Avvegna ched i' paghi 'l tu' mirare
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti (Cecco Angiolieri)
II
Prega la donna d’essergli affabile e cortese.
Avvegna ched i’ paghi ’l tu’ mirare
piú, che s’io fossi del mondo signore,
che tu mi fai, amor, per tuo onore?
4si mi pur vuoi di te assicurare?
Se ti piace di volermi parlare,
io te ne prego da parte d’Amore;
e non guardar per ch’i’sia tuo minore,
8ché, quanto l’uomo è di maggior affare,
si è tenuto d’aver, per ragione,
in sé umilitate e cortesia:
11se ciò non fa, si gli è gran riprensione.
Non per ch’io creda che ’n te villania
possa capére: in questa oppenione,
14i’ son tuo, e serò in di di vita mia.