Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750/182
Questo testo è incompleto. |
◄ | 181 | 183 | ► |
Anno di | Cristo CLXXXII. Indizione V. ELEUTERIO papa 12. COMMODO imperadore 3. |
POMPONIO MAMERTINO e RUFO.
Non ho io osato di chiamare altrimenti questi due consoli, perchè non veggo sicurezza negli altri nomi. Certo è che il primo fu cognato di Commodo Augusto, perchè avea per moglie una di lui sorella. Il Panvinio1419, seguitato da molti altri, chiamò il secondo console Trebellio Rufo. Perchè il Relando1420 pubblicò un’iscrizione gudiana, posta nelle calende di marzo, C. PETRONIO MAMERTINO ET CORNELIO RUFO COS., tanto esso Relando che il Bianchini1421 e lo Stampa1422, stabilirono con tali nomi i consoli dell’anno presente. Ma sarebbe prima da vedere se si possa riposar sulla fede de’ marmi riferiti dal Gudio. Il Fabretti1423 porta un mattone, dove egli lesse VETTIO RUFO ET POMP. MATER. COS. Probabilmente ivi si dee leggere POMP. MAMER., cioè Pomponio Mamertino: il che se fosse, l’altro console sarebbe stato Vettio Rufo, e non già Trabellio, o Cornelio Rufo. Velio Rufo vien posto fra i consoli da Lampridio1424. Probabilmente egli scrisse Vettio Rufo. Crede poi il suddetto Panvinio, che nelle calende di luglio fossero sostituiti nel consolato Emilio Junto o Junzio, ed Atilio Severo. Abbiam di certo, che amendue furono consoli, ma non apparisce già che in quest’anno. Anzi essendo essi stati esiliati, in tempo che Commodo si abbandonò alla crudeltà, si dee credere che il lor consolato accadesse molto più tardi. In questi primi tempi, secondo ciò che s’è anche veduto di Tiberio, di Caligola, di Nerone e di Domiziano, anche l’Augusto Commodo fece un buon governo. Onorava egli i consiglieri ed amici del padre1425, nulla risolveva senza il loro parere. L’autorità di questi savi personaggi teneva in qualche freno le1426 sregolate passioni di questo giovinastro. E probabilmente è da riferire all’anno presente ciò che racconta Dione1427, cioè che Manilio, il qual era stalo segretario delle lettere latine di Avidio Cassio, della cui ribellione parlammo di sopra, e molta possanza avea avuto sotto di lui, finalmente fu scoperto e condotto a Roma. Prometteva egli di rivelar molti segreti; ma Commodo, per consiglio, come possiam credere, de’ saggi suoi ministri, non solamente non volle ascoltarlo, ma fece anche bruciar tutte le di lui lettere o carte, senza curarsi di leggerne pur una. Questa bella azione diede speranza al senato e al popolo, ch’egli non volesse essere da meno del padre. E perciocchè Commodo compariva in pubblico con gran magnificenza, e faceva spiccare dappertutto la sua leggiadria, l’ignorante popolo dicea oh bello! e si rallegrava d’avere un principe sì grazioso. Ma non così la sentivano quei che il praticavano, ed aveano miglior conoscenza delle di lui perverse inclinazioni, che di giorno in giorno s’andavano meglio spiegando. Truovasi egli in qualche medaglia1428 dell’anno presente proclamato Imperadore per la quinta volta. Dione1429 parla della guerra fatta contra de’ Barbari di là della Dacia. E Lampridio1430 scrive che quei popoli rimasero sconfitti dai legati, cioè dai luogotenenti generali dell’imperadore. Questi furono Albino e Negro, de’ quali si parlerà a’ tempi di Severo imperadore. Ciò probabilmente succedette nell’anno presente, e per qualche loro vittoria si accrebbero i titoli a Commodo senza sua fatica.