Trattato completo di agricoltura/Volume I/Dei cereali/6

Terreno e concime

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Dei cereali - 5 Dei cereali - 7
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terreno e concime pel frumento.

§ 645. Se noi osserviamo la composizione del frumento vediamo abbondarvi l’acido fosforico e per conseguenza i fosfati nel grano, e l’acido silicico ed i silicati nella paglia. Se i fosfati in concorso delle combinazioni azotate servono ad arricchire il grano di glutine, che è ciò che costituisce principalmente la facoltà nutritiva dei cereali, non dobbiamo trascurare anche la robustezza del gambo, il quale cedendo al peso della vegetazione piegherebbe a terra, e per tal modo in tutto od in parte andrebbe perduto il prodotto. Il non tener conto della qualità chimica del suolo ci porta soventi incontro a due errori. Se si ha un terreno argilloso, scarsissimo di silice, e che quando si semina a frumento si concimi abbondantemente con sostanze organiche azotate, il frumento fa una bellissima vegetazione erbacea, mette una bella spiga, ma appena che spiri un poco di vento, che venga una forte pioggia, o che la spiga diventi pesante, il frumento piega [p. 650 modifica]a terra, per mancanza di solidità del gambo, ed il prodotto è minore che se non si fosse concimato. In allora il coltivatore non concima più simili terre per timore che il frumento versi. Si ha all’incontro un terreno molto siliceo, e si concima parcamente, eccovi un bel prodotto di paglia, ma pochissimo grano. Rompesi un prato vecchio, od una cotica di qualche anno, e la seminate a frumento, ed ecco ch’esso versa, anche prima di presentare la spiga, sotto il peso della troppo rigogliosa vegetazione erbacea; e ciò perchè in tal circostanza abbondano le sostanze che favoriscono questo stadio della pianta e non già la costituzione del seme, e la robustezza del gambo.

§ 646. Un terreno adunque sarà per sè stesso atto ad una buona coltivazione di frumento, quando sia argilloso-calcare-siliceo, e che, per le coltivazioni precedenti, sia discretamente fornito di sostanze organiche azotate.

Quanto più il terreno tende all’argilloso, in esso si dovranno coltivare a preferenza i grani teneri, nei più sciolti i grani duri, poichè questi ultimi desiderando maggior calore, richiedono un terreno più riscaldabile.

§ 647. In quanto alla qualità dei concimi, oltre agli emendamenti fisici del terreno, devesi aver riguardo alla qualità chimica del terreno, ed alla coltivazione che precedette quella del frumento.

La qualità chimica del terreno confrontata colla qualità chimica dei prodotti che si riscontrano nel frumento, c’insegnerà che nei terreni argillosi si dovrà ajutare la loro scomposizione, per mettere in libertà la potassa e la soda, col mezzo dei ripetuti lavori, coll’esporli più che si può all’influenza degli agenti atmosferici, collo spandervi la calce viva in polvere, e coll’abbondare in concimi grossolani nè molto azotati, i quali servano a renderli più soffici e pervii all’aria, come sono i letami da stalla non molto scomposti. Nei terreni calcari sarà utile il sovescio, i concimi ben scomposti ed azotati, le ceneri e la fuliggine. Nei silicei più che in ogni altro converrà il sovescio, e l’abbondare coi concimi azotati e ben scomposti; utilissime saranno le ceneri, il nero animale o di raffineria, il guano, il sangue, gli escrementi umani e urina fermentata, le ossa in polvere, ecc. Nei terreni vegetali, ove trovasi tutto ciò che più di tutto serve alla vegetazione erbacea, che lussureggia poi a scapito della formazione del seme, sarà eccellente la calce più d’ogni altro [p. 651 modifica]concime, poichè siffatti terreni sono di solito abbastanza forniti delle richieste sostanze organiche ed inorganiche, e solo trattasi di frenare alquanto il soverchio sviluppo erbaceo della pianta.

§ 648. A pari condizione di terreno i concimi quanto più sono azotati, altrettanto aumentano la quantità proporzionale di glutine contenuto nel frumento, e per conseguenza il di lui pregio, aumentandone la facoltà nutriente.

Eccovi alcune sperienze fatte da Hermbstaed, col frumento autunnale o d’inverno, seminato sopra una superficie scompartita in tante porzioni uguali.

Glutine. Amido. Crusca.
1.a Concimata coll’urina umana 35,1 39,3 25,6
2.a        »           Sangue di bue 34,2 41,3 25,5
3.a        »           Escrementi umani 33,1 41,4 25,5
4.a        »                    »       di montone 32,9 42,8 24,3
5.a        »                    »       di capra 32,9 42,4 24,7
6.a        »                    »       di cavallo 13,7 61,6 24,7
7.a        »                    »       di colombo 12,2 63,2 24,6
8.a        »                    »       di vacca 12,0 62,8 25,7
9.a Non concimata 9,2 66,7 24,1.

Se la maggior o minor facoltà nutritiva da frumento, e d’un cereale qualunque dipende dalla maggiore o minor quantità di glutine contenuto nella farina, importerà poterne conoscere la quantità, e perciò vi rimando al §116.

Quando si dovrà concimare? Nei terreni nei quali il frumento facilmente tende a versare, sarà meglio concimare in primavera, appena che la temperatura arrivi alla media di +5°, cioè al momento in cui tallisce e predispone gli steli, usando di concimi assai scomposti ed adatti alla qualità del terreno e della coltivazione, spargendoveli al di sopra, zappando in seguito, o facendovi passar sopra un erpice leggiero e con molti denti od un intreccio di rami spinosi (detto strusa), allo scopo di mescolare l’ingrasso colla terra, e per meglio farlo andare in contatto colla radici. Nei terreni forti, compatti, e dove non si teme il versare, sarà meglio concimare il terreno prima di lavorarlo.

§ 649. Grandissimo riguardo devesi poi avere alla coltivazione che precedette il frumento, prima di stabilire la qualità e la quantità del concime. Parlando della rotazione già vi [p. 652 modifica]dissi che non si devono far succedere nello stesso campo due prodotti che esigano gli stessi principj, e perciò la coltivazione, che più d’ogni altra indispone il terreno a dare un buon prodotto di frumento, sarà quella degli altri cereali e specialmente quella del frumento istesso. — Ed ecco lo svantaggio fondamentale che presso di noi incontra il frumento, perchè una numerosa popolazione esige un continuo prodotto di grano; svantaggio accresciuto e quasi comandato poi dal contratto con cui il proprietario concede il fondo al coltivatore, specialmente ove questi sia obbligato a retribuire il fitto in una data misura di una o più qualità già stabilite di cereali. Ad eccezione dei fondi irrigabili, il cui contratto di conduzione è a denaro, e che si lavorano a giornata, o col corrispondere al coltivatore una data proporzione dei prodotti che il conduttore o proprietario dirigente ha stabilito di coltivare, negli altri terreni in affitto a grano, al frumento succede il melgone, ed a questo ancora il frumento; che anzi si obbliga il colono a coltivare due terzi del fondo a frumento, il che vuol dire che un terzo del fondo è coltivato a frumento per due anni di seguito. In questi fondi non è possibile una ben intesa coltivazione, nè si otterrà mai da essi il massimo prodotto possibile colla minor possibile spesa, poichè il terreno può conservare in sè molte sostanze che non gli vengono levate nè dal frumento nè dal melgone, ma che potrebbero essere utilissime per altri prodotti senza bisogne di concime.

Ma lasciando da parte quest’arduissima e vitale quistione del contratto per la coltivazione dei fondi, dirò che il frumento riesce bene dopo la coltivazione dei pomi di terra, del lino e del ravizzone, quando in seguito il terreno non si adatti per altra coltivazione estiva; prospera nelle cotiche sovesciate del trifoglio e della medica; e finalmente se il cereale coltivato dapprima abbia levati alla terra pochi fosfati, qual sarebbe l’avena, l’orzo, il riso, il miglio, ecc. Riesce poi assai bene nelle terre che abbiano riposato qualche tempo, e più ancora in quelle che durante quest’epoca abbiano ricevuti varii lavori. Noi vediamo prosperare il frumento anche dopo il melgone, ma ciò dipende che ordinariamente noi lo confrontiamo con quello che succede ad altro frumento, e perchè il terreno trovasi soffice e ben concimato dalla accurata coltivazione di quest’altro cereale. Per meglio intendere l’esposto vi rimando a quel che già vi dissi parlando della rotazione [p. 653 modifica]agraria. Solo vorrei che vi persuadeste che quando anche aumentaste la superficie che vi produce foraggi, questo non vi riuscirebbe a scapito della quantità de’ cereali che ordinariamente raccogliete. Tutti sanno l’antico detto: «desidera il gran podere, ma coltiva il piccolo». La terra rende in proporzione delle cure e non della superficie, e se voi aumenterete il concime, aumenterete pure la quantità di tutti gli altri prodotti. L’Inghilterra e la Fiandra ce ne porgono un evidentissimo esempio: in questi paesi si aumentò il prodotto del frumento col diminuire quasi a un terzo la superficie coltivata a questo cereale, per destinarla alla produzione dei foraggi.