Cadder preda di morte e in pena ria
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Questo testo fa parte della raccolta Rime dell'avvocato Gio. Batt. Felice Zappi e di Faustina Maratti sua consorte
XIII
Cadder preda di morte e in pena ria
M’abbandonaro e ’l Genitore, e il Figlio,
Questi sul cominciar del nostro esiglio,
Quegli già corso un gran tratto di via.
5Obbliarli io credea: com’altri obblìa
La memoria del mal dopo il periglio:
Ma sempre, o vegli o sia sopito il ciglio,
Me gli offre la turbata fantasia.
Sol con queste due pene, iniqua sorte,
10Sempre m’affliggi: or mancan altri affanni?
Ah se ti mancan, chè non chiami morte?
Venga pur morte e rompa il corso agli anni:
Amara è sì, ma sempre fia men forte
Che la memoria de’ sofferti danni.