Aura, che rugiadosa e mattutina
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Questo testo fa parte della raccolta Poesie varie (Marino)/I sonetti amorosi
xiii
la chioma della sua donna sventolata dall’aura
Aura, che rugiadosa e mattutina
l’alba precorri, e vai di stelo in stelo
scotendo il puro e cristallino gelo
in grembo a’ fior de la cadente brina,
tu m’alletti e m’affidi e, peregrina,
movendo un lieve e candidetto velo,
qual chiara stella sfavillante in cielo,
una chioma mi spiri aurea divina.
Ma non però s’espon, non però riede
nel pelago d’Amor l’alma schernita,
ch’a le lusinghe tue dubbie non crede.
Lasso! e chi sa s’or sei dal mar partita,
ove incauto nocchier, che t’ebbe fede,
spiegò le vele e vi lasciò la vita?