Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750/202

Anno 202

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Anno di Cristo CCII. Indizione X.
ZEFIRINO papa 6.
SETTIMIO SEVERO imperad. 10.
CARACALLA imperad. 5.
Consoli

LUCIO SETTIMIO SEVERO AUGUSTO per la terza volta, e MARCO AURELIO ANTONINO CARACALLA AUGUSTO.

Perchè sul principio di quest’anno soggiornavano tuttavia in Antiochia i due Augusti, quivi perciò diedero principio al loro consolato. Di là poi, secondo Sparziano1696, andò Severo in Egitto; ma, a tenore della mia supposizione, egli non aspettò la primavera a mettersi in viaggio per tornare dopo tanto tempo in Europa e a Roma. Certo è ch’egli fece questo viaggio per terra nella Bitinia, arrivò a Nicea, e passò il mare allo stretto del Bosforo Tracio. Perciò potrebbe essere che succedesse allora ciò che racconta Suida1697, cioè che arrivato a Bisanzio, gli vennero incontro1698 quei cittadini con corone di ulivo in capo gridando: Viva, e dimandando loro vita e grazia. Li sottopose ben egli di nuovo a Perinto, ma perdonò loro, ed ordinò che quivi si fabbricasse l’anfiteatro coi portici per le cacce, e un circo magnifico con dei bagni nel tempio di Giove appellato Seusippo. Rifabbricò ancora il pretorio. Tutte queste fabbriche furono bensì cominciate sotto Severo, ma Caracalla suo figliuolo quegli fu poi che le perfezionò. Passando per la Tracia, si può credere che allora Massimino, il qual fu poi imperadore, fosse conosciuto per la prima volta da Severo Augusto1699; perchè celebrandosi il dì natalizio di Geta suo figliuolo nel dì 27 di maggio, Massimino [p. 687 modifica]allora pastore fece di gran pruove nei giuochi, allora celebrati dall’armata per ordine dell’imperadore. Abbiamo da Erodiano1700 che Severo, in transitando per la Mesia e per la Pannonia, diede la mostra a quegli eserciti; e di là poi continuando il viaggio, pervenne in Italia, e finalmente in Roma. Entrò nell’augusta città, secondo Sparziano1701, colla sola ovazione, cioè con una solennità minore del trionfo; ma Erodiano ci fa abbastanza intendere, ch’egli col figliuolo Caracalla veramente trionfò fra gl’incessanti viva e plausi del popolo; fece anche delle magnifiche feste, dei sagrifizii e spettacoli suntuosissimi, e diede ad esso popolo un ricchissimo congiario. Prima nondimeno di spiegar meglio in che consistessero quelle grandiose feste, convien avvertire che il Mezzabarba1702 in questo medesimo anno mette insieme l’andata di Severo Augusto da Antiochia in Egitto, il suo ritorno in Italia, il trionfo e le nozze di Caracalla: il che non può mai stare, considerato il tempo che si dovette spendere in tante ricerche fatte da Severo in Egitto, e la sterminata lunghezza de’ viaggi fatti tutti per terra, e coll’accompagnamento di un’armata. Però il Pagi1703 e il Tillemont1704 differirono all’anno seguente l’arrivo a Roma di Severo e il suo trionfo, con riferir al presente il suo viaggio e la sua dimora in Egitto. Crede anche esso padre Pagi di ricavar ciò da più di una medaglia, dove si legge ADVENT. AVGVSTOR., correndo la Podestà Tribunizia X di Severo, che terminava nel dì 13 d’aprile dell’anno seguente. A me all’incontro più verisimile sembra che nel precedente anno Severo fosse in Egitto, e nel presente arrivasse a Roma. Quelle stesse medaglie convengono più al presente che al susseguente anno, come ancora conghietturò il Mezzabarba, giacchè la tribunizia podestà decima di Severo ebbe, per confession del Pagi, principio nel dì 13 di aprile di quest’anno. Quel che è più, riconosce il Pagi preso il consolato dagli Augusti in quest’anno, perchè Severo era entrato nel decennio del suo imperio, e Caracalla nel quinquennio, volendo poi, contra le stesse sue regole, ch’essi Augusti differissero le feste e i voti decennali e quinquennali nel seguente anno. Se avessero voluto differir tali feste, doveano anche riserbare il consolato al seguente anno. Però è da credere più tosto che tali solennità si facessero in questo, essendo essi consoli. Inoltre Dione1705 scrive che Severo, allorchè fu entrato nel decimo anno del suo imperio, diede al popolo quel superbo congiario, e questo senza dubbio gliel diede in Roma. Ma avendo noi veduto che nell’aprile di quest’anno cominciava l’anno suo decimo, in esso ancora dovettero succedere le feste suddette. Il Tillemont pensa che Severo arrivasse a Roma verso il fine di maggio dell’anno seguente. Ma se lo ADVENT AUGUSTOR., segnato nelle medaglie significa l’arrivo succeduto, correndo la podestà tribunizia decima, non può sussistere tale opinione, perchè, secondo i conti del padre Pagi, allora Severo godeva dell’undecima. Ora noi abbiamo da Dione, che in questi tempi si vide nel pubblico anfiteatro un crudel combattimento1706 di donne; ed avendo esse dipoi caricato di villanie le nobili matrone romane, uscì un proclama, che da lì innanzi non fosse permesso alle donne il far da gladiatori. Aggiugne esso storico, che pel ritorno di Severo, pel suo decennio e per le sue vittorie si fecero varii spettacoli in Roma, cioè di combattimenti e cacce di fiere. Sessanta cignali di Plauziano in un dì si azzuffarono insieme, e furono uccise altre bestie, fra le quali un elefante e una crocota, non mai più veduta in Roma. Fattasi una macchina nell’anfiteatro a guisa di nave, questa si [p. 689 modifica]sciolse, e ne uscirono orsi, lionesse, pantere, struzzoli, asini selvatici e bissonti. Per sette dì durarono le feste, e in cadaun giorno cento fiere uccise diedero sollazzo al popolo. Il congiario dato da Severo al popolo, e il donativo ai soldati, fu di dieci monete d’oro per cadauno a misura degli anni del suo principato: del che si compiaceva egli, perchè niuno dei suoi predecessori era giunto a sì eminente liberalità. A queste feste accrebbe decoro l’aver anche l’Augusto Caracalla presa in moglie Fulvia Plautilla, figliuola di Plauziano, favorito di Severo, di cui parlerò nell’anno seguente. Diede egli tanto in dote ad essa sua figliuola, che, per attestato di Dione, sarebbe stato sufficiente a maritar cinquanta regine. E si videro passar per la piazza le portate degli arredi ed ornamenti, che empierono tutti di maraviglia. Un convito di magnificenza incredibile fu dato nel palazzo, dove non si potè immaginar vivanda, o romana o barbarica, che vi si desiderasse1707. Per tali nozze Severo designò1708 console per l’anno venturo Plauziano. Adunque le medesime si celebrarono nell’anno presente, e non già nel seguente. Una cometa e un terribil incendio del monte Vesuvio, che si videro in questi tempi, siccome poco usati effetti della natura, somministrarono occasione di predir novità e malanni, a chi ridicolosamente vuol pescare ne’ libri dello avvenire. In quest’anno ancora i due Augusti ristorarono l’insigne fabbrica del Pantheon, come si raccoglie dalla iscrizione riferita dal Panvinio1709, dal Grutero e da altri1710.