Aridosia/Atto terzo/Scena seconda
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Lorenzino de' Medici - Aridosia (1536)
Atto terzo
Scena seconda
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Aridosio, ser Iacomo, Lucido che parla per spiriti
- Aridosio
- Io son venuto innanzi per vedere se la lastra sta bene, ch’io non posso vivere se ad ogni poco non gli do un’occhiata: ma poi che non si vede nessuno, voglio rivedere anche una volta la borsa così di fuori. O lastra! tu non sei peso dalle mie braccia; appunto nel modo, ch’io la messi si ritrova, nè la voglio toccare altrimenti. O Fogna mia dolce, serbamela anco un’ora, benchè noi abbiamo ad esser qui in luogo, che io ti vedrò sempre! Ma ecco il prete, che m’avrà visto chinato; per mia fè, che mi bisogna trovare una scusa.
- Iacomo
- Aridosio mi disse che sarebbe qui e non ce lo vedo.
- Aridosio
- Ah, ah, io l’ho trovato. Ser Iacomo, mi era chinato per ricorre un sasso.
- Iacomo
- Voi siete qua: io non v’avea visto; che dite voi di sasso?
- Aridosio
- Da che non m’aveva visto la rivolterò in qualche bel passo. Dico che son venuto passo passo.
- Iacomo
- Voi avete fatto bene per non vi riscaldare, che voi siete a cotesto modo sciorinato.
- Aridosio
- Che volete voi far di quel lume?
- Iacomo
- Egli è buono a mille cose.
- Aridosio
- Dite a che, ser Iacomo.
- Iacomo
- A far lume, ad accendere il fuoco e altre faccende.
- Aridosio
- Eh, voi non m’intendete; dico se gli è buon per gli spiriti.
- Iacomo
- Per gli spiriti egli è pessimo e doloroso.
- Aridosio
- Oh perchè l’avete voi portato?
- Iacomo
- Per dar loro il mal anno e la mala Pasqua.
- Aridosio
- Ah, ah, io vi ho inteso; voi parlate troppo astutamente: che cosa avete voi in quella secchia?
- Iacomo
- Acqua.
- Aridosio
- Pur per gli spiriti?
- Iacomo
- Oh voi mi domandate delle gran cose.
- Aridosio
- Non vi maravigliate, che io non ho mai visto scomgiurare, diavoli.
- Iacomo
- Non stiamo più a perder tempo, avviamoci in là.
- Aridosio
- Oh quanto ci abbiamo noi accostare alla casa?
- Iacomo
- Accanto alla porta.
- Aridosio
- Non già io, ch’io non vo’ venir tanto in là.
- Iacomo
- Oh, perchè?
- Aridosio
- Perchè tirano giù tegoli, mattoni, ohimè, che mi guastano tutta la mia casa.
- Iacomo
- Non dubitate, che mentre siete meco non vi faranno dispiacere nessuno.
- Aridosio
- Promettetemelo voi?
- Iacomo
- Sì, prometto.
- Aridosio
- Alzate la fè.
- Iacomo
- Per questa croce; accostiamoci adunque; qui sta bene.
- Aridosio
- Oh Dio, non potreste voi far questa cosa senza me?
- Iacomo
- Bisogna che il padrone della casa sia presente, e ho bisogno che mi aiutiate in assai cose; pigliate questa candela in mano. Vedi uomo da tener candele; pare un moccolo in un candelliere: tenetela un po’ più ritta, che io non voglio che mi ardiate la barba per questo.
- Aridosio
- Cercate come mi batte il cuore.
- Iacomo
- Io vel credo senza giurare, chè queste cose fanno così: ma non abbiate paura mentre avete cotesto lume in mano: accostatevi più in qua, più ancora, un po’ più: orsù, inginocchiatevi: che vi guardate voi di dietro? Tenete là questa candela, come voi l’avete a tenere; voi mi parete balordo, che non badate voi a quello che avete a fare?
- Aridosio
- E s’io ho paura?
- Iacomo
- A questo non è rimedio; dite il Pater nostro e l’Ave Maria, che io comincio a scongiurare.
- Aridosio
- Ave Maria.
- Iacomo
- Ditela piano, che non mi date impaccio.
- Aridosio
- Oh non mi sentiranno.
- Iacomo
- Basta, che sentano me: Hanc tua Penelope lento Tibi mittit, Ulysse, Nil mihi rescribas; at tamen ipse veni.
- Aridosio
- Parlate in volgare, che non vi debbono intendere in latino.
- Iacomo
- Sarà il meglio. O di casa, o spiriti maledetti, io vi comando da parte di Aridosio, che voi usciate di costà.
- Aridosio
- Dite pur da vostra.
- Iacomo
- Attendete a dire l’Ave Maria, e lassate scongiurare a me. Io vi comando da parte mia, che son prete, che usciate di costà. (Fanno rumore).
- Aridosio
- Non più, non più, non più, ser Iacomo.
- Iacomo
- O volete che n’escano o no; a quest’altro scongiuro gli caccio via. Io vi comando da parte di San Giusto, che voi vi partiate di cotesta casa.
- Lucido
- Noi non ci vogliamo partire.
- Iacomo
- Vedi che rispondesti.
- Aridosio
- Oh mi si raccapricciono tutt’i capelli.
- Iacomo
- Cotesta candela sarà prima logora, che noi abbiamo finito l’opera; tenetela su. Io vi comando, spiriti maligni, da parte di quel medesimo, che mi diciate per quello che voi siate entrati costà entro.
- Lucido
- Per la miseria di Aridosio.
- Aridosio
- Pigliate un po’ questa candela, ch’io ho bisogno di fare una faccenda.
- Iacomo
- Badate costì, se volete; io ho più briga di voi, che dei diavoli.
- Aridosio
- Io mi vergogno di farlo.
- Iacomo
- Fatela costì; se voi vi partite un braccio di ginocchioni, io me n’andrò con Dio, e lasserò stare gli spiriti tanto che venga loro a noia.
- Aridosio
- Oh, non vi adirate per questo. Io starò tanto quanto voi vorrete.
- Iacomo
- Io vi comando da parte di Santa Cristiana, che voi usciate di costì.
- Lucido
- Noi usciremo, noi usciremo.
- Iacomo
- Or vedi, che la intendeste; che segno darete voi, pel quale noi possiamo conoscere, che ne siate usciti?
- Lucido
- Rovineremo questa casa.
- Aridosio
- No, no, stiansi più presto dentro.
- Iacomo
- Non ci piace questo segno, fatecene un altro.
- Lucido
- Caveremo quell’anello di dito ad Aridosio.
- Aridosio
- Son dei maledetti; io ho i guanti; m’hanno visto l’anello; non voglio cotesto, che non me lo renderebbero poi mai più.
- Iacomo
- Nè questo ci piace, un altro bisogna.
- Lucido
- Entreremo addosso ad Aridosio.
- Aridosio
- Addosso a me? io me ne maraviglio.
- Iacomo
- Voi non avete turato tutt’i luoghi appunto; se volessero vi entrerebbero addosso per tutta la persona; ma non dubitate, che senza mia licenza non si partirebbero di lì; state su ritto, e ripigliate la candela e vedete: un di questi tre segni vi bisogna pigliare; eleggete qual vi piace.
- Aridosio
- Nessuno non me ne piace: fatevene dare un altro.
- Iacomo
- Io non gli posso costringere a dare più che tre segni.
- Aridosio
- Non se ne possono eglino andare senza dar segni?
- Iacomo
- E diranno d’andarsene e non se n’andranno,
- Aridosio
- Stianvisi e verrà forse loro a noia.
- Iacomo
- Voi siate pur semplice, che a posta d’un anello, che val dieci scudi, vogliate perdere una casa che ne val cinquecento.
- Aridosio
- Dieci scudi? e’ mi sta bene in più di trenta, ed è l’antichità nostra.
- Iacomo
- Adunque non volete voi che si partano: io l’ho intesa.
- Aridosio
- Io voglio; ma......
- Iacomo
- E’ non si può far altro, vi dico.
- Aridosio
- Ben, io voglio che si obblighino a rifarmi tutt’i danni che m’hanno fatto in casa.
- Iacomo
- Questo è ben ragionevole, e lassatene il carico a me.
- Aridosio
- Faran eglino male a me cavandomelo di dito?
- Iacomo
- Niente.
- Aridosio
- Non si potrebbe metterlo in dito a voi?
- Iacomo
- No, che bisogna che sia cavato d’un dito della vostra mano.
- Aridosio
- Io non vorrei che mi sgraffiassero; come potremo noi fare?
- Iacomo
- Potrebbesi tagliare la mano e gittarla là che lo cavassero a lor bell’agio.
- Aridosio
- Cotesta pazzia non farò io; ma mi chiuderò ben gli occhi per non gli vedere.
- Iacomo
- Aspettate; io vi legherò questa berretta dinanzi agli occhi, che voi non vedrete, nè sentirete nulla.
- Aridosio
- Graffierannomi le mani?
- Iacomo
- Appunto state voi a vostro modo.
- Aridosio
- Messer sì.
- Iacomo
- Tenete la candela da quest’altra mano.
- Aridosio
- Or bene.
- Iacomo
- Chiamogli io?
- Aridosio
- Fate voi.
- Iacomo
- Noi siamo contenti che voi caviate l’anello ad Aridosio, promettendoci sopra la fede vostra di rifare tutti i danni che costà dentro voi aveste fatti.
- Lucido
- Così promettiamo.
- Iacomo
- Venite dunque via, e non gli fate nè male nè paura: non vi discostate, Aridosio, e non temete, che io son con voi, dite pure il qui habitat, e state di buona voglia. Spirito, cava presto e vatti con Dio.
- Aridosio
- Io ho paura che facciate come il Gonnella.
- Iacomo
- Voi pensate assai ragionevolmente; state sopra di voi, e andiamo in casa a ribenedirla con quest’acqua, ma non vi levate la berretta dagli occhi, che sono ancor qui intorno.
- Aridosio
- Dite loro che se ne vadano affatto.
- Iacomo
- Se n’andranno bene, venite pure in casa.
- Aridosio
- Menatemi, ch’io non percuota in qual cosa.
- Iacomo
- Attaccatevi a me.