A voi parlo, o Giovanette
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ERCOLE MARIA ZANOTTI
canzone prima.1
A Voi parlo, o Giovanette,
Ch’entro il cuore vi sentite
Le celesti auree saette,
E le dolci lor ferite,
5Per cui voi di santo fuoco
V’infiammate a poco a poco.
Or me udite: Appena Iddio
Di Maria l’alma compose,
Che per suo gentil desìo
10In Lei tosto il guardo pose.
E al mirarne lo splendore
Nè restò preso d’amore.
Talchè tutto di Maria
Si compiacque, e fiso in Lei
15Sì le disse: O Amica mia,
Mia Colomba, Tu pur sei
Di mie mani opra, e lavoro,
Mia pupilla, e mio tesoro.
Bello è il Ciel, che vago intorno
20D’auree stelle ornar mi piacque,
Allorchè mio Spirto un giorno
Se ne giva sopra l’acque;
Ma Tu in vero sei più bella
D’ogni Cielo, e d’ogni stella.
25Vanne pure, e lieta prendi
La terrestre umana spoglia.
E omai tempo; si discendi;
Per Te senta di sua doglia
Tutto il Mondo quel conforto,
30Che ha una nave giunta in porto.
Ma a che pensi, o mia Pudica?
Temi forse non macchiato
Sia il tuo vel da quell’antica
Colpa già dell’uomo ingrato,
35Che la mano stese al frutto,
Ei figliuoli pose in lutto?
Perchè temi? Ah ti consola,
Che Tu sei la mia diletta;
Per piacermi, da me sola
40Tu tra mille fosti eletta;
Vanne lieta; e bianche intatte
Spoglie avrai qual neve, o latte.
Già laggiù di Te gran cose
Disser Vergini, e Profeti;
45Già cantar dolci amorose
Di Te lodi in gara, e lieti
Là in Sionne appo i ruscelli
Sulle cetre i Pastorelli.
Chi simil ti fè all’Aurora
50Quando sparge sue rugiade;
E chi al Sole allor ch’indora
Le celesti ampie contrade;
Chi, qualor la notte imbruna,
Al bel raggio della Luna.
55Chi ad un Prato sparso, e adorno
D’erbe molli e di fioretti;
Chi ad un colle in cui soggiorno
Tiene un coro d’augelletti,
Ed all’un l’altro risponde
60Tra il susurro delle fronde.
Sei più vaga, e graziosa,
Che non è la tanto altera
Sovra i fior vermiglia rosa
Nè bei dà di Primavera,
65Quando l’aria più serena
Del suo odor ne va ripiena.
Tu gir dei, o Amica, intanto
Laggiù in quella oscura valle
Ove sol da spine, e pianto
70Vedrai sparso ciascun calle;
Ma di là pur poscia un giorno
Tu farai quì in Ciel ritorno.
Sù spargete, spirti amanti
A man piene eletti fiori;
75Giusto è ben, ch’ognuno canti
Sue bellezze, e ognun l’onori.
Questa è sì la mia vezzosa
Dolce Amica, amata Sposa.
Verrà un tempo in cui Reina
80La vedrete in trono assisa,
E di sua beltà divina
Tutte l’Alme ardere in guisa
Che per lei ne andrà giocondo
Il celeste, e il basso Mondo.
85Quì si tace, ed ella fassi
Come giglio incontro al Sole;
Tutta lieta e attenta stassi
Alle dolci sue parole,
E in Lui fisa del celeste
90Suo splendor s’adorna, e veste.
Come nube, allorchè scorge
Dietro l’Alba il Sol, che appare,
Che sul punto, ch’egli sorge
Fuor dell’onda là sul Mare,
95Tutta splende e si colora,
E i bei rai sugge, e divora:
Ver Lui dessa in un baleno
La man stende, e i santi affetti
Hanlo tutto unìto al seno;
100E insiem’ambo avvinti, e stretti
Lieti stan, come su Prati
Duo Colombi innammorati.
Ma da Lui si spicca alfine
L’Alma grande, e impenna l’ali
105Per unirsi alle divine
Spoglie sue, benchè mortali,
Ecco come allegra e bella
Se ne vien di stella in stella.
Scendon seco in vago coro
110Sù lucenti nuvoletti,
E per gioja l’ali d’oro
Van scuotendo gli Angioletti,
Tutti in capo adorni, e cinti
Di narcisi e di giacinti.
115Toccan’altri in vario canto
Leggermente eburnee cetre;
Volan’altri a gara intanto
D’Aurei dardi le faretre:
Tutti a Lei facendo onore
120Van tessendo inni d’amore.
Note
- ↑ Per l’Immacolata Concezione.