Andria/Atto quinto/Scena II
Questo testo è completo. |
◄ | Atto quinto - Scena I | Atto quinto - Scena III | ► |
DAVO, CREMETE, SIMONE, E DROMONE.
- Davo
- ORsu orsu, state di buona voglia.
- Cremete
- O, vedete la Davo.
- Simone
- D’ onde è uscito?
- Davo
- Lasciatene la cura al forestiero.
E a me?
- Simone
- Che altro diavol sarà questo?
- Davo
- Io non ho mai veduto un uomo, una
Venuta, un tempo più comodi.
- Simone
- Che
Loda, lo sciagurato?
- Davo
- Già ogni cosa
E’ in porto.
- Simone
- Che fo io, che non lo affronto?
- Davo
- O ve’ il Padrone, che penso?
- Simone
- Buongiorno,
Galantuomo.
- Davo
- Ve’, ve’ il Padrone. O
E il nostro Cremete: dentro è in punto
Ogni cosa.
- Simone
- Eh bravo.
- Davo
- A vostro agio
Chiamate chi vi pare.
- Simone
- Infede si,
Che non s’indugia per altro. Ma puoi
Rispondermi a quel, ch’io ti dirò?
Che interesse hai tu là in quella casa?
- Davo
- Io?
- Simone
- Sì tu.
- Davo
- Dite a me!
- Simone
- Si, dico a te.
- Davo
- Io v’era andato in questo punto?
- Simone
- Quasi
Ch’io ti chiegga del quando.
- Davo
- Io sonvi andato
Col vostro figlio.
- Simone
- Che, forse è la dentro
Panfilo? O me infelice, io mi brucio.
Non mi dicesti tu, boja, ch’egli erano
In discordia?
- Davo
- E sono.
- Simone
- Perchè dunque
E’ egli là?
- Cremete
- Che pensate, ch’ei faccia?
Egli è alle grida con lei.
- Davo
- E io voglio
Anzi, Cremete, che intendiate una
Indegnità la maggiore del mondo.
E’ capitato, testè, non so quale
Vecchio franco, ed accorto, che se lo
Vedeste, egli vi avrebbe cera di
Un gran maestro: egli ha il viso pieno
Di contegno, e anche par che nel parlare
E’ possa aver fedeltà.
- Simone
- Che vuoi tu
Contar perciò?
- Davo
- Niente inver sennon
Quel, ch’io ho inteso da lui.
- Simone
- Che dice egli
In tutto in tutto?
- Davo
- E’ dice di sapere,
Che Gliceria è Cittadina d’Atene.
- Simone
- Olà, Dromone, Dromone.
- Davo
- Che è
Ciò?
- Simone
- Dromone.
- Davo
- Ascoltate.
- Simone
- Se tu fai
Più una parola…. Dromone.
- Davo
- Di grazia
Udite.
- Dromone
- Che volete?
- Simone
- Piglia qui
Costui di peso, e più presto, che puoi
Portalo dentro.
- Dromone
- Chi?
- Simone
- Davo.
- Davo
- Perche?
- Simone
- Perchè voglio così. Piglialo dico.
- Davo
- Cosa v’ho fatto.
- Simone
- Piglialo.
- Davo
- Se voi
Mi trovate bugiardo d’una menoma
Cosa, ammazzatemi.
- Simone
- Io non ti ascolto.
Anderà poco, che io ti farò
Suonare con un legno.
- Davo
- Nonnostante,
Che quel che ho detto sia la verità?
- Simone
- Nonnostante. Tu tiello stretto, e odi
Legagli mani, e piè come una bestia.
Va pur là, che, s’ io vivo mostrerò
Oggi a te, e a Panfilo, che bello
Utile si è far di questi inganni
A un Padrone, e a un Padre.
- Cremete
- Ah non vogliate
Esser sì aspro.
- Simone
- O Cremete, vi pare
Questo un rispetto di figliuolo? E io
Non vi muovo a pietà di me, ch’io abbia
Per così fatto figlio ad affannarmi
Tanto? Panfilo, olà. Panfilo olà,
Vien fuori, di che cosa ti vergogni?