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CAPITOLO XV. 63

Vaga negli occhi, pietosa ed umile:
     50Ver è ch’era d’alloro incoronata,
     E in tanto era ad Amor dissimile.
Angiola mi parea nel cielo nata;
     E in me pensai più volte ch’ella fosse
     Quella che in Cipri già fu adorata.
55Non so quel che ’l cor mio sì percosse
     Mirando lei, se non che l’alma mia
     Pavida dentro tutta si riscosse,
Nè senza a lei pensar fu poi nè fia.
     Sì eccellente e tanto grazïosa
     60Quivi a lato ad Amor vidi Lucia.
In fronte a lei più ch’altra valorosa
     Due begli occhi lucean, sì che fiammetta
     Parea ciascun d’amore luminosa.
E la sua bocca bella e piccioletta,
     65Vermiglia rosa e fresca somigliava,
     E parea si movesse senza fretta.
D’intorno a sè tutto il prato allegrava,
     Come se stata fosse primavera,
     Col raggio chiar che ’l suo bel viso dava.
70Io non credo ch’al mondo mai pantera
     Col suo odor già animal tirasse,
     Facendoli venir, dovunque s’era,
Blandi e quieti, ch’a lei somigliasse;
     E sì parean mirabili i suo atti,
     75Ch’Amor pareva lì se n’ammirasse.
O come nello aspetto in detti e fatti
     Savia parea, con alto intendimento,
     Pensando al suo sembiante ed a’ suoi tratti,