Aridosia/Atto quinto/Scena sesta
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Lorenzino de' Medici - Aridosia (1536)
Atto quinto
Scena sesta
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Lucido, Erminio, Marcantonio
- Lucido
- E’ pare, che la sorte voglia, che quando s’ha bisogno d’uno, e’ non si trovi mai.
- Erminio
- Chi domine è colui che cerca di voi?
- Lucido
- Non è in casa nè in piazza.
- Marcantonio
- Oh chiamalo; è Lucido.
- Erminio
- Oh Lucido.
- Lucido
- Quello è Erminio.
- Erminio
- Dove guardi? noi siam qua.
- Lucido
- Oh Erminio mio, e ;Marcantonio: : voi cercavo, padrone.
- Erminio
- Che ci è di buono?
- Lucido
- Bonissime novelle ci sono: quello che è venuto da Tortona, messer ;Alfonso: , è il padre di Livia, e si sono riconosciuti e fatte amorevolezze grandissime, con tanta tenerezza, che non che essi non hanno potuto tener le lagrime, ma nè ancora quelli, che erano dattorno, e in ultimo messer ;Alfonso: ha pregato Tiberio, che dappoi ch’egli ha avuto le verginità della figliuola, gli piaccia ancora torla per moglie; e gli ha promesso in dote sei mila scudi, in modo che Tiberio è quasi impazzito d’allegrezza, e non ha altra paura, se non che la sciagurataggine di suo padre non voglia che la tolga, e ha disegnato di darli due mila ducati della sua dote, acciocchè egli abbia a consentire, e però mi ha mandato qui a pregarvi che vogliate essere con Aridosio, e disporlo a questa cosa.
- Marcantonio
- Se sta così, non bisognerà troppo pregarlo, chè due mila ducati farebbono tor moglie a lui.
- Lucido
- Ella sta come io ve la dico.
- Marcantonio
- Non si affatichi tanto con le promesse, che per manco mi obbligo farglielo fare, ma Tiberio doveva pur almanco venire in fin qua.
- Lucido
- E’ vorrebbe, che voi foste quello che movesse suo padre.
- Erminio
- Questo mi pare il dì de’ parentadi.
- Marcantonio
- Quest’altro farà, che noi potrem servire Cesare; perchè ad Aridosio basta di trovare i suoi due mila ducati, e mille basterà che gliene dia Tiberio, che serviranno per la dote di Cesare, e così si contenterà l’uno e l’altro.
- Erminio
- Voi avete ben pensato: ma di grazia, mandiam per Cesare, e parliamo a lui di questa cosa d’Aridosio, acciocchè noi possiamo fare un tratto tre paia di nozze.
- Marcantonio
- Lucido, va, e di’ a Cesare che venga adesso qua, e che porti i due mila ducati.
- Erminio
- Va via, che sarà in casa.
- Lucido
- Io vo.
- Marcantonio
- Egli è stato una gran sorte, trovar la figliuola in capo a tanti anni.
- Erminio
- Gran sorte è stata quella di Tiberio, che cavato che si ha le sue voglie, trova un che gli dà sei mila ducati. Ma quale è stata maggior sorte della mia? In fine gli è meglio un’oncia di fortuna, che una libbra di sapienza.
- Marcantonio
- Tiberio ha paura che suo padre non voglia; quando egli intenderà di sei mila ducati, gli parrà un’ora mille anni.
- Erminio
- Io lo credo, per me, che benchè non abbiano a tornare in mano a lui, gli vuol pur gran bene; ma bisogna prima ragionar di Cesare che di nulla.
- Marcantonio
- Così farò.