Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750/85

Anno 85

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Anno di Cristo LXXXV. Indizione XIII.
Anacleto papa 4.
Domiziano imperadore 5.


Consoli


Flavio Domiziano Augusto per l’undecima volta, e Tito Aurelio Fulvo, o Fulvio.


Questo Tito Aurelio console per attestato di Capitolino1, fu avolo paterno di Antonino Pio Augusto. Che solamente nell’anno presente Domiziano solennizzasse il suo trionfo per aver ridotti a dovere i popoli Catti, si può facilmente dedurlo dalle monete o medaglie d’allora2, nelle quali ancora con isfacciata adulazione si legge GERMANIA CAPTA, quasichè a questo bravo imperadore, il qual forse neppure fu a fronte de’ nemici, riuscito fosse di conquistar l’intera Germania. Però da lì innanzi egli costumò di andare al senato in abito trionfale. Son di parere alcuni3, ch’egli nello stesso tempo trionfasse dei Quadi, Daci, Geli e Sarmati. Ma, per quanto sembra indicare Svetonio4, diverse furono quelle guerre, diversi i trionfi. Egli spontaneamente fece la prima spedizione contro ai Catti; e l’altre per necessità. Però ne parleremo andando innanzi. L’avviso delle vittorie riportate da Agricola fu ricevuto da Domiziano con singolare allegrezza in apparenza5; perchè internamente gli rodeva il cuore, che vi fosse altra persona, che lui, creduta valorosa, e da invidioso riputava perdita sua le glorie altrui. Perciò, quantunque, per coprire lo scontento suo, gli facesse decretar dal senato gli ornamenti trionfali, una statua e gli altri onori, de’ quali fosse capace una privata persona, dappoichè si riserbavano ai soli imperadori i trionfi: pure determinò di richiamarlo a Roma, indorando questa pillola, col far correr voce di volergli [p. 335 modifica]conferire il governo riguardevole della Siria o sia della Soria, giacchè era mancato di vita Attilio Rufo, governatore di quella provincia. Fu detto ancora, che gliene inviasse la patente portata da un suo liberto, ma con ordine di consegnargliela solamente allorchè Agricola non fosse partito per anche dalla Bretagna; perchè dovea Domiziano temere, ch’egli non volesse muoversi, se prima non riceveva la sicurezza di qualche migliore impiego. Ma il liberto avendo trovato, che Agricola, dopo aver consegnata la provincia tutta in pace al suo successore, cioè a Sallustio Lucullo era già venuto nella Gallia, senza neppur lasciarsi vedere da lui, se ne ritornò a Roma, portando seco la non presentata patente. Entrò in Roma Agricola in tempo di notte, per ischivare lo strepito di molti suoi amici, che voleano uscire ad incontrarlo; e si portò a salutar Domiziano, da cui fu accolto con della freddezza. Da ciò intese egli ciò che potea sperare da un tale imperadore; e rimasto senza impiego, si diede poscia ad una vita ritirata e privata. Non mancò in corte chi animò Domiziano a fargli del male, accusando e calunniando un sì degno personaggio, prima ch’egli giugnesse a Roma; ma non avea per anche Domiziano dato luogo in suo cuore alla crudeltà, di cui parlerò a suo tempo; e la moderazione e prudenza d’Agricola ebbero tal fortuna, ch’egli giunse naturalmente alla morte, senza riceverla dalle mani altrui. Abbiamo da Tacito6, che dopo l’arrivo di esso Agricola a Roma, gli eserciti romani nella Mesia, nella Dacia, nella Germania e nella Pannonia, o per la temerità, o per la codardia de’ generali, furono sconfitti; e che vi rimasero o trucidati o presi moltissimi uffiziali di credito colle lor compagnie, di maniera che non solamente si perdè alquanto de’ confini del romano imperio, ma si dubitò infine di perdere i luoghi forti, dove soleano star le milizie romane ai [p. 336]quartieri d’inverno. Tali disavventure nondimeno si può credere che succedessero in vari anni; a noi resta luogo di distribuirle con sicurezza secondo i lor tempi, perchè son periti gli Annali antichi, e Svetonio e Dione, secondo il loro uso, contenti di riferir le azioni degli antichi Augusti, poca cura si presero della cronologia.

  1. Julius Capitolinus, in Antonino Pio.
  2. Mediobarb., in Numism. imperator.
  3. Blanchinius ad Anastas.
  4. Sueton., in Domitiano, cap. 6.
  5. Tacitus, in Vita Agricolae, cap. 39 et seq.
  6. Tacitus, in vita Agricolae.