Benchè la sacra mano
Questo testo è completo, ma ancora da rileggere. |
Con la scorta possente | ► |
I
IN LODE DI SISTO QUINTO
AL SIG. ANTONIO COSTANTINI.
Benchè la sacra mano
Del tuo divin Pastore
Forza avesse e valore
Sulle celesti porte,
5Ei non per tanto invano
Potea sentir desto
Di contrastar l’obblío
Compagno della morte;
Mostro di denti adamantino, e forte
10A vincer la memoria,
Che de’ nomi famosi
Fra noi vola e rivola,
Guastan lo ogni lor gloria
Con aliti fumosi
15Dell’infernal sua gola.
Contra si cruda asprezza
Non temprano l’incudi
De’ gran Ciclopi ignudi
Strale sonoro, ardente;
20Ne ’l bello Ermo ha ricchezza
Nel suo liquido regno,
Che ’l si terribil sdegno
A placar sia possente;
Sol di Permesso ombroso acqua lucente
25Febo immortal diffonde,
Ch’all’odiosa peste
Fuga apporta e veneno,
E terso entro quell’onde
Quaggiù valor celeste
30Splende ognora sereno.
Quinci l’alte corone
Chiare fian sempre e conte,
Che cerchiaro la fronte
A’ Pastor Savonesi;
35Ed Arno d’un Leone
Gode a’ titoli egregi,
Onde son vinti i regi
Più larghi e più cortesi:
Quinci scherne l’onor de’ gran Farnesi
40Lete profondo e cieco;
In fin l’Aonie Dee
Soverchiano ogni assalto;
Ed or vengono teco
Con cetre Aganippee
45Per Sisto, e per Montalto.
Quanto il Romano Impero
A’ figli ed a’ nepoti
De’ popoli devoti
Fia caro e riverito,
50Tanto con suono altiero
D’infaticabil canto
Sarà di Sisto il vanto
Meravigliando udito:
Esser ben può che si cosparga il lito
55Dell’atterrate moli,
Orti, fonti, sculture,
Gran templi al fin son frali;
Corso di pochi Soli
Lascia ben mal secure
60L’opere de’ mortali.
Ma l’occhio che mirarle
Non potrà dar spavento
Al peregrin, ch’intento
Fissa nel guardo i rai,
65Potrà ben ammirarle,
O Costantin gentile,
Nel tuo facondo stile
Salde via più che mai;
All’oprar suo caduco il pregio dai
70Dell’immortalitate.
Ma suoi giusti pensieri,
Ma di pietà suo zelo,
Opre da te lodate
Ci fan pronti e leggieri
75A gire inverso il cielo.