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453 | ANNALI D'ITALIA, ANNO CXXIV. | 454 |
volle fargli alcun male. In quella città riparò egli a sue spese il tempio d’Augusto. Ordinò una leva di gente, ma vi trovò delle difficoltà, tuttavia con tal prudenza e destrezza maneggiò gli animi di que’ popoli, che ottenne l’intento suo. Motivo di stupore fu, che trovandosi egli in Ispagna, non andasse a visitar la sua patria Italica. Sappiamo nondimeno che le fece di gran bene; ed Aulo Gellio1 cita un discorso da lui fatto in senato, allorchè Italica, Utica ed altre città che godeano la libertà dei municipii, dimandarono d’aver delle colonie romane: il che parve strano, essendo migliore la condizion dei municipii, che quella delle colonie. Qualche torbido dovette seguire circa questi tempi nella Mauritania, provincia dell’Africa. Adriano felicemente lo quietò. Deducendosi dalle medaglie2, che anche in persona a quella provincia egli si trasferì, il Tillemont3 si figura che questo accadesse nell’anno presente. Ma il Pagi4 pensa ciò avvenuto più tardi. Dicendo poi Sparziano5, che in questi tempi vi fu un principio di guerra coi Parti, il quale con un abboccamento seguito fra esso Adriano e forse con Cosroe re di quella nazione, in breve fu posto fine: potrebbe taluno argomentare, che Adriano passasse dalla Spagna e dalla Mauritania in Soria. Il salto a me par troppo grande. Si tien parimente, che egli andasse dipoi ad Atene, dove si fermò per tutto il verno seguente. Con tal supposizione pare che possa accordarsi l’avere scritto Eusebio6, che Adriano, fattagli istanza di nuove leggi dal popolo ateniese, formò un estratto di quelle di Dracone, Solone ed altri legislatori, e loro le diede.
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Anno di | Cristo CXXIV. Indizione VII. Sisto papa 8. Adriano imperadore 8. |
Consoli
Manio Acilio Glabrione e Cajo Bellicio Torquato.
Perchè si sono smarrite tante antiche storie, e massimamente la vita di sè stesso scritta da Adriano, noi ci troviamo ora troppo intrigati a seguitar questo imperadore ne’ suoi viaggi, e ci convien solamente per congetture rapportare a questo ed a quell’anno i suoi passi. Camminando dunque sul supposto che Adriano soggiornasse nel presente verno ad Atene, ne sarebbe seguito ciò che scrive Eusebio nella sua Cronica, cioè, che essendo uscito del suo letto il fiume Cefiso, ed avendo inondata la città di Eleusi o sia Eleusina, egli fabbricò un ponte sopra quel fiume, e verisimilmente lo fece arginar con delle muraglie, in maniera che più non potesse farle di queste burle. Quindi pare ch’egli si portasse alla visita della Bitinia, Macedonia, Cappadocia, Cicilia, Frigia, Pamfilia, Licia, Armenia, e d’altri paesi dell’Asia e dell’isole adiacenti. Ci sono medaglie di tali provincie, che il nominano lor ristauratore; imperciocchè in niun luogo andava egli, che non vi lasciasse dei benefizii, con esenzioni e privilegii, o con fabbriche degne di un par suo. Dione7 attesta ch’egli magnificamente aiutò ed abbellì le città da lui visitate, chi con danari, chi con acquedotti o porti, chi con templi, ed altri pubblici edifizii, o con accrescimento d’onori. Sotto l’antecedente anno l’autore della cronica alessandrina8 scrive che Adriano edificò le piazze di Nicomedia e di Nicea, e i Crociali, e le mura che guardano verso la Bitinia. Fabbricò inoltre il tempio di Cizico, e in quella città selciò di marmi la piazza. Colla stessa generosità in molte