Amorosa visione/Capitolo XV

Capitolo XV.

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CAPITOLO XV.




Dove l’autore conta d’una bella storia dipinta nella bella sala dov’è figurato l’Amore e Venus, e assai gente che li seguitano.


Quella parte dov’io or mi voltai,
     Cogli occhi riguardando e colla mente,
     Di storie piena la vidi ed assai.
Volendo adunque d’esse pienamente,
     5Almen delle notabili parlare,
     Rallungar si convien l’opra presente.
E però dico, che nel riguardare
     Ch’io feci, a guisa d’un giovane prato
     Tutta la parte vidi verdeggiare.
10Similmente fiorito ed adornato
     D’alberi molti e di nuove maniere,
     E l’esservi parea gioioso e grato.
Tra’ quali in mezzo d’esso al mio parere
     Un gran signor di mirabile aspetto
     15Vid’io sopra due aquile sedere.
Al qual mentre io mirava con effetto,
     Sopra due lioncelli i piè tenea,
     Ch’avean del verde prato fatto letto.

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Vna bella corona in capo avea,
     20E li biondi cape’ sparti sott’essa,
     Che un fil d’oro ciaschedun parea.
Il viso suo come neve mò messa
     Parea, nel qual mescolata rossezza
     Aveva convenevolmente ad essa.
25Senza comparazion la sua bellezza
     Era, ed aveva due grandi ali d’oro
     Alle sue spalle stese in ver l’altezza.
In man tenea una saetta d’oro,
     E un’altra di piombo, alla reale
     30Vestito al mio parer d’un drappo ad oro.
Orrevolmente là il vedea cotale,
     Tenendo un arco nella man sinestra,
     La cui virtù sentir già molti male.
Nè però era sua sembianza alpestra,
     35Ma giovinetta e di mezzana etate,
     Dimestica e pietosa e non silvestra.
E ’ntorno avea senza fine adunate
     Genti, le qua’ parea che ciascheduno
     Mirasse pure a sua benignitate.
40Gai e giocondi ve ne vidi alcuno,
     Tristi e dolenti sospirando gire
     Altrui vi vidi, in isperanza ognuno.
Io che mirava il grazïoso sire,
     Immaginando molto il suo valore,
     45Per molti ch’io vi vidi a lui servire,
Ornata come lui con grande onore
     Li vidi allato una donna gentile,
     La qual parava, sì com’egli è Amore,

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Vaga negli occhi, pietosa ed umile:
     50Ver è ch’era d’alloro incoronata,
     E in tanto era ad Amor dissimile.
Angiola mi parea nel cielo nata;
     E in me pensai più volte ch’ella fosse
     Quella che in Cipri già fu adorata.
55Non so quel che ’l cor mio sì percosse
     Mirando lei, se non che l’alma mia
     Pavida dentro tutta si riscosse,
Nè senza a lei pensar fu poi nè fia.
     Sì eccellente e tanto grazïosa
     60Quivi a lato ad Amor vidi Lucia.
In fronte a lei più ch’altra valorosa
     Due begli occhi lucean, sì che fiammetta
     Parea ciascun d’amore luminosa.
E la sua bocca bella e piccioletta,
     65Vermiglia rosa e fresca somigliava,
     E parea si movesse senza fretta.
D’intorno a sè tutto il prato allegrava,
     Come se stata fosse primavera,
     Col raggio chiar che ’l suo bel viso dava.
70Io non credo ch’al mondo mai pantera
     Col suo odor già animal tirasse,
     Facendoli venir, dovunque s’era,
Blandi e quieti, ch’a lei somigliasse;
     E sì parean mirabili i suo atti,
     75Ch’Amor pareva lì se n’ammirasse.
O come nello aspetto in detti e fatti
     Savia parea, con alto intendimento,
     Pensando al suo sembiante ed a’ suoi tratti,

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Contemplando, ad Amore il suo talento
     80Parea fermasse in la sua chiara luce;
     Com’aquila a’ figliuoi nel nascimento
Con amor mostra, ond’ella li produce
     A seguir sua natura; così questa
     Credo che faccia a chi la si fa duce.
85A rimirar contento questa onesta
     Donna mi stava, che in atti dicesse
     Parea parole assai piene di festa,
Come lo immaginar par che intendesse.