Aridosia/Atto secondo/Scena quarta

Atto secondo
Scena quarta

../Scena terza ../Scena quinta IncludiIntestazione 27 aprile 2008 75% Teatro

Atto secondo - Scena terza Atto secondo - Scena quinta

Lucido e Ariodisio

Lucido
Non vi date impaccio del prete, che io ve lo ho trovato, e tanto dabbene, che non potreste trovar meglio, e il maggior cacciadiavoli non è in Toscana.
Aridosio
Io ho scarico l’animo dappoi che la lastra sta bene.
Lucido
Che dite voi?
Aridosio
Dico che mi si leverà dell’animo una gran briga, se questi diavoli si mandan via; ma io ti ricordo, Lucido, che io son povero, e oltre al danno, che m’hanno fatto in casa, non vorrei avere a pagare a questo prete un occhio d’uomo.
Lucido
Non dubitate, ch’egli è persona che starebbe contento quando non gli deste niente.
Aridosio
Io farò bene cotesto modo: ma come gli manderà egli via se gli hanno serrati gli usci, e le finestre?
Lucido
Con orazioni e scongiuri, le quali entrano per tutto, benchè siano serrati gli usci e le finestre.
Aridosio
Usciranno eglino per l’uscio, o per le finestre?
Lucido
Bella domanda, possono uscir donde vogliono; ma bisogna, che facciano un segno pel quale voi conosciate, che ne siano usciti; ma avviatevi verso San Lorenzo, dov’è quel prete mio amico, e io vengo dietro, e meneremlo qui subito, e caverenne le mani. In tanto domanderò Erminio, mio padrone, che vien di qua, se vuol nulla.
Aridosio
Andiamo insieme, Lucido.
Lucido
Avviatevi, ch’io vengo adesso.
Aridosio
No, io ti voglio aspettare.
Lucido
Guarda, che vecchio pazzo è questo; dianzi volse esser solo, adesso a mio dispetto vuol ch’io vada seco; lo domanderò pur se vuol niente.