Poggia al monte di Pindo e ardito e snello
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VI
A GIOVANNI ANTONIO ARRIGONI
Poggia al monte di Pindo e ardito e snello,
Arrigoni, trascorri a ogn’altro innante,
e de l’invidia il guardo atroce e fello
prendi a calcar con l’onorate piante.
Tra’ cigni di Parnaso altero e bello
apparirá tuo giovenil sembiante,
come fiorito e nobile arboscello
talor verdeggia entro l’annose piante.
Fia che prenda per te dolce martoro,
d’amorosi legami il core involto,
de le vergini muse il sacro coro.
L’alta corona ond’egli ha il capo avvolto,
Febo a te sol dará di sacro alloro,
perché l’altra, di raggi, hai nel bel volto.