Wikisource:Testi importati da Wikipedia/Associazione Arditi d'Italia

ASSOCIAZIONE FRA GLI ARDITI D'ITALIA

Programma e Statuto del dopoguerra.

Art. 1: Il 1º gennaio 1919, per iniziativa di Mario Carli (Capitano degli Arditi), è stata fondata a Roma l'«Associazione fra gli Arditi d'Italia», appoggiata dal giornale Roma Futurista, organo del Partito Futurista.

Art. 2: L'Associazione non ha scopo politico. L'associazione ha lo scopo di riunire in un unico fascio tutti gli Arditi autentici, che combatterono volontariamente e consciamente per la grandezza d'Italia, e di formare con essi una poderosa organizzazione di mutuo aiuto, di lavoro e di lotta, che continui in tempo di pace la spinta ascensionale della grande Nazione italiana.

Art. 3: L'Associazione si propone di mantenere viva quella fiamma di idealità e quello spirito di ardimento che han fatto degli Arditi i migliori soldati del nostro esercito e di tutti gli eserciti in guerra, conservando nel Paese l'atmosfera dell'Arditismo (orgoglio italiano, spirito di avventura, interventismo, coraggio fisico e morale, adorazione dell'energia e solidarietà). Le balde giovinezze che hanno spalancato le loro giubbe di combattenti per dare più largo respiro ai loro cuori animosi, si metteranno alla testa di ogni nuova lotta che si presenti, nel campo del pensiero e nel campo dell'azione, marciando in nome di due idealità: Italia e Progresso.

Art. 4: L'Associazione, rispetto a questo programma, sarà un vero rimorchiatore della grande massa del popolo, continuerà cioè ad essere, come in guerra, l'agilissima avanguardia della Nazione.

Art. 5: Un grande impulso sarà dato all'educazione fisica e all'esercizio muscolare, creando palestre, gare sportive, clubs ginnastici, scuole di boxe e di scherma, e tutto ciò che potrà tenere in allenamento i giovani avvezzi all'energia della vita di guerra.

Art. 6: Per la parte economica, l'Associazione si propone di tutelare con la massima imparzialità gli interessi collettivi e personali dei soci, i quali, nella loro qualità di combattenti e di Arditi, hanno diritto di vedere debitamente riconosciuti i sacrifici fatti per la gloria d'Italia, e di non essere posposti in nessuna circostanza a coloro che questi sacrifici non hanno affrontato, o li hanno affrontati in misura inferiore, o li hanno subiti loro malgrado. L'Associazione si preoccuperà immediatamente del gravissimo problema della disoccupazione, cercando di evitare con ogni mezzo che nelle sue file, formate da giovani esuberanti, le cui impazienti energie non possono rimanere neppure per un giorno inerti, vi siano dei disoccupati. A tale scopo si daranno pubblici spettacoli «Pro Arditi», si faranno appelli alla cittadinanza affinché si possa ottenere un fondo cassa per alleviare in parte, mediante sussidi settimanali, i bisogni degli Arditi disoccupati.

Art. 7: Nell'Associazione fra gli Arditi possono entrare:

1) Coloro che prima dell'armistizio hanno fatto parte di un Reparto d'assalto (fiamme nere, fiamme rosse, fiamme verdi) e che non ne furono allontanati d'autorità per mancanza dei requisiti necessari;

2) Coloro che prima dell'armistizio hanno fatto parte dei plotoni o nuclei di Arditi reggimentali di fanteria (compresi granatieri, bersaglieri, alpini, etc.), nonché gli Arditi del mare e del cielo, accolti previo esame del loro stato di servizio;

3) Coloro che sono entrati nei Reparti d'assalto dopo la firma dell'armistizio, purché possano dimostrare di averne fatto domanda prima del 24 ottobre 1918 (inizio dell'ultima battaglia).

Art. 8: Le quote dell'Associazione sono le seguenti: Per gli ufficiali L. 10 all'anno. Per i sottufficiali L. 5. Per i militari di truppa L. 2, pagabili anche in due rate semestrali.

Art. 9: Sono state fondate finora le seguenti sezioni, guidate da Comitati d'azione locali: ROMA (Comitato Centrale), Corso Umberto I, 101; MILANO, Via Cerva, 23; TORINO, Galleria Nazionale, scala B; FIRENZE, Via Cavour, 2; ANCONA, Via del Comune, 1; BOLOGNA, provvisoriamente presso Il Giornale del Mattino; GENOVA, presso Tenente Pasini (Scuola Superiore di Commercio);

FEDERAZIONE TRA LE CASE DELL'ARDITO (10 Agosto 1919)

Fiamme Nere — Fiamme Rosse — Fiamme Verdi — Arditi di Reggimento Comitato Centrale A noi!

Arditi! Estranei alla politica di parte, noi abbiamo però un preciso ed imperioso dovere: difendere gli ideali purissimi della nostra guerra, di cui fummo i più caratteristici esponenti — di cui ancora rappresentiamo la parte più viva e più bella. Ora, da qualche tempo, quelle tali fazioni che la guerra avversarono e che noi — guerreggianti — tradirono, stanno sostenendo una serrata ed abile campagna, per screditare, non solo, la guerra e chi la volle e chi la fece; ma per scendere dal banco degli accusati, ove dovrebbero e dovranno stare, e per ergersi accusatori. La mossa è astuta: prendere l'offensiva — data la certezza di non poter sostenere la difensiva. Pariamo la mossa, e ricacciamo alla gogna costoro che (dopo averci traditi o accoltellati alle spalle mentre guazzavamo nella fanghiglia delle trincee e mentre essi s'impinguavano di salari favolosi) ora vorrebbero accusare la guerra e chi la volle, e nello stesso tempo farsi difensori — protettori — amici dei soldati. Soldati siamo noi — soldati abbiamo guidato noi contro la morte; e ci conosciamo; e ne conosciamo l'animo fin dentro le più riposte fibre — e sappiamo ciò che i soldati pensano di coloro che lavoracchíavano nel dietro-fronte e all'interno. E sappiamo che i combattenti accuseranno essi stessi — chi ci sarà da accusare — esigeranno essi per i primi la punizione di TUTTI i colpevoli: ma rigettano e rigetteranno il patrocinio di simili luridissimi avvocati, che sui nostri morti, sulle nostre mutilazioni e ferite e sofferenze, vogliono speculare per turpe fine. Quindi diciamo: Basta! Ed invitiamo tutti voi, Arditi, a reagire energicamente perché la mossa subdola di chi non ha mai visto il volto della morte e dell'Italia, sia sventata e fiaccata. Fate subito un lavoro intenso di contro-disfattismo. All'attacco — rispondete attaccando: Ben la conoscete questa tattica, Arditi di tutte le Fiamme! Contrattaccate, e trascinate con voi tutti quei partiti e quegli uomini e quei giornali che — pur pensando onestamente in questa turpe ora — non hanno la forza, l'energia, il coraggio, la chiaroveggenza di muoversi; e lasciano che una iniqua, falsa e dannosissima propaganda si svolga, senza muovere un dito per vincerla ed annientarla.

A noi! Il comitato dirigente