Annali (Tacito)/XVI
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Libro 16
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LIBRO DECIMOSESTO
SOMMARIO
I. Nerone da fortuna beffato per Cesellio Basso che da pazzo vantasi scopritore di tesori in Africa. — III. Dalla vana speme cresce il lusso. — IV. Festa dei Cinqu’Anni: canta Nerone a gran noia del popoli e rischio di Vespasiano. — VI. Muore Poppea: n’è sepolto, imbalsamato il corpo; ma ha pubblico mortoro. — VII. C. Cassio, L. Silano esiliati: Lepida lasciata al giudizio di Nerone. — X. L. Vetere Sestia e Polluzia morti. — XII. Cangiati i nomi ai mesi. — XIII. Tempeste e morbi. — XIV. Anteio, e Ostorio a morte. — XVII. Va con loro Anneo Mela Ceriate Anicio, Rufio Crispino, C. Petronio. — XX. Silia esiliata. — XXI. Nerone contro virtù inviperito più gravi reati affastella contro Trasea Peto e Barca Sorano: Servilia figlia di Sorano al paterno destino è unita: lor costanza invitta: han la scelta della morte: premiati gli accusatori Eprio Cossuziano, Ostorio Sabino — XXXV. Morte di Trasea, Sorano, e Servilia; esilj di Paconio e Elvidio. — XXXVII. Viene in Roma Tiridate: ha il Regno d’Armenia a gran disonor del principe. — XLVII. Trascurata la Giudea, prepara guerra Nerone contro Etiopi e Albani: va intanto in Acaia a cantare. — XLIX. Arroganza e sevizia in Roma d’Elio liberto. — L. Le città greche infamate dalle sceniche arti del principe, — LII. Nuovi portenti di libidine. Sporo da Nerone sposato. — LIV. L’esausto tesoro imperiale rimpolpasi colla rovina de’ popoli. — LV. Lo stesso in Roma. — LVI. Sforzi a romper l’Istmo di Corinto. Vi si mandano i Giudei fatti schiavi da Vespasiano. — LVIII. Principj della Guerra giudaica. — LXII. Nerone torna a Roma per ragguaglio di turbolenze, fatta pria libera l’Acaia. — LXIV. V’entra in trionfo, Sozza foggia di scenico trionfo. — LXV. Congiura scoperta e punita. — LXVI. Atroci disegni di C. Giulio Vindice contro il principe: tira al suo partito Sulpicio Galba. — LXXII. Per avviso della Gallia ribellatasi, vani disegni di guerra. — LXXVII. Universal odio, contro Nerone. Ma per ben della patria, la tela di Giulio Vindice guasta Virginio Rufo. — LXXX. Tale storpio costerna Galba. — LXXXI. Ma da un castrone propalati, veri o falsi, i disegni di Nerone, irreparabilmente rovinanlo. Il senato credendosi in rischio studia prevenir Nerone. — LXXXII. Pugge Nerone, tra vita e morte incerto. — LXXXV. È giudicato dal senato da punirsi di morte all’antica. — LXXXVIII. Tremante s’uccide: ultimo e pessimo ramo del tronco de’ Cesari. — LXXXIX. Prodigj. Precipitosa, ma volubile gioia del popolo. Ninfidio è per Galba: a sè la speme del trono traendo, e ucciso. — XCI. Sterminati gli stromenti della crudeltà neroniana. — XCII. Udito Galba il fin di Nerone, più ardito parte per Roma. Con intempestivi rigori i principj guasta di suo governo.
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