Vanne, e tu de la turba empia de' mori
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xxviii
a virginio orsino, duca di bracciano
che partiva per l’Ungheria alla guerra contro i turchi.
Vanne, e tu de la turba empia de’ mori
e del tartareo stuol che, d’armi cinto,
la Pannonia omai tutta ha corso e vinto,
generoso garzon, frena i furori.
Tosto vedrem di nobili sudori
te la fronte real sparso e dipinto,
lá sovra l’Istro del lor sangue tinto
con l’elmo ber tra bellicosi ardori.
Giá scorgo, giá, tremar, fuggir l’averse
barbare insegne, e le nemiche genti
gir dal tuo sguardo sol rotte e disperse.
Sento, giá sento, a piè de’ figli spenti,
l’egizie madri e mauritane e perse
le tue glorie cantar ne’ lor lamenti.