo fu portato in un castello isolato. Il suo bagaglio, i suoi cammelli, le sue schiave, i suoi eunuchi bianchi, i suoi eunuchi neri, e trentasei femmine che il sofì gli avea date, tutto fu preda del vincitore. Si tagliò la gamba al nostro eroe per paura di cancrena, e s’ebbe cura de’ suoi giorni per dargli una morte più crudele.

– O Pangloss! Pangloss! che sarebbe del vostro ottimismo se voi mi vedeste con una gamba di meno fra le mani de’ miei più crudeli nemici, mentre che io entrava nella carriera della fortuna, che io era governatore, o re, per così dire, d’una delle più considerevoli provincie dell’antica Media, che avevo de’ cammelli, delle schiave, degli eunuchi bianchi, degli eunuchi neri, e trentasei femmine!

Così parlava Candido appena che potè parlare.

Mentr’egli si lamentava, le cose andavano per lui nella miglior maniera del mondo. Il ministero, informato della violenza che gli era stata usata, aveva spedito una truppa di soldati agguerriti in traccia de’ sediziosi; ed il frate Ed-Ivan-Baal-Denk avea fatto pubblicare da altri frati che Candido, essendo opera loro, era per conseguenza l’opera di Dio. Quelli che aveano cognizione di quell’attentato lo rivelarono con tanta maggior premura, inquantochè i ministri della religione assicurarono da parte di Maometto, che qualunque uomo che avesse mangiato del porco, bevuto del vino, passato più giorni senza andare al bagno, contro le espresse proibizioni dell’Alcorano, sarebbe assoluto ipso facto, dichiarando quel che sapesse della cospirazione. Non si tardò a discoprire la prigione di Candido; essa fu aperta a forza, e siccome si trattava di religione, i vinti furono sterminati secondo la regola. Candido, camminando sopra un mucchio di morti, scappò trionfante del maggior periglio ch’egli avesse ancor corso, e riprese col suo seguito il cammino pel suo governo. Ei vi fu ricevuto come un favorito che era stato onorato di cinquanta nerbate sotto la pianta de’ piedi in presenza del re dei re.