Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750/124

Anno 124

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Anno di Cristo CXXIV. Indizione VII.
Sisto papa 8.
Adriano imperadore 8.


Consoli


Manio Acilio Glabrione e Cajo Bellicio Torquato.


Perchè si sono smarrite tante antiche storie, e massimamente la vita di sè stesso scritta da Adriano, noi ci troviamo ora troppo intrigati a seguitar questo imperadore ne’ suoi viaggi, e ci convien solamente per congetture rapportare a questo ed a quell’anno i suoi passi. Camminando dunque sul supposto che Adriano soggiornasse nel presente verno ad Atene, ne sarebbe seguito ciò che scrive Eusebio nella sua Cronica, cioè, che essendo uscito del suo letto il fiume Cefiso, ed avendo inondata la città di Eleusi o sia Eleusina, egli fabbricò un ponte sopra quel fiume, e verisimilmente lo fece arginar con delle muraglie, in maniera che più non potesse farle di queste burle. Quindi pare ch’egli si portasse alla visita della Bitinia, Macedonia, Cappadocia, Cicilia, Frigia, Pamfilia, Licia, Armenia, e d’altri paesi dell’Asia e dell’isole adiacenti. Ci sono medaglie di tali provincie, che il nominano lor ristauratore; imperciocchè in niun luogo andava egli, che non vi lasciasse dei benefizii, con esenzioni e privilegii, o con fabbriche degne di un par suo. Dione1 attesta ch’egli magnificamente aiutò ed abbellì le città da lui visitate, chi con danari, chi con acquedotti o porti, chi con templi, ed altri pubblici edifizii, o con accrescimento d’onori. Sotto l’antecedente anno l’autore della cronica alessandrina2 scrive che Adriano edificò le piazze di Nicomedia e di Nicea, e i Crociali, e le mura che guardano verso la Bitinia. Fabbricò inoltre il tempio di Cizico, e in quella città selciò di marmi la piazza. Colla stessa generosità in molte [p. 455 modifica]altre illustri città alzò vari templi, e varie statue fece mettere in essi. Aggiugne lo storico Dione, che nella maggior parte delle città, dove si lasciò vedere, fabbricò de’ teatri, e v’istituì dei combattimenti annuali. Così dappertutto risuonava la fama e il nome di Adriano, come di comune benefattore di tutto il romano imperio. Varie iscrizioni in testimonianza di questo ho anch’io rapportato altrove3. Non è inverisimile, che verso il fine dell’anno egli si riducesse di nuovo ad Atene, città sopra le altre a lui cara, e quivi soggiornasse ne’ mesi del verno, moltiplicando le grazie verso quella città. In essa volle anche esser presidente dei pubblici giuochi e combattimenti. Fu osservato che molti de’ Greci portavano dei coltelli, anche andando ai lor templi. O per ordine o per riverenza di Adriano niuno osò allora di portarli.

  1. Dio., lib. 69.
  2. Chron. Paschale. Histor. Byzantin.
  3. Thesaurus Novus Inscript., tom. I.