Brindisi greco
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VI
BRINDISI GRECO
D’Ismara quando
l’oro, sprillando,
sotto la spuma
si torce e fuma
5nel mio bicchier;
col sole in fronte
d’Anacreonte,
doventa allegro
fino il piú negro
10de’ miei pensier.
Nel dorio nappo
mi sprema il grappo
la tua di rosa
man rugiadosa,
15fanciullo Amor,
e questo crine,
sparso di brine,
nel dolce rito
vedrai vestito
20d’idalio fior.
E nell’arcano
simposio, in mano
la sacra conca
dove si cionca
25per la beltá;
nonché i volanti
felici istanti
quei della pira
la lesbia lira
30mi tarderá.
Sento alla chioma
l’aura di Roma;
ma i rosei carmi
di Milo ai marmi
35sempre io darò.
Me il doppio ha vinto
mar di Corinto;
e Tespi e l’onda
d’Inietto bionda
40scordar non so.
D’ognun sul labro
suona il Velabro,
suona Laureato,
suonan le cento
45vestali e i re;
ma piú le belle
driadi sorelle
danzanti in giro
pel verde Epiro
50piacciono a me.
Nei pepli chiuse,
salvete, o muse;
salvete, o fiumi,
di ninfe e numi
55cuna ed aitar;
d’Aniella in vetta,
salve, o diletta
Lacena prole,
gloria del sole,
60festa del mar.
Baia divina
di Salamina,
quand’io son tcco
l’aura d’un greco
65parmi vestir:
vivo giocondo
nel greco mondo,
e con un riso
del greco Eliso
70vorrei morir.