Trattato completo di agricoltura/Volume II/Ortaggi coltivati in grande/6

Dello Sparagio

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Ortaggi coltivati in grande - 5 Ortaggi coltivati in grande - 7
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dello sparagio.

§ 864. Lo sparagio (asparagus officinalis) è un ortaggio assai coltivato nel Ferrarese. Questa pianta ha la radice serpeggiante non troppo sotto terra, indicando con ciò di voler sentire l’azione solare, di evitare l’umidità del terreno, e di poter facilmente mandare i suoi getti sopra il suolo.

Quando adunque si vorrà fare una sparagiaja si avrà cura di scegliere un’esposizione soleggiata, pendente verso mezzogiorno, il cui terreno sia sciolto, piuttosto siliceo che argilloso, e profondo acciò si riscaldi prontamente e prontamente lasci defluire l’acqua di pioggia. Alla qualità troppo sciolta del terreno cui di solito va unito anche un certo qual grado di sterilità, specialmente se sabbioso, vi si rimedierà coll’abbondante concime, specialmente colle ceneri, col guano, col nero di raffineria, non che col buon letame da stalla ben consumato.

Uno degli errori comunemente invalso nella formazione delle sparagiaje è quello di ridurle in un fosso, per cui si dice fare la fossa degli sparagi. Questo è un errore grossissimo, ed è un operare in senso affatto contrario a quanto richiede il modo speciale di vegetazione di questa pianta; nella fossa le radici deperiscono immantinente e per l’acqua che vi stagna in occasione di abbondanti piogge o di scioglimento repentino di nevi, e perchè ogni anno riuscendo sempre più profonde nel terreno meno risentono il calor solare e l’influenza dell’aria. Siccome tutto si fa per cieca abitudine, così anche il fare la fossa, ossia il coltivare in terreno depresso lo sparagio, può essere una falsa conseguenza d’una antica pratica realmente giudiziosa: tale pratica era la seguente. — Cavato un fosso, largo a norma dell’estensione che volevasi dare a questa coltivazione, e profondo 0m,90, anticamente usavasi riempire per due terzi questa fossa con grossi pezzi [p. 124 modifica]di legna spaccata, acciò il terreno che al di sopra serviva alla coltivazione degli sparagi fosse facilmente attraversato dall’acqua, e facilmente asciugasse e si riscaldasse, praticando insomma in tal guisa quanto in grande oggidì con grandissima utilità si ottiene col drenaggio. Al di sopra della legna mettevano 0m,20 di terra mista ad ottimo e ben consumato concime, su questa riponevano gli sparagi, che ricoprivano con altri 0m,10 di terra pure mista a concime, e così l’asparagiaja riusciva a livello del restante terreno, riducendo altrove la terra che sopravanzava dalla fossa. Or bene che accadeva? Dopo tre o quattro anni le grosse legna marcivano, e si riducevano sempre più a minor volume, s’abbassavano, e dietro loro traevano la terra sulla quale erasi fatta la piantagione degli sparagi, e così mano mano l’asparagiaja andava infossandosi sino ad essere di 0m,20 più bassa del circostante terreno. All’occhio dunque d’un ignorante coltivatore che cosa presentavasi quando voleva vedere come fosse un’asparagiaja? Ordinariamente una fossa, e così andava a far cavare anch’esso nel suo giardino la fossa degli sparagi. Ecco probabilmente l’origine d’un tal errore. Se all’incontro i nostri avi avessero saputo che con grossi sassi disposti sul fondo della fossa potevano ottenere lo stesso risultato, allora forse i loro posteri non avrebbero vedute le fosse degli sparagi, ed avrebbero risparmiate delle legna, le quali d’altronde non potevano servire d’ingrasso ad una pianta che vegeta così superficialmente nel terreno.

Chi adunque vuol avere una buona asparagiaja, duratura almeno per 20 anni, cavi pure una fossa nell’opportuna esposizione, profonda almeno 0m,80; riempia questa per 0m,60 con grossi ciottoli, al di sopra vi sparga qualche poco di stramaglia o rottami di legna, appena che basti ad impedire che la terra che vi si sovrappone non trascorra immantinenti fra i ciottoli e così renda inutile l’operazione di questa specie di drenaggio. Al di sopra dei ciottoli vi distenda uno strato di terra alto 0m,15 misto, come si disse, ad ottimo concime, poi vi disponga buone e ben monde radici di sparagi da vivajo, osservando che non siano troppo oscure, il che sarebbe indizio che sono troppo vecchie; queste radici le distenda con diligenza alla distanza di 0m,50 per ogni verso in quinconce, ed al di sopra le ricopra con 0m,10 di terra preparata come l’antecedente. Con ciò l’asparagiaia riuscirà di 0m,05 superiore al restante terreno, o per lo meno allo stesso livello [p. 125 modifica]quand’anche la terra smossa adagiandosi si abbassasse, e così questa pianta risentirà il caldo, non soffrirà l’umido al di sotto, nè potrà stagnarvi l’acqua al di sopra.

Per tre anni consecutivi dopo l’impianto non si devono cogliere gli sparagi, ma dovremo tener continuamente mondo e zappato il terreno sottoposto; ricoprendo avanti l’inverno con letame grosso da stalla, non già perchè soffra molto il freddo, ma piuttosto per conservare maggior calore nel terreno ed avere una vegetazione anticipata alla primavera vegnente. Nel marzo d’ogni anno si scoprono, e si smuove il terreno vangando con una forca a tridente, onde non guastare nè tagliare le radici.

Per aver sparagi ancor più presto, senza bisogno di serre calde, alcuni nell’autunno praticano un fosso largo 0m,25 tutt’all’intorno della sparagiaja, profondo 0m,50 e lo riempiono di letame fresco da stalla, ricoprendo parimenti con uno strato di 0m,15 di grosso letame. Con tal mezzo gli sparagi, non solo restano più asciutti e riparati dal freddo atmosferico, ma eziandio riscaldati ai lati dalla fermentazione del letame fresco, e perciò vegetano assai presto in primavera.