Caccia e Rime (Boccaccio)/Appendice/9
Questo testo è stato riletto e controllato. |
9. Io mi credeva troppo ben l’altrieri
◄ | Appendice - 8 | Appendice - 10 | ► |
Io mi credeva troppo ben l’altrieri
Ricoverato1 aver mia libertate:
Rotti aveva i legami e ispezate
Le porte e ingannati i prigionieri2,
E come per salvatichi sentieri5
Fuggiva forte e per vie disusate;
Ma la sventura, che le mia pedate
Seguiva, fece vani i mia pensieri.
Perciò ch’Amor, d’ond’io non avisai3,
Vedendo mi rinchiude4 e le sua armi10
Ver me drizando gridò: — Tu se’ giunto!
O fuggitivo servo, ove ne vai? — .
E rider e ’l prender me e rilegarmi
E darmi a’ sua ministri5 fu in un punto.
Note
- ↑ «Ricuperato.»
- ↑ «I custodi della prigione,» che saranno le varie personificazioni indicate nel son. precedente, vv. 3-4.
- ↑ «Venendomi contro da una parte alla quale io non avevo posto mente.»
- ↑ «Mi preclude la via.»
- ↑ Che saranno, fuor di metafora, gli occhi. Si osservi l’efficace rappresentazione di questa viva scenetta, pregevole per la felice rispondenza del reale al figurato.