Tasso, s'è ver ch'altrui fu dato in sorte
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Questo testo fa parte della raccolta Poesie varie (Marino)/Versi di occasione
iv
Per la morte di una gentildonna.
Tasso, s’è ver ch’altrui fu dato in sorte
mover Stige a pietá, ch’albergo è d’ira,
e viva al suon de la dolente lira
trar donna fuor de le tartaree porte;
ben potrai tu, mentre ch’al ciel per forte
destín costei, che ’l mondo orbo sospira,
sen vola, il ciel, che piú benigno gira,
piegar cantando, e lei ritôrre a Morte.
Sí vedrem per dolcezza al dolce canto
rompersi il marmo, e render di sotterra
a la bell’alma il suo leggiadro manto.
Io, cui manca lo stil, quel sasso santo,
ov’Amor del suo foco il cener serra,
potrò pur forse intenerir col pianto.