Aridosia/Atto quinto/Scena quarta

Atto quinto
Scena quarta

../Scena terza ../Scena quinta IncludiIntestazione 28 aprile 2008 75% Teatro

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Erminio e Cesare

Erminio
Non dubitare, ch’io farò quello uffizio con mio padre per te, ch’io desidererei che fosse fatto per me; ma sta di buona voglia, che ti riuscirà ciò che tu vuoi.
Cesare
Io ti prego che lo faccia in ogni modo e di buona sorte, perchè io sono ridotto a termine, ch’io non posso più vivere, s’io non ottengo questo desiderio.
Erminio
Non più, vatti con Dio, che io t’imprometto d’averne parlato innanzi le vintiquattro ore.
Cesare
Adesso debbono essere ventitrè, o più.
Erminio
Io ti affermo le impromesse.
Cesare
Mi ti raccomando; addio.
Erminio
E forse, ch’io non dissi a mia posta, che ritornasse presto, e che io non glielo messi in fretta? Oh gran cosa la indiscrezione dei servidori: e’ mi viene certe volte voglia di fare ogni cosa da me; a bada di questo presso ch’io non dissi, io sto in un tormento grandissimo, ma egli è meglio, ch’io mi avvii in là per riscontrarlo. Oh là, ecco, che esce di chiesa.