Andria/Atto quinto/Scena III
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PANFILO, SIMONE, CREMETE.
- Panfilo
- CHi mi chiama? Oime, egli è mio Padre.
- Simone
- Che di tu? O di tutti…
- Cremete
- Eh via piuttosto
Ditegli la facenda, e tralasciate
Le villanie.
- Simone
- Quasi fi possa dirgli
Cose più indegne di quelle, ch’ ei merita.
Su parla infin, Gliceria è Cittadina?
- Panfilo
- E’ si dice.
- Simone
- E’ si dice? O enormissima
Sfrontatezza! Vi par, ch’ei pensi punto
A quel, ch’ei dice, o che gli dolga punto
Di quel che ha fatto? ha egli nel viso
Menomissimo segno di vergogna?
Deh, ch’ egli sia sì scapestrato, che
Contra il costume civil, contra la
Legge, contra il voler del Padre, a costo
Di tanto scorno, egli studi così
Di aver colei?
- Panfilo
- O meschino a me!
- Simone
- E ora solo te ne avvedi, Panfilo,
Di tua meschinità? e’ si voleva
Sai, conoscersi prima, prima sai;
Quando ti se’ ostinato di volere
Compiere ogni tua voglia ad ogni patto.
Allora incominciasti veramente
Ad esser quegli, che ti chiami adesso.
Ma che fo io? perchè mi cruccio? a che
Mi travaglio? Perchè inquieto la
Mia stanca età per la costui mattezza?
Forse lo fo per portar io la pena
Delle sue colpe? Anzi abbiasi colei
E la si goda, e con lei viva.
- Panfilo
- O Padre
Mio.
- Simone
- Che mio Padre? Quasi tu avessi
Uopo di questo Padre; e a dispetto
Già di tuo Padre t’hai trovato casa,
Moglie, e figliuoli. Li hai condotto chi
Dirà, ch’ell’è Cittadina d’Atene,
Tu l’avrai vinta.
- Panfilo
- Padre, posso dirvi
Due parole?
- Simone
- Che parole saranno
Queste?
- Cremete
- Simone, via ascoltate.
- Simone
- Ch’io
Ascolti? Deh, che cosa ascolterò,
Cremete?
- Cremete
- Egli è poi da lasciarlo dire.
- Simone
- Or via, che dica, ch’io lo lascio.
- Panfilo
- Io
Confesso, che io sono innamorato
Di colei, è se questa è colpa, colpa
Confessola. Io mi rimetto in voi,
O Padre, fate voi del castigarmi
Come vi pare. Comandate voi.
Volete voi, ch’io prenda moglie, ch’io
Abbandoni costei? Sofferirò
Il meglio, ch’io potrò: Ma ben vi prego,
Che non vogliate creder, che quel vecchio
Sia trovato da me: lasciate, ch’io
Di ciò mi scolpi, e che lo meni quì
Davanti a voi.
- Simone
- Davanti a me?
- Panfilo
- Deh Padre,
Siate contento.
- Cremete
- Ei chiede cosa
Ragionevole, lasciatelo.
- Panfilo
- Sì fate,
Ch’io ottenga da voi questo.
- Simone
- Io lo fo.
Io vorrei pur Cremete ad ogni modo
Non trovarmi ingannato da costui.
- Cremete
- Per ogni gran delitto del figliuolo
Ogni picciola pena al Padre basta.