Biografie dei consiglieri comunali di Roma/Giovanni Fraschetti
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FRASCHETTI AVV. CAV. GIOVANNI
Consigliere Provinciale
Da Vincenzo Fraschetti, che fu uomo virtuosissimo ed onestissimo, e da Chiara Paris, che fu ornatissima e gentilissima donna, aveva egli nascimento in Roma nell’anno 1824. Crebbe al raggio di una compita educazione, e negli studi formò sua mente e rese forte l’ingegno. — Alle scienze legali applicatosi colse la laurea nella Romana Università. — Si fè quindi istrutto nelle prattiche discipline forensi, le quali apprese da quella insigne notabilità, onore del Foro Romano, che è l’illustre Avvocato Giuseppe Piacentini, il quale oggi meritamente siede nell’alto consesso dei Senatori del Regno, e di cui poi il Fraschetti addivenne genero, sposandosi alla virtuosissima e gentilissima giovane Augusta Piacentini. — Sceso quindi il Fraschetti nell’agone del foro, emerse per la eletta intelligenza, per le vaste cognizioni, per la eleganza e robustezza del dire e dell’argomentare, onde s’acquistò clientele numerose, chè in lui trovavano il patrocinatore abile, onesto, sollecito. — Non staremo qui a noverare gli splendidi successi, che ottenne nella forense palestra dall’anno 1859 al 1869, in che egli perdurò nella trattazione delle cose legali, ma basterà accennare come nell’esercizio del nobile ufficio con tanto zelo ed elevatezza d’animo vi s’impegnasse, che non solo tutte le facoltà della mente spiegasse, ma così pure le forze fisiche consumasse, per modo che la di lui salute ne fu scossa gravemente, e fatta cagionevole, onde gli fu necessario cessare dall’esercizio del l’avvocatura, nella quale era salito a splendida rinomanza, e molto distinta riputazione.
Giovanni Fraschetti uomo d’integro carattere, di una onestà la più delicata, d’animo squisitamente nobile, amò sempre la patria dell’amore del vero patriota, ed i suoi liberi sensi fece aperti anche nei tempi del papale regime, nè si rimase dal disvelarli eziandio di fronte ad autorità pontificie, allorchè alla di lui difesa affidavansi cittadini patriotti, e a quei suoi sentimenti espressi con la franchezza dell’uomo onesto e virtuoso inchinavansi anche i nemici, onde la stima pubblica e privata non gli venne mai manco. — Egli va annoverato fra quei rari, che la virtù sieguono perchè è virtù, che adempiono ai doveri perchè è dovere, senza mire ambiziose, e senza scopi secondari nè interessati, e cercano sacrificarsi per il bene altrui, senza pretendere che gli altri si sacrifichino a loro vantaggio. Fortunato quel paese, ove la grande maggioranza de’ cittadini è costituita da uomini di sì fatto carattere!
Il tempo correva nella eterna sua ruota, e l’ora aspettata dai secoli suonava come la voce di Dio, che benedice alle genti. —
La storia segnò il 20 Settembre 1870 nel suo più glorioso volume. —
Roma capitale d’Italia! — Fu questo il suggello, che esprimeva al mondo non esser più gl’italiani un gregge sbrancato, un popolo diviso ed aggiogato al carro di straniere signorie, ma una nazione, una potenza.
E da quel momento s’aspettava che una più bella fortuna sarebbe derivata alla patria, che la prosperità pubblica e privata avrebbe progredito, che gl’italiani avrebbero raggiunto il bene civile, politico, morale, e materiale. — Non è assunto nostro dire oggi se questo si ottenne. — Diremo peraltro che il benessere di uno stato dipende dagli uomini, che ne reggono il governo, i quali non solo debbono essere sapienti, ma grandemente onesti e supremamente virtuosi. — E ciò debbe dirsi si anco di coloro, che o al reggimento del Comune, o al consiglio della Provincia seggono, e prestano loro opera per l’utile pubblico, e privato. —
Giovanni Fraschetti, che di bella luce risplende per tutte le più elette virtù, e della generale estimazione è circondato, era di subito eletto Consigliere provinciale per il Mandamento di Tivoli, e nel distinto ufficio è uno degli uomini più chiari e più benemeriti, onde avviene che la provinciale amministrazione sorretta da un consiglio di cittadini non solo saggi, ma onesti e virtuosi, procede ordinata, e va prosperando mirabilmente. —
Il Fraschetti inoltre fu giudice del Tribunale di appello innanzi che la Corte di appello s’istituisse in Roma, volgendo Tanno 1870, e di presente forma parte della Deputazione provinciale, della Commissione di sorveglianza per la vendita de’ beni demaniali ed è membro della Commissione Provinciale d’appello per i reclami sulle imposte dirette; e dappertutto porta il lume delle sue cognizioni, della sua intelligenza, della sua sollecitudine e zelo, e pone sempre meglio in rilievo i suoi meriti. —
Il Re lo ha onorato della decorazione di Cavaliere della Corona d’Italia, e noi francamente affermiamo esserne quel petto degnissimo, e vorremmo appunto che più raro, ma sempre in uomini degni di tale benemerenza, siffatto onore scendesse. —
Dilungar ci potremmo ancor davvantaggio nel discorrere la vita di lui, ma quanto esponemmo è bastevole già a far palesi le belle doti della mente e del cuore, che tanto lo adornano, nè aggiungeremo, come abbia l’animo bello e gentile, e squisitamente cortese, ma nel chiudere questa biografica memoria ci è debito segnalarlo alla ricordanza perenne, all’esempio dei giovani, per le sue civili e morali virtù, alla imparzialità di una pagina storica come benemerito cittadino. —
Roma. — Ottobre 1874.