Trattato completo di agricoltura/Volume I/Dei cereali/5

Modo di vegetazione

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modo di vegetazione del frumento.

§ 644. A ben intendere il modo di coltivazione del frumento è necessario conoscere come esso si comporti nel vegetare dall’epoca della nascita sina alla maturità, ed io mi dilungherò un poco su tale argomento e per la sua importanza, e perchè potrò essere assai più breve parlando degli altri cereali. [p. 648 modifica]

Il grano del frumento seminato nell’autunno manda due o tre fogliette prima dell’inverno. Quando sia seminato presto o che l’autunno continua mite, queste prime fogliette appena sorte da terra ingialliscono un poco, finchè le nuove e tenere radici siansi sviluppate abbastanza da servire alla nutrizione; e quando ciò sia avvenuto la pianta rinverdisce, e predisponesi di già il culmo, che però va perduto pel freddo sopravvegnente. Passato l’inverno e ritornata la temperatura media a +5°, la pianta, che mostra ancora le foglie un poco ingiallite, nuovamente rinverdisce, perchè manda altre raaici dalla corona del nodo inferiore; e dal nodo che è a fior di terra veggonsi nascere delle altre pianticelle, come diramazioni, il che dicesi tallire.

Dopo questo momento la pianta continua a crescere in parte erbacea ed in radici, le quali, se incontrano buon terreno e soffice, s’approfondano di molto persino a trovarsene di qualche metro di lunghezza. La spiga del frumento è già formata al primo allungarsi degli steli, la sua lunghezza è già fissata, e solo possono mantenersi o diminuire le suddivisioni, secondo che il terreno ed il clima siano o no favorevoli.

Generalmente si teme assai la pioggia durante la fioritura, a motivo ch’essa impedisce d’ordinario la regolare fioritura e la fecondazione. Ciononpertanto questa massima, vera in genere, non è però tanto da temersi pel frumento, poichè un attento botanico osservò che la fecondazione del frumento, si fa al coperto entro gl’involucri, prima ch’essi si aprano e diano uscita al fior maschio. Infatti, se non fosse così, in moltissimi anni andrebbe intieramente perduto questo prodotto, e nell’Italia superiore è ben raro quell’anno in cui non piova all’epoca della fioritura. Pure quando ciò avvenga e che le piogge continuino per alcuni giorni, scorgesi che il raccolto non è molto abbondante; ma ciò può darsi a motivo del raffreddamento del terreno causato dalle piogge in momento inopportuno, le quali non favoriscono lo sviluppo dei grani delle varie suddivisioni della spiga, ed anche perchè l’umidità troppo continuata può penetrare gl’involucri del fiore e guastare l’interna fecondazione. Le piogge adunque saranno da temersi soltanto se prolungate o troppo abbondanti.

Compiuta la fecondazione ed arrivata a maturità la spiga, il grano non può dirsi ancor maturo, quantunque la pianta abbia già cessato di nutrirsi dal suolo. Il grano staccato a [p. 649 modifica]quest’epoca col disseccare diverrebbe rugoso perchè contiene proporzionatamente ancora tropp’acqua. Se invece si aspetta ancora qualche giorno il grano si fa più duro, tondeggiante e perde ben poco di volume anche coll’essiccamento. Questa maggior quantità di materie solide proviene da una specie di assorbimento che il grano esercita sulla parte erbacea, attirando a sè coll’evaporazione della propria acqua nuovi materiali dal tessuto della pianta. Ma, come ben si può intendere, ciò non può avvenire che allorquando la temperatura atmosferica sia elevata, e che il terreno, in cui giaciono le radici, presenti una temperatura minore dell’atmosferica. Che se per caso l’atmosfera in quest’epoca si facesse fredda, il terreno, conservando ancora la temperatura ricevuta precedentemente, si troverebbe più caldo, e per tal modo i sughi contenuti nella pianta invece di prendere una direzione dal basso in alto, ne seguirebbero una dall’alto al basso, ed il grano che ancor contiene acqua e sughi non ancor condensati, si avvizzirebbe ancor più, lasciandoci un raccolto scarso, di grano assai piccolo, rugoso e di color più oscuro dell’ordinario. Un tale effetto producono le nebbie che talvolta avvengono poco prima la maturanza del frumento, e che il volgo, annunziando una contraria spiegazione, dice che succhiano il grano.