Alle Pleiadi e ai Fati

Gabriele D'Annunzio

Indice:D'Annunzio_-_Laudi,_I.djvu Poesie letteratura Alle Pleiadi e ai Fati Intestazione 15 settembre 2017 100% Da definire


Questo testo fa parte della raccolta Laudi


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ALLE PLEIADI E AI FATI


Gloria al Latin che disse: “Navigare
è necessario; non è necessario
3vivere.„ A lui sia gloria in tutto il Mare

O Mare, accenderò sul solitario
monte che addenta e artiglia te (leone
6sculto da qual Ciclope statuario?)

un salso rogo estrutto co’l timone
e la polèna della nave rotta,
9che ha la tortile forma del Tritone.

Il ricurvo timon per cui condotta
fu la nave nell’ultima procella
12con la barra tra l‘una e l’altra scotta,

la divina figura onde fu bella
contra il flutto la prua sotto il baleno
15della nube che vinto avea la Stella,

ardere voglio avverso il Mar Tirreno,
l’ornamento superbo e il rude ordegno,
18le Pleiadi invocando al ciel sereno.

[p. 2 modifica] Alle Pleiadi e ai fati

Crepiterà nel fuoco il salso legno,
su la cervice del leon proteso;
e taluno vedrà di lungi il segno

insolito e dirà: “Qual mano acceso
5ha il rogo audace? Quale iddio su l’erte
rupi nel cuore della fiamma è atteso?„

Non un iddio ma il figlio di Laerte
qual dallo scoglio il peregrin d’Inferno
con le pupille di martìri esperte

10vider tristo crollarsi per l’interno
della fiamma cornuta che si feo
voce d’eroe santissima in eterno.

“Né dolcezza di figlio...„ O Galileo,
men vali tu che nel dantesco fuoco
15il piloto re d’Itaca Odisseo.

Troppo il tuo verbo al paragone è fioco
e debile il tuo gesto. Eccita i forti
quei che forò la gola al molle proco.

L’àncora che s’affonda ne’ tuoi porti
20non giova a noi. Disdegna la salute
chi mette sé nel turbo delle sorti.

Ei naviga alle terre sconosciute,
spirito insonne. Morde, àncora sola,
i gorghi del suo cor la sua virtute.

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25Di latin sangue sorse la parola
degna del Re pelasgo; e il sacro Dante
le diede più grand’ala, onde più vola.

Re del Mediterraneo, parlante
nel maggior corno della fiamma antica,
30parlami in questo rogo fiammeggiante!

Questo vigile fuoco ti nutrica
il mio vóto, e il timone e la polèna
del vascel cui Fortuna fu nimica,

o tu che col tuo cor la tua carena
35contra i perigli spignere fosti uso
dietro l'anima tua fatta Sirena,

infin che il Mar fu sopra te richiuso!