Biografie dei consiglieri comunali di Roma/Pietro Bompiani

Pietro Bompiani

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Giacomo Balestra Andrea Bracci

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BOMPIANI AVV. CAV. PIETRO


Consigliere Municipale





l progresso e la civiltà con tacito passo corrono il tempo, e i virtuosi cittadini in mezzo alla luce del secolo amano circondare di onorato splendore la vita, nè temono che di un biografico quadro sia onorato il nome, che anzi a coloro, cui coscienza parla senza ombre, fu grata cosa avere una pagina ricordevole delle di loro virtù nei giorni, in che durarono nel mondo. — E noi scrivendo le biografiche memorie di quei cittadini, che ascesero al Campidoglio per assidersi nell’ufficio di Consiglieri comunali, non solo avemmo in mira di dirne le virtù, ma sì bene di lasciarne ricordo, siccome in cronaca dei nostri tempi, e imparziali nel lodarne i pregi anco modesti fummo con coloro, che accolsero benevolmente queste memorie, come lo saremo con quelli, che non si sa se per amore di opposisizione, o per alcun altro sentimento, non fecero alle medesime buon viso, certo perù che mostrarono non trovarsi all’altezza dei tempi. — E dopo ciò entriamo a discorrere dell’Avv. Pietro Bompiani. —

Sortiva egli i natali in Roma nell’anno 1824 da civile famiglia. — Fu educato agli studî, ed applicatosi di poi alle scienze legali ne uscì laureato, ed è oggi iscritto nell’albo degli Avvocati. —

Nel 1848 si mostrò liberale e fece la campagna di guerra per la indipendenza e la libertà della patria. —

Il precipitare degli avvenimenti politici, che si compievano col ritorno del papa Pio IX sul trono pontificio, e coll’intervento straniero, perocchè l’armata francese, che avea spenta la Romana Ropubblica, erasi poi fatta [p. 38 modifica]puntello della temporale signoria del Papato, rendeva vani i supremi sforzi di tutti i liberali d’Italia, i quali ritraevansi quindi in aspettazione di più solenne risveglio, e attendendo che il destino segnasse l’ultima ora di un servaggio di secoli. —

Però la polizia papale prese di subito a perseguitare coloro, che eransi dimostrati amanti del proprio paese, e fra questi fu noverato anco Pietro Bompiani, il quale poscia esulò. — In Firenze fu egli addetto al Ministero dell’Interno, e qualunque ufficio assumesse, spiegò zelo e intelligenza. —

A coronare il nazionale edificio mancava Roma. — Il Sire di Francia e il papa Pio IX erano le barriere, che si opponevano alla gloriosa meta, al fine supremo, per cui tante vite eransi spente, tanti dolori sofferti. — Ma dinanzi al carro dei liberi tempi nulla s’arresta, e tostochè l’ora predestinata sia giunta, ogni fatto dee consumarsi. — E di vero i fati di Francia mutatisi e Napoleone III miseramente travolto nella polvere, Italia sgombrava il passo e s’abbracciava alla sua Roma. — Era il 20 Settembre 1870. — Non mai giorno più glorioso registrò la storia, non mai più forti commovimenti strinsero il cuore degl’italiani, non mai gioia più bella inondò l’anima di tutti i liberali. — Gli esuli di Roma rientravano nella terra natale con la festa più splendida della loro vita, tra gli abbracciamenti più sospirati di cari parenti, di amici diletti. —

Il Bompiani è fatto membro della Giunta di Governo, e di poi sostiene il Ministero di Grazia e Giustizia fino a che il governo italiano s’asside con stabile ordinamento nella capitale d’Italia. —

La cittadinanza romana alle prime elezioni lo mandava poi al seggio di Consigliere Comunale in Campidoglio. — Egli è molto versato nelle economiche discipline, e nelle materie amministrative, epperò fu in appresso nominato segretario dell’Amministrazione Provinciale, nella quale carica di presente si trova, e alla medesima attende con zelo ed interesse.

Non mancò di cadere anche sopra lui la solita decorazione de’ Ss. Maurizio e Lazzaro.

Brevi parole a brevi virtù, ma lode sempre a chi il proprio paese anche di un lievissimo raggio d’intelligenza giovò, e a cui presta opera in uffici distinti, epperò meritevole noi crediamo il Bompiani di questo biografico ricordo —


Roma. — Ottobre 1874