Aridosia/Atto quinto/Scena quarta
< Aridosia | Atto quinto
Questo testo è completo. |
Lorenzino de' Medici - Aridosia (1536)
Atto quinto
Scena quarta
Scena quarta
◄ | Atto quinto - Scena terza | Atto quinto - Scena quinta | ► |
Erminio e Cesare
- Erminio
- Non dubitare, ch’io farò quello uffizio con mio padre per te, ch’io desidererei che fosse fatto per me; ma sta di buona voglia, che ti riuscirà ciò che tu vuoi.
- Cesare
- Io ti prego che lo faccia in ogni modo e di buona sorte, perchè io sono ridotto a termine, ch’io non posso più vivere, s’io non ottengo questo desiderio.
- Erminio
- Non più, vatti con Dio, che io t’imprometto d’averne parlato innanzi le vintiquattro ore.
- Cesare
- Adesso debbono essere ventitrè, o più.
- Erminio
- Io ti affermo le impromesse.
- Cesare
- Mi ti raccomando; addio.
- Erminio
- E forse, ch’io non dissi a mia posta, che ritornasse presto, e che io non glielo messi in fretta? Oh gran cosa la indiscrezione dei servidori: e’ mi viene certe volte voglia di fare ogni cosa da me; a bada di questo presso ch’io non dissi, io sto in un tormento grandissimo, ma egli è meglio, ch’io mi avvii in là per riscontrarlo. Oh là, ecco, che esce di chiesa.