Pagina:Zappi, Maratti - Rime II.pdf/544

540

     Tutto il Mondo quel conforto,
     30Che ha una nave giunta in porto.
Ma a che pensi, o mia Pudica?
     Temi forse non macchiato
     Sia il tuo vel da quell’antica
     Colpa già dell’uomo ingrato,
     35Che la mano stese al frutto,
     Ei figliuoli pose in lutto?
Perchè temi? Ah ti consola,
     Che Tu sei la mia diletta;
     Per piacermi, da me sola
     40Tu tra mille fosti eletta;
     Vanne lieta; e bianche intatte
     Spoglie avrai qual neve, o latte.
Già laggiù di Te gran cose
     Disser Vergini, e Profeti;
     45Già cantar dolci amorose
     Di Te lodi in gara, e lieti
     Là in Sionne appo i ruscelli
     Sulle cetre i Pastorelli.
Chi simil ti fè all’Aurora
     50Quando sparge sue rugiade;
     E chi al Sole allor ch’indora
     Le celesti ampie contrade;
     Chi, qualor la notte imbruna,
     Al bel raggio della Luna.
55Chi ad un Prato sparso, e adorno
     D’erbe molli e di fioretti;
     Chi ad un colle in cui soggiorno
     Tiene un coro d’augelletti,
     Ed all’un l’altro risponde
     60Tra il susurro delle fronde.
Sei più vaga, e graziosa,
     Che non è la tanto altera
     Sovra i fior vermiglia rosa
     Nè bei dà di Primavera,