Aridosia/Atto terzo/Scena prima
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Lorenzino de' Medici - Aridosia (1536)
Atto terzo
Scena prima
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Lucido, Tiberio
- Tiberio
- Infine i denari fanno ogni cosa; quand’io ebbi contato al prete, ciò che io voleva da lui, subito si cominciò a fare scrupolo, dicendo che questo era un uccellare la religione, e poi quand’io li promisi due scudi, ei rimutò la cosa, con dire, che se io lo faceva a fine di bene, e per rimettere d’accordo il padre e il figliuolo, che farebbe ogni cosa: sì che bisogna giuntarlo più due scudi, che gl’interessi hanno a correre sopra di lui questa volta: ma da poi che ho acconcia la cosa del prete, mi bisogna aguzzare lo ingegno come io abbia a fare il diavolo. E che voglio io anco pensare? Come io non sappia quanto sia la sciocchezza dei vecchi, e massime del nostro? i putti farebbero oggi lor credere che gli asini volassero: e questo è il bello, che parendogli di esser savi vogliono consigliar altri, avendo i medesimi necessità di esser consigliati, e provano questo con dire, che fanno assai meno errori che i giovani; egli è ben vero, che fanno manco cose. Ma che bado io d’entrare in casa avanti che Aridosio e il prete arrivino qui? Tic toc, tic toc, oh di casa, o là, aprite, volete voi ch’io vi rovini questa porta? o costoro sono morti o assordati, tic toc, tic toc, Tiberio, apri, ch’io son Lucido.
- Tiberio
- A questo modo sì! tu non ti dei ricordare ch’io ti aveva promesso di lassar ruinar la porta, prima che aprire a nessuno?
- Lucido
- Per Dio, che se tu osservi agli altri quel che tu prometti, come tu hai osservato questo a me, che tu ti puoi pareggiare all’imperadore; ben hai tu cavate le tue voglie?
- Tiberio
- Non sai tu che il desiderio delle cose belle non si estingue mai?
- Lucido
- Ecco qua tuo padre: entra dentro.
- Tiberio
- Che vien egli a fare qua?
- Lucido
- Non verrà dentro, non dubitare.