Amabil gioventute
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XXIV
PER D. VIRGINIO ORSINO
duca di bracciano.
Fu alle guerra di Lamagna contra i Turchi
Amabil gioventute,
Tesor di nostra vita
Nulla lingua a lodarli oggi ha virtute,
Sì de’tuoi pregi appar copia infinita;
5Vita mortal, che fora
Senza te, se non di’ senza l’aurora?
Qual fiorito arboscello,
Cui tra Paure odorate
Corre lattando ognor fresco ruscello;
10Tal appunto è mirar giovine etate,
E s’ella veste l’armi
Segno diviene a bello arcier di carmi.
Colpa d’infamia eterna
Spendere il fior de’ giorni
15Pur, come vuole Amor, che altrui governa
Con aspro fren di due begli occhi adorni;
E senza piaghe anciso
Sempre adorar la vanità d’un viso.
Lunge da sì rio scoglio
20Volse il Guerrier sua nave,
Cui sacrando alle Muse inclite, voglio
Farlo oggi re di bello inno soave,
Acciò di gloria asperse
Le piaghe sian, che in guerreggiar sofferse.
25Che all’armi ei si volgesse,
Viengli laurea corona.
Altra con aurea man pur glie ne lesse
Clio de’ più vaghi fior, ch’abbia Elicona,
Che a morte ivi ferito
30Ei ritornasse a’ crudi assalti ardito.
Non è vana memoria
Chiuder ne’ pensier suoi
Di Medici e d’Orsini aulica gloria;
Sangue nel mondo a generare Eroi
35Per lunga età non stanco.
Chi può posar con tanti sproni al fianco?
Quinci nell’alma ardente,
Vaga di nobil vanto,
Non fu de’ figli lo scherzar possente,
40Nè della sposa giovinetta il pianto;
Sicché almen tu fermassi
Ne’ patrii alberghi non robusto i passi.
Io ben sovr’esso il piede
Sì mi sento leggiero,
45Che là ’ve Febo, o mia vaghezza il chiede,
Correr posso veloce ampio sentiero:
Ma che più lungo errore?
Te qui sull’Istro oggi corona onore.