Astronomia/Capitolo quinto/12
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§ XII.
Movimenti apparenti e proprii delle stelle.
244. Noi abbiamo veduto che la Terra, isolata nello spazio, ha due movimenti: uno di rivoluzione intorno al Sole, ed uno di rotazione intórno al proprio asse. Abbiamo veduto quali apparenze producano questi due movimenti nell’aspetto del cielo; ci siamo persuasi che tali apparenze prendono anche esse la forma di movimenti: uno lento del Sole, che sembra girare intorno a noi da ponente a levante nell’intervallo di un anno; l’altro, mollo più rapido, della vôlta celeste, da levante a ponente, e che si compie in 24 ore.
Il moto apparente diurno della sfera stellata, come sappiamo, si fa intorno a due poli; la posizione di questi non è fissa, ma varia lentamente col corso dei secoli. La stella che ora chiamiamo Polare, alcune migliaia di anni fa era molto lontana dal nostro polo, e di nuovo ne sarà molto lontana in capo ad altre migliaia d’anni. Questa variazione della direzione dell’asse intorno a cui la sfera celeste sembra rivolgersi, è ancor essa un’apparenza, prodotta da questo che la direzione dell’asse della rotazione diurna della Terra non ó costante nello spazio, ma va lentissimamente cambiando coll’andar dei secoli. È il fenomeno conosciuto sotto il nome di precessione.
Tutti i predetti movimenti però non alterano per nulla le posizioni e le distanze relative delle stelle fra loro, nè la forma o la grandezza delle costellazioni, perchè essi non avrebbero luogo se noi, invece che sulla Terra mobile, ci trovassimo fissati in un punto dello spazio cosmico senza alcun moto nostro proprio.
245. Ma dopo di aver tenuto conto di tutte queste apparenze, le esatte osservazioni da un secolo in qua han fatto riconoscere nelle stelle altri movimenti, che furono detti movimenti proprii.
Mi spiego con un paragone: supponiamo di trovarci in mare entro un battello circondalo da varie altre navi ferme, e di avanzarci fra queste in una qualunque direzione determinata. È evidente che quelle navi le quali si trovano a destra o a sinistra della nostra strada ci sembreranno muoversi in verso contrario a quello secondo cui noi ci moviamo. È evidente ancora che quelle navi a cui ci andiamo accostando, sembreranno allontanarsi l’una dall’altra e allargare i loro intervalli; è evidente inoltre che quelle navi da cui ci veniamo allontanando sembreranno avvicinarsi fra loro e formar un insieme più compatto. È evidente infine che questo effetto prospettico accadrà non solo quando le navi siano ferme ciascuna al proprio posto, ma anche quando esse si muovano, purchè i loro movimenti si facciano indifferentemente in tutte le direzioni ciascuna in un verso differente dalle altre. Giudicando quindi non da ciascuna nave presa ad una ad una, ma dall’intero loro numero, e dall’insieme delle apparenze da esse presentate, si potrà arguire qual sia la direzione del moto del battello nostro e affermare che noi ci moviamo verso quella parte dell’orizzonte, dove le nuvi paiono diventare più grosse e più rare.
246. Questo è esattamente il caso delle stelle. Si trova che esse tutte, o almeno la massima parte, sono dotate di lentissimi movimenti, molto varii e nella direzione e nella proporzione della velocità. Si trova che nella regione celeste occupata dalla costellazione di Ercole le stelle tendono ad allontanarsi le une dalle altre e le loro configurazioni ad allargarsi; si trova che paiono invece restringersi gli intervalli fra le stelle delle costellazioni intorno alla Lepre e alla Colomba. Si trova infine che nelle regioni del cielo intermedie fra le costellazioni di Ercole da una parte, della Lepre e della Colomba dalla parte opposta, l’andamento generale dei moti delle stelle, quali si manifestano in mezzo olla loro infinita varietà, è una tendenza ad allontanarsi dalla costellazione di Ercole e ad avvicinarsi alle costellazioni della Lepre e della Colomba.
Osservando adunque e discutendo le più precise osservazioni, gli astronomi hanno per mezzo dei fatti appena descritti potuto accertare che la Terra, con tutto il Sistema planetario, si va allontanando dalle stelle poste nella direzione della Lepre e della Colomba, e si va avvicinando alle stelle di Ercole. La natura di questo movimento, e la forma della linea descritta dal centro del Sistema solare nel suo progresso, non si possono oggi definire, e formeranno materia di studio nei secoli avvenire.
Risulta dalle ricerche finora fatte che si può con fondamento affermare il moto di traslazione del Sole attraverso agli spazii cosmici, ma che l’ultima parola non può ancora pronunciarsi rispetto alla direzione di esso e alla velocità sua. Si ritiene in generale che il Sole si muove verso un punto del cielo boreale situato nella costellazione di Ercole, si trovano per la velocità del suo moto valori numerici non troppo diversi fra loro e non lontani da quelli delle velocità grandi e note dei corpi cosmici in generale, ma sono risultati per il momento solo più o meno probabili.
247. Non si creda che con questo siano esauriti tutti i movimenti delle stelle. Oltre al moto generale apparente che ad esse deriva, come vedemmo, dal moto reale di traslazione del Sistema solare nello spazio, esistono in molte stelle movimenti speciali, individuali, reali i quali di ognuna di esse sono proprii. Trattasi di movimenti che le stelle descrivono con varia velocità nella direzione della visuale secondo cui dalla Terra sono viste; trattasi di altri movimenti che avvengono nella direzione della perpendicolare ad essa visuale, movimenti che noi studiamo distinti ma che si compongono poi in un movimento unico risultante.
Può quindi affermarsi di molte stelle che esse si muovono nello spazio secondo una propria direzione, con una velocità loro propria. Il moto del Sole verso la costellazione di Ercole non è che un esempio particolare di tali movimenti, perchè, come sappiamo, il Sole è una stella anch’esso.
248. Circa la velocità di questi movimenti, noi sappiamo soltanto ch’essa è grande e paragonabile affatto alla velocità con cui i pianeti percorrono le loro orbite. Ma a cagione della enorme distanza delle stelle da noi, questi movimenti ci appaiono estremamente lenti. Il più veloce di essi è, per quanto si conosca, quello di una piccola stella della Grande Orsa, la quale però impiega più di 250 anni a percorrere nel cielo un tratto uguale al diametro apparente del Sole o della Luna. Tutti i movimenti proprii apparenti delle altre stelle sono molto più lenti.
Quando bene si conosceranno le direzioni e le velocità dei moti singoli delle stelle, la direzione e la velocità del moto di traslazione del Sole, l’Astronomia siderale verrà ad assumere una fisionomia affatto nuova, e i principii fondamentali della meccanica troveranno nel Sistema delle stelle applicazioni nuove e grandiose. Gli studi pazienti e oggi popolarmente poco apprezzati dei movimenti dai quali il presente paragrafo prende il titolo hanno quindi un grande avvenire.
Col tempo in conseguenza di questi moti proprii delle stelle, le costellazioni cambieranno di forma e i gruppi stellari si costituiranno diversamente; tuttavia tali mutazioni non produrranno effetti sensibili che in capo a molte migliaia di anni.