Astronomia/Capitolo quarto/6
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§ VI.
La luce del Sole non è omogenea.
Spettro della luce solare.
Righe di Fraunhofer.
197. Se si fa passare un raggio di Sole attraverso una fessura sottile, e lo si fa cadere sopra un prisma di vetro (fig. 41), esso, attraversando il prisma, si decompone nei colori dell’arco baleno, e produce una specie di nastro colorato nel quale il rosso, l’aranciato, il giallo, il verde, l’azzurro, l’indaco, il violetto si succedono con bellissimo effetto. A questo nastro lucido e variopinto, nel quale non c’è una linea esatta di confine fra un colore e il successivo, ma si passa insensibilmente per gradazioni sfumanti da uno in altro colore, si dà il nome di spettro della luce solare, o più brevemente di spettro solare.
Le luci diversamente colorate di questo spettro sono semplici, vale a dire non possono essere ulteriormente decomposte. È la luce bianca del Sole che è complessa, ossia formata dalla riunione di luci di colore diverso, dalla riunione cioè delle luci che appaiono separate nel suo spettro.
198. Nello spettro solare i colori diversi non occupano tutti una uguale estensione; più esteso di tutti è il violetto, di tutti meno esteso è l’aranciato. Fig. 41. Se si osserva attentamente con un cannocchiale lo spettro del Sole, lo si vede solcato qua e là trasversalmente da sottili righe oscure, le quali conservano sempre fra di loro i medesimi rapporti d’ordine e di intensità, ed occupano sempre le stesse posizioni relativamente ai colori dello spettro. Nella figura 421 sono segnate le principali soltanto di queste righe oscure scoperte da Fraunhofer; le si usano indicare rispettivamente colle lettere dell’alfabeto A, a, B, C, D, E. F, G, h, H1, H2 e si chiamano complessivamente righe di Fraunhofer. Fig. 42.