Al parlamento austriaco e al popolo italiano/Introduzione
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Introduzione.
L’idea di riunire in un volume, avvicinandoli anche materialmente, i discorsi da me tenuti e in Austria — al Parlamento di Vienna e alla Dieta di Innsbruck — e in Italia dopo scoppiata la guerra delle nazioni, tutti sui problemi trentini i primi, sul problema unico di Trento e Trieste i secondi, mi è venuta dal fatto che, illuminando gli uni e gli altri un fenomeno unico, i primi retrospettivamente, gli altri in piena faccia, lo fanno risaltare (almeno così spero) più completamente e lo spiegano più profondamente.
Ho, infatti, qui pubblicato alcuni discorsi tenuti alla Camera di Vienna e alla Dieta di Innsbruck dal 1911 al 1914 sulla questione universitaria, sul militarismo austriaco, sulle condizioni economiche e sull’autonomia del Trentino, sul regime poliziesco, ecc., su questioni cioè in cui il fattore nazionale o è prevalente o è inscindibile da quello sociale ed economico, non soltanto perchè espongono problemi di cui il Trentino reclamava urgentemente la soluzione dal Governo austriaco, ma anche e sopratutto perchè i fatti dimostrarono vera un’affermazione che ivi più volte avanzai. Comprovarono cioè i fatti prima di tutto l’ostinazione del Governo, in negare ogni equa soluzione ai nostri problemi, in secondo luogo l’impossibilità di ottenerla da parte e dei socialisti e di quanti partiti d’opposizione al Governo fossero fautori della causa italiana, infine l’inevitabile necessità che questi problemi trovino la loro soluzione nel postulato unico: l’annessione all’Italia.
Il qual postulato forma l’oggetto unico delle lettere e dei discorsi della seconda parte. Furono questi ultimi tenuti in vari luoghi d’Italia per divulgare la conoscenza delle terre irredente soggette all’Austria e particolarmente del Trentino e per eccitare gli animi all’opera della loro redenzione.
Benchè non siano queste pagine una trattazione ordinata e sistematica del problema trentino, sono in esse toccate tutte le questioni che formarono il tessuto della vita politica del Trentino di fronte al Governo austriaco — e non soltanto negli ultimi decenni — ed esposti tutti i dati di fatto che possono persuadere della intollerabilità ormai estrema del Governo austriaco dal lato economico, politico, intellettuale e sentimentale; del diritto e storico e attuale nostro alla conquista della indipendenza nazionale; dell’interesse e del dovere d’Italia alla rivendicazione dei suoi naturali confini.
Non è opera letteraria la mia. Sono, i primi discorsi, l’arida traduzione dalla faticosa lor prima forma tedesca. I secondi serbano — nella loro forma di resoconti stenografici — quella assoluta mancanza di ogni ornamento letterario o oratorio, che non solo risponde ad un mio abito mentale, ma a cui debbo la continua attenzione del pubblico sui fatti da me esposti e la immediatezza e chiarezza della loro comprensione, di cui solo mi preme. Scritti, mancando la fiamma della reciproca comunicazione suscitata e dalla presenza del pubblico e dalla viva voce di chi parla, essi si presentano alquanto aridi e monotoni; ma vi troverà dati certi e sinceri e, spero, persuasivi, chiunque vi ricercherà nozioni a formarsi un’opinione valida sulla questione dei paesi irredenti, del Trentino innanzi tutto.
Non so infine, licenziando queste pagine, trattenermi dal rilevare com’è la mia facile profezia — costantemente ripetuta a Vienna e ad Innsbruck — di un inevitabile nuovo orientamento politico dell’Italia e di una sicura ribellione dell’opinione pubblica italiana contro l’Austria, se questa avesse continuato — come in realtà continuò — a negare agli italiani ad essa soggetti i più elementari diritti, venga ora, in questa ormai sicura vigilia di guerra, magnificamente avverandosi.
- Milano, marzo 1915
cb.