Aridosia/Atto secondo/Scena quarta
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Lorenzino de' Medici - Aridosia (1536)
Atto secondo
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Lucido e Ariodisio
- Lucido
- Non vi date impaccio del prete, che io ve lo ho trovato, e tanto dabbene, che non potreste trovar meglio, e il maggior cacciadiavoli non è in Toscana.
- Aridosio
- Io ho scarico l’animo dappoi che la lastra sta bene.
- Lucido
- Che dite voi?
- Aridosio
- Dico che mi si leverà dell’animo una gran briga, se questi diavoli si mandan via; ma io ti ricordo, Lucido, che io son povero, e oltre al danno, che m’hanno fatto in casa, non vorrei avere a pagare a questo prete un occhio d’uomo.
- Lucido
- Non dubitate, ch’egli è persona che starebbe contento quando non gli deste niente.
- Aridosio
- Io farò bene cotesto modo: ma come gli manderà egli via se gli hanno serrati gli usci, e le finestre?
- Lucido
- Con orazioni e scongiuri, le quali entrano per tutto, benchè siano serrati gli usci e le finestre.
- Aridosio
- Usciranno eglino per l’uscio, o per le finestre?
- Lucido
- Bella domanda, possono uscir donde vogliono; ma bisogna, che facciano un segno pel quale voi conosciate, che ne siano usciti; ma avviatevi verso San Lorenzo, dov’è quel prete mio amico, e io vengo dietro, e meneremlo qui subito, e caverenne le mani. In tanto domanderò Erminio, mio padrone, che vien di qua, se vuol nulla.
- Aridosio
- Andiamo insieme, Lucido.
- Lucido
- Avviatevi, ch’io vengo adesso.
- Aridosio
- No, io ti voglio aspettare.
- Lucido
- Guarda, che vecchio pazzo è questo; dianzi volse esser solo, adesso a mio dispetto vuol ch’io vada seco; lo domanderò pur se vuol niente.