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Il "sugo" della nostra storia Il Romanzo dell'Italia Unita da Manzoni a Verga Milano e Comune di Milano Cultura, Expo, Moda, Design LE MOSTRE DI PALAZZO SORMANI Il "sugo" della nostra storia Il Romanzo dell'Italia Unita da Manzoni a Verga a cura di Luigi Sansone 150° anniversario Unità d'Italia Biblioteca Comunale Centrale "Palazzo Sormani" Corso di Porta Vittoria 6, Milano Il "sugo" della nostra storia Il Romanzo dell'Italia Unita da Manzoni a Verga Biblioteca Comunale Centrale "Palazzo Sormani" Scalone Monumentale della Sala del Grechetto 30 settembre - 24 novembre 2011 Milano Comune di Milano Cultura, Expo, Moda, Design Sindaco Giuliano Pisapia Assessore alla Cultura Stefano Boeri Direttore Centrale Cultura Giulia Amato Direttore Settore Biblioteche Aldo Pirola BCM Biblioteca Comunale Centrale "Palazzo Sormani" Organizzazione Ufficio Conservazione e Promozione Curatore della mostra Luigi Sansone Progetto e realizzazione allestimento Muon Fotografie Matteo Zarbo In copertina, Emilio Magistretti (1851-1936) Gli arazzi di Rubens a casa Sormani. Olio su tela, 1881. Milano, Civiche Raccolte Storiche 150° anniversario Unità d'Italia in collaborazione con CIVICA RACCOLTA DELLE STAMPE "ACHILLE BERTARELLI" FAMIGLIA MENEGHINA SOCIETà DEL GIARDINO Associazione Culturale Biblioteca Famiglia Meneghina - Società del Giardino RACCOLTE STORICHE PALAZZO MORIGGIA MUSEO del RISORGIMENTO LABORATORIO DI STORIA MODERNA CONTEMPORANEA Si ringraziano per la collaborazione Aliosca Alfieri Ruggero Assandri Pietro Coletta Impaginazione Giuseppe Corti Nicola Nicodemi Stampa Civica Stamperia del Comune di Milano E la storia può bensì enunciare i fatti, esporli, classificarli, ma sempre lasciandoli materia inerte, scheletro senza carne e senza moto; spetta al romanzo, a lui come alla tragedia, a rivestirli, a rianimarli, a trasfondere in essi il soffio immortale della vita Carlo Tenca Nell'armo dedicato alle celebrazioni del centocinquantesimo dell'Unità d'Italia, la Biblioteca Comunale Centrale "Palazzo Sormani" in collaborazione con le Civiche Raccolte Storiche di Milano, la Raccolta delle Stampe "Achille Bertarelli", la Società Storica Lombarda, la Biblioteca dell'Associazione Culturale Famiglia Meneghina - Società del Giardino ha voluto dedicare una mostra a quei componimenti misti di storia e di invenzione che accompagnarono le fasi di conquista dell'Unità d'Italia. Allestito lungo lo Scalone Monumentale della Sala del Grechetto di Palazzo Sormani, il percorso ha proposto edizioni originali di romanzi ottocenteschi, spartiti musicali e libretti di opere per musica, opuscoli e volantini d'epoca di propaganda garibaldina, lettere autografe, stampe, dipinti e cimeli provenienti dagli Istituti culturali coinvolti nell'iniziativa e dalle ricche raccolte di Palazzo Sormani. Considerato veicolo prindpale delle idee liberali e risorgimentali, il romanzo storico ebbe un grande successo nella prima metà dell'800 con il risveglio del sentimento nazionale e la sua popolarità non solo determinò la nascita di un nuovo pubblico di lettori - le donne e il nuovo artigianato urbano - ma venne amplificata dal melodramma che, attingendo trame e soggetti alle opere degli epigoni dello Scott e del Manzoni, finì per divenire mezzo di diffusione da nord a sud della penisola dei loro contenuti letterari e del messaggio patriottico, oltrepassando i confini degli Stati Preunitari. Raggiunta l'Unità d'Italia e calmati gli entusiasmi e gli ardori della conquista, tali componimenti subirono dal punto di vista sia formale sia contenutistico un rinnovamento strutturale, trasformandosi in romanzo sociale. Partendo dal padre del romanzo storico italiano, Alessandro Manzoni, fino all'esponente principale del verismo, Giovanni Verga, la mostra ha inteso documentare il profondo legame tra letteratura e vicende storiche risorgimentali, riconoscendo nell'evoluzione di tale genere letterario e nelle aspirazioni dei suoi autori gli ingredienti del sugo" che è il senso della nostra noria. Aldo Pirola Direttore del Settore Biblioteche-Comune di Milano Letteratura, arte e donne del Risorgimento italiano di Luigi Sensale Forsan et haec olim meminisse juvabit Forse gioverà un dì il ricordare tutto questo Virgilio, Eneide Il romanzo storico in Italia La nascita del romanzo storico si fa risalire al 1814, data della pubblicazione di Waverly di Walter Scott (1771-1832), in cui è narrata la guerra civile tra gli Inglese gli Scozzesi. Ma il romanzo storico che ebbe grande importanza per lo sviluppo e l'affermarsi del nuovo genere letterario in Italia fu Ivanhoe, 1820, dello stesso Scott, tradotto in italiano da Gaetano Babieri nel 1822. Ivanhoe trasfigura il conflitto anglo-scozzese nel conflitto normanno-sassone all'epoca di Riccardo Cuor di Leone. Le tematiche più rilevanti proposte da Scott sono il coraggio,l'eroismo e l'onestà del buon cavaliere, ma il tema dominante è la rievocazione della lotta tra Sassoni e Normanni. La produzione storico letteraria di Scott fu influenzatta dai radicali mutamenti che avevano modificato il volto dell'Europa nel corso del Settecento, soprattutto la rivoluzione francese che scosse l'occidente. Il romanzo storico, forma ibrida mista di verità e di fantasia, che appaga l'interesse idealistico per la storia e il culto romantico per le tradizioni patrie, si affermò in Italia negli anni Venti dell'Ottocento con il risveglio del sentimento nazionale e si sviluppò durante tutto il ventennio successivo, esaurendsi solamente con la raggiunta Unità d'Italia che avvenne il 18 febbraio 1861 a Torino con l'inaugurazione del primo Parlamento Italiano che acclamò Vittorio Emanuele II Re d'Italia e il successivo 17 marzo quando fu proclamato Re d'Italia; subito dopo il Parlamento Italiano promulgò la legge dell'unificazione italiana, auspicando Roma Capitale. Il 20 settembre 1870, attraverso la breccia di Porta Pia, i bersaglieri entrarono nelle città, conquistando all'Italia la sua capitale storica. Tra i primi romanzi italiani a sfondo storico che incontrarono il favore del pubblico ricordiamo: La calata degli Ungheri in Italia, 1823, di Davide Bertolotti; Sibilla Odaleta, scritto tra il 1822-23 ma pubblicato nel 1827 di Carlo Varese, che é anche autore dei romanzi I prigionieri di Pizzighettone, 1829, e Folchetto Malaspina, 1830. I prigionieri di Pizzighettone si incentra sull'episodio della guerra tra Francesco I e Carlo V, che segui alla battaglia di Pavia, cioè sulla prigionia del re francese nella fortezza di Pizzighettone, mentre Folchetto Malaspina si svolge al tempo delle crociate e del Barbarossa; tra i successivi romanzi hanno avuto particolare rilievo: Cabrino Fondulo, 1827, di Vincenzo Lancetti, in cui è narrata la storia di Cabrino Fondulo di Soncino che divenne signore di Cremona, ma dopo lunghi intrighi venne tradito e decapitato a Milano nel 1425; I Lambertazzi e i Geremei, 1830, di Defendente Sacchi, che narra la storia dell'amore infelice di Bonifazio Geremei con Imelda Lambertazzi, sullo sfondo di Bologna nel secolo XIII. (1) Certamente, il romanzo di Alessandro Manzoni I promessi sposi, 1827, favorì la diffusione del romanzo di carattere storico in Italia, ma soprattutto la situazione politica italiana spronò gli scrittori a recuperare le vicende storiche dell'Italia che si erano susseguite dal Medioevo, epoca in cui si pensava di poter ritrovare i primi germi della futura nazione italiana, al Risorgimento, per far conoscere esempi eroici di libertà e di resistenza all'oppressione dello straniero. Il romanzo storico in Italia, ambientato nel passato, quindi apparentemente non coinvolto nella storia e nei fatti politici contemporanei, divenne lo strumento per veicolare idee liberali e risorgimentali e servì agli scrittori come stratagemma per aggirare la censura imposta dai governi stranieri. Ambientato nel Medioevo è il racconto La battaglia di Benevento, 1827-28, di Francesco Domenico Guerrazzi, sostenitore degli ideali repubblicani, che narra la guerra tra gli Svevi e gli Angioini durante il Duecento. Guerrazzi è inoltre autore di Assedio di Firenze, 1836, e Pasquale Paoli, ossia La rotta di Pontenuovo. Racconto corso del sec. XVIII, 1860, Quest'ultimo, ispirato alle lotte di liberatone dei popoli è dedicato a Giuseppe Garibaldi. Gli avvenimenti raccontati nel romanzo Il castello di Trezzo, 1826, del milanese Giambattista Bazzzoni (1803- 1850), si svolgono nel 1385, ai tempi di Barnabò Visconti; Bazzoni è anche l'autore del romanzo storico Il falco della rupe o La guerra di Musso pubblicato nel 1829, lo stesso anno di pubblicazione de La monaca di Monza di Giovanni Rosini che riscosse grande successo tra i lettori. Nel periodo 1830-48, in concomitanza ai moti insurrezionali che attraversano l'Italia, furono pubblicati numerosi romanzi che riscossero il favore del pubblico: Preziosa di Sanluri, 1832, e Torriani e Visconti, 1839, di Carlo Varese: il primo è ambientato nella Sardegna del 1470 quando Giovanni di Sanluri e il marchese di Oristano tentarono di sollevare la popolazione per cacciare la dominazione straniera rappresentata sulla isola dal viceré Nicolò Carroz, mentre il secondo si riferisce al 1310 circa, quando Arrigo VII di Lussemburgo cala in Italia e gli si oppone Guido della Torre che governava Milano, come capitano del popolo. Seguono ancora Marco Visconti, 1834, di Tommaso Grossi, racconto di suggestione romanaca che ricostruisce la Lombardia del Trecento, in cui è narrato l'amore sfortunato tra Bice del Balzo e Ottorino Visconti, osteggiato dal cugino Marco. Grossi è inoltre autore del poema eroico in quindici canti I Lombardi alla prima crociata, 1826, titolo dell'omonima opera di Giuseppe Verdi, del 1643,la cui musica ebbe una risonanza profonda nello spirito del Risorgimento nazionale; Noti sono poi Margherita Pusterla, 1838, di Cesare Cantù, in cui si narra delle persecuzioni del tiranno Luchino Visconti contro Margherita e Francisonlo Pusterla; Ettore Foieramosca ossia La diffida di Barletta, 1833, e Nicolò de' Lapi, 1841, di Massimo d'Azeglio: nel primo sono raccontate le avventure di tipo romantico-cavalleresco svoltesi intomo a un episodio delle guerre l'Italia nel 1503, tra francesi e spagnoli per il possesso del reame di Napoli, nel secondo romanzo si celebra l'epica lotta sostenuta da Firenze nel 1530 per la sua libertà; Il Duca d'Atene (1837), di NicoLò Tommaseo, di ambientazione fiorentina, descrive la cacciata popolare del Duca Gualtieri di Brienne dalla città nel 1343; Luigi Capranica nei suoi romanzi Giovanni delle Bende Nere, 1857, e Paolo Sarpi, 1863, illustra con evidente intento patriottico personaggi che si sono distinti nelle vicende storiche italiane. Intorno alla metà dell'Ottocento, quando l'interesse per il romanzo storico tradizionale di derivazione romantica va scemando, si assiste al trapasso dal romanzo storico-fantastico a quello storico-realistico rappresentato dai seguenti romanzi: Lorenzo Benoni, 1853, Dottorre Antonio, 1855, del genovese Giovanni Ruffini (2) patriota ed esule a Londra, che descrivono con allusioni biografiche ed autobiogranche la gioventù liberale che si raccoglie attorno a Giuseppe Mazzini dai primi moti del Risorgimento italiano al 1848; Cento anni, 1859-60, di Giuseppe Rovani, di ambientazione contemporanea, dedicato ala vita milanese dal 1750 al 1850, tanto ricca di rivolgimenti politici. Quest'ultimo romanzo, insieme a Confessioni di un italiano, 1867, di Ippolito Nievo, diedero un decisivo contributo all'evoluzione del romanzo storico-realistico in Italia. Nievo nel suo romanzo racconta, sotto forma autobiografica la vicenda storica di Carlo Altoviti, dalla campagna napoleonica in Italia alle rivoluzioni del 1848, è la testimonianza di una vita trascorsa come patriota, ma soprattutto come uomo che ha vissuto il cambiamento della propria identità da veneziano ad italiano, nell'incipit del romanzo infatti afferma: "Io nacqui veneziano (...) e morrò per grazia di Dio italiano quando lo vorrà quella Provvidenza che governa misteriosamente il mondo". Tra le opere letterate più rappresematve dell'età risorgimentale sono le prose dei memorialisti, narrazioni della diretta pntecipazione dei protagonisti agli avvenimenti e alla formazione degli ideali del Risorgimento: Le mie prigioni, 1832, di Silvio Pellico, I miei ricordi, 1867, di Massimo D'Azeglio (3), Ricordanze della mia vita, 1879, di Luigi Settembrini. A Giuseppe Cesare Abba, scrittore, eroico garibaldino dei Mille, poeta, illustratore della leggendaria impresa e combattente nelle campagne del 1859,'60 e'66, si devono le pubblicazioni Da Quarto al Volturno, La storia dei Mille, La vita di Nino Bixio, Garibaldi. I pittori degli avvenimenti storici Numerosi sono i pittori dell'Ottocento (4) che con le loro opere hanno immortalato scene ed eventi del Risorgimento e celebrato alcume importanti tappe nel progresso politico e scientifico dell'Italia, tra questi ricordiamo il genovese Nicolò Barabino (1832-1891) che tra il 1873 e il 1876 affresca il Salone di Rappresentanza del Palazzo Celesia a Genova con vicende della storia italiana antica, dai Vespri siciliani che nel 1282 diedero l'avvio alla rivolta popolare contro i francesi a Pier Capponi capo e difensore della Repubblica di Firenze dopola cacciata dei Medici, a Galileo Galilei deriso davanti al Tribunale della Inquisizione. Barabino esegue anche, tra il 1876 e il 1887, le grandi tele e le pitture murali di Palazzo Orsini, a Genova, che celebrano illustri italiani: Dante Alighieri, Galileo Galilei, Cristoforo Colombo, Alessandro Volta. Altri artisti si sono cimentati in temi storici, tra essi Giuseppe Bisi, artista rinomato per soggetti di battaglie con il dipinto I lombardi alla prima crociata; il napoletano Bernardo Celentano (1835-1863) con i suoi soggetti storici; Cherubino Cornienti, con numerosi quadri di personaggi storici, Federico Barbarossa, Trivulzio dinanzi a Luigi di Francia, Leonardo e Ludovico Il Moro, Michelangelo e Giulio II. Il pittore milanese Sebastiano De Albertis seguì Garibaldi nelle campagne del 1859, 1860 e 1866, perciò la epopea garibaldina ebbe un peso determinante nella sua pittura matura che lo indusse a dipingere scene di battaglie, marce polverose, soldati a cavallo, soste, vedette e appostamenti. Il napoletano Michele Cammarano, allievo di Filippo Palizzi all'Accademia di Belle Arti di Napoli, esordì nel 1855 all'Esposizione di Napoli con I Crociati che abbattono alberi per costruire macchine belliche, a questo primo soggetto storico ne seguirono altri dello stesso tipo, nel 1871 inviò ad una mostra a Milano la Carica dei bersaglieri, dipinta dopo aver assistito due anni prima alla presa di Roma,in seguito al successo ottenuto con quest'ultima opera egli dipinse altre scene di battaglie tra cui la Battaglia di San Martino, 1883, che gli procurò grande fama. Eleuterio Pagliano, pittore-soldato, combatté nelle Cinque Giornate di Milano (1848), poi a Roma nel 1849 con Garibaldi per la difesa della Seconda Repubblica Romana dove, durante l'epico assedio, Luciano Manara ferito mortalmente gli spirò tra le braccia: l'episodio gli suggerì il quadro La morte di Luciano Manara ora nella Galleria Nationale a Roma; sempre con Garibaldi combatté a Varese nel 1859. La partecipazione a questi eventi spiegano la sua predilezione per soggetti rappresentanti l'epopea del Risorgimento, come la tela di grandi dimensione Lo sbarco di Garibaldi e dei suoi Cacciatori delle Alpi a Sesto Calende, il 23 maggio 1859, ora ai Musei Civici di Varese. Gerolamo Induno (1827-1890), fratello minore di Domenico, dopo gli avvenimenti dele Cinque giornate di Milano si rifugiò in Svizzera e poi a Firenze, arruolandosi tra i volontari del generale Medici e con essi partecipò agli eventi romani per la difesa di Roma dove, il 22 giugno 1849, a Villa Spada fu ferito; questi episodi gli ispirarono opere di tema risorgimentale quali Porta San Pancrazio dopo l'assedio del 1849 e La difesa del Vascello, Garibaldi sul Gianicolo, Garibaldi visita i feriti, L'incontro di Garibaldi con Vittorio Emanuele II. Dopo aver partecipato anche alla campagna di Crimea, si arruolò di nuovo nelle file garibaldine, divenendo l'interprete ufficiale dell'epopea risorgimentale che gli ispirò appassionate tele di soggetto patriottico quali L'imbarco a Genova del generale Giuseppe Garibaldi e La battaglia di Magenta. Anche il fratello Domenico Induno (1815-1878), esule per sfuggire alla repressione austriaca, eseguì la Questura, 1848, un'opera allusiva alle clandestine sottoscrizioni mazziniane; in seguito dipinse Dolor del soldato, Episodio delle Cinque Giornate, Povera Venezia, La lettera del campo, Il richiamo di Garibaldi, La pace di Villafranca, in quest'ultimo dipinto Napoleone III e l'imperatore Francesco Giuseppe si accordano a Villafranca per l'interruzione delle ostilità. Francesco Hayez, pittore neoclassico e massimo esponente del romanticismo storico in pittura, nel 1820 realizzò la sua prima opera di ispirazione medievale Pietro Rossi prigioniero degli Scaligeri a Pontremoli e due anni dopo dipinse I Vespri siciliani, tema ricorrente nell'iconografia dei pittori romantici dell'Ottocento e titolo della famosa opera di Giuseppe Verdi rappresentata a Parigi nel 1855. Inoltre, il dipinto Pietro l'Eremita, di Hayez, fu considerato il manifesto della pittura civile dell'epoca, fu lodato dalla critica liberale e da Giuseppe Mazzini che videro nella scelta del soggetto storico la volontà di rapproentare allusioni al Risorgimento Italiano; l'opera si ispiro a testi letterari contemporanei come "Storia delle crociate" e "I Lombardi alla prima crociata". L'azione si svolge ne Medioevo: il frate Pietro l'Eremita incita gli italiani a liberare Gerusalemme, una chiara allusione agli italiani a liberarsi dalla occupazione straniera! Hayez é inoltre autore di ritratti di illustri personaggi dell'Ottocento quali Alessandro Manzoni, Massimo d'Azeglio, Camillo Benso di Cavour, la contessa Clara Maffei e la principessa Cristina Trivulzio di Belgiojoso, queste ultime due ferventi patriote. Il fiorentino Giuseppe Bezzuoli è stato un altro interprete della pittura storica risorgimentile rappresentando temi romantici tratti dalla storia medievale con un linguaggio pittorico neoclassico, tra i suoi lavori più noti L'entrata di Carlo VIII a Firenze, 1829. Telemaco Signorini, caposcuola dei macchiaioli toscani, volontario nelle file dei garibaldini nella guerra del 1859, oltre ad aver dipinto tematiche risorgimentali come La carica deglii Zuavi e l'artiglieria toscana a Montichiarsalutata dai francesi a Solferino, 1860, si interessò anche alle tematiche sociali come testimoniano i dipinti Bagno penale a Portoferraio, in cui è rappresentato il dramma della solitudine di un folto gruppo di uomini all'interno di un carcere, e Sala delle agitate al San Bonifazio, dove alcune donne private della loro libertà sono recluse in un'anonima stanza di un istituto mentale. La vita degli esseri umili, degli emarginati, degli oppressi dal destino divennero temi cari ai pittori dell'Italia post-unitaria come Angelo Morbelli e Attilio Pusterla che dipinsero rispettivamente Inverno al Pio Albergo Trivulzio, in cui è testimoniata la triste condizione degli anziani soli,e Alle cucine ecomomiche di Porta Nuova, dove i poveri con grande dignità siedono ai tavoli della mensa cittadina. Giovanni Fattori, il noto pittore macchiaiolo toscano, prese parte alle battaglie per l'Unità d'Italia collaborando con il Partito d'Azione come "Fattorino di corrispondenza". Nel 1862 dipinse il primo lavoro di soggetto risorgimentale, Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta e a partire da quest'opera il soggetto militire diverrà uno dei favoriti nelle opere di Fattor: battaglie, soldati nei bivacchi, perlustrazioni, cariche di cavalleria. Il giovane pittore Silvestro Lega (1826-1895), fervente repubblicano mazziniano, nel 1848 partecipò alla cammpagna di Curtatone e Montanara. Tra le sue opere ispirate al tema risorgimentale ricordiamo: Ritorno di bersaglieri italiani da una ricognizione, Ritratto di Giuseppe Garibaldi, Gli ultimi momenti di Giuseppe Mazzini e Don Giovanni Verità,in quest'ultimo ritrasse il famoso sacerdote-carbonaro, ardente patriota ed avversario del potere temporale del "Papa Re" nel periodo del Risorgimento, che nel 1849 salvò Garibaldi inseguito dalle truppe francesi e austriache. Mosè Bianchi, partecipò nel 1859 alla campagna con Garibaldi contro gli austriaci, dipinse mirabili quadri storici come La Signora di Monza, 1865, e I fratelli sono al campo, 1869, in quest'ultimo raffigura alcune giovani donne prostrate in preghiere per la salvezza dei fratelli combattenti nella Terza Guerra di Indipendenza, dove unisce il verismo dell'immagine alla retorica del sentimento pattriottico e religioso. Cesare Maironi (1824-1891) dipinse la tela Garibaldi alla fonte di Calvarola in cui sono raffigurati alcuni patrioti tra i quali Giovanni Comi, medico di Garibaldi durante il suo soggiorno a Trescore Balneario nel maggio 1862. Comi fu anche medico di campo durante la terza guerra di indipendenza. Garibaldi nel 1862 si recò a Trescore Balneario per cure termali ma in realtà era lì per preparare una spedizione militare contro l'Austria per liberare il Trentino. L'esercito monarchico, tuttavia, arrestò i garibaldini mettendo fine alla impresa (5).

Note 1-Tra i precursori del romanzo storico ricordiamo Ugo Foscolo con Le ultime lettere di Jacopo Ortis 1801, a cui seguirono le edizioni del 1816 e 1817, e Diodata Roero Saluzzo (1774-1840) scrittrice torinese, con la novella storica Il castello di Binasco, 1819, ambientata nel Trecento. 2-Giovanni Ruffini(1807-1881) condannato a morte per la partecipazione ai moti mazziniani,fu a lungo esule; egli fu tra i primi ad aderire alla Giovane Italia fondata a Marsiglia nel 1831 da Giuseppe Mazzini, Agostino Ruffini(1812-1855) fratello minore di Giovanni, fu fedelissimo al Mazzini, fu perseguitato ed esule fino al 1848. Anche Gabriele Rossetti (Vasto 1783-Londra 1854) poeta e compositore d'opera, per il suo appoggio agli insorti dei moti liberali del 1820 fu costretto all'esilio a Malta e poi, dal 1824, a Londra. 3-Massimo d'Azeglio (1798-1866) oltre che uomo politico e romanziere fu anche pittore. Prese parte alla guerra contro gli austriaci e fu ferito gravemente a Vicenza (1848). Sposò in prime nozze, la figlia primogenita di Alessandro Manzoni (Giulia). 4-Oltre ai pittori citati ricordiamo anche Giuseppe Bisi, Guglielmo Castoldi, Vincenzo Camuccini, Giuseppe Diotti, Federico Faruffini e Bartolomeo Giuliano, dei quali le Civiche Raccolte di Milano consevano alcuni dipinti rappresentanti scene storiche. 5-Due figli di Giovanni Comi, Cesare (1844-1900) e Vincenzo (1848-1930) furono due ferventi Garibaldini, il primo fece parte della spedizione dei Mille, il secondo si guadagnò la medaglia d'oro nel 1866 combattendo con Garibaldi. Nel dipinto si riconoscono da sinistra la signora Picinini (seduta), Daniele Picinini, Aluro Giovanni, Lura Agostino, Cav. Dr. Comi Giovanni, G. Garibaldi, Isnenghi Enrico, Cristofori Giacomo [sic in didascalia] Le donne del Risorgimento Alla causa risorgimentale per l'Unità d'Italia parteciparono a vario titolo numerose donne, alla già ricordate Cristina Trivulzio di Belgiojoso, si aggiungono: Rose Montmasson, patriota italiana nativa della Savoia, allora parte del Regno di Sardegna, moglie di Francesco Crispi e partecipante alla spedizione de Mille, si distinse nella battaglia di Calatafimi per le cure date ai feriti e per il suo coraggio tra i combattenti nel portare in salvo i colpiti; Giuditta Tavani Arquati (1830-1867) incinta del quarto figlio morì con il marito, con il figlio dodicerme e altri cospiratori nel massacro nel lanificio Giulio Ajani nel quartiere romano di Trastevere, dove si erano riuniti per preparare una sommossa e far insorgere la città contro il governo di papa Pio IX. Le mattina del 25 ottobre 1867, giorno in cui Garibaldi prendeva Monterotondo nel corso della terza spedizione per liberare Roma, le truppe pontificie avvertite da una spia circondarono il luogo dove erano rifugiati i cospiratori e dopo alcune ore di combattimento, sopraffatti dal numero dei soldati e dalle armi, Giuditta Tavani Arquati e il resto dei difensori furono trafitti dalle baionette; Colomba Antonietti Porzi perse la vita sotto il fuoco dell'artiglieria francese nei combattimenti in prima linea per la difesa della Repubblica Romana a Porta San Pancrazio, il 13 giugno 1849. Così Francesco Domenico Guerrazzi nel libro L'Assedio di Roma, 1863-64, rievoca quest'evento tragico: "aperte le brecce ferve l'opera per metterci riparo; un vero turbine di ferro e di fuoco mulinava su l'area avversa alle brecce francesi, ed una moltitudine di cannonate la solcava per seminarvi purtroppo la morte; tu vedevi i Romani brulicare come formiche portando sacca, sassi, e trainando carretti di terra, né i romani soli, bensì ancora le Romane, e fra queste Colomba Antonietti, che non potendo lasciare il marito esposto al pericolo volle ad ogni costo parteciparlo ed in codesta vita ella aveva durato due anni, che lo sposo suo accompagnò in tutte le guerre di Italia, e a Velletri fu vista, precorrendo, incorare i soldati: in quel giorno la supplicarono di là si rimovesse, ed ella sorridendo, "Ma se ci lascio il marito morirei di affanno.". Anche una commovente poesia di Luigi Mercantini, autore dell'Inno di Garibaldi, 1858, intitolata Una madre romana alla sepoltura di Colomba Antonietti Porzi, narra la tragica fine di questa coraggiosa donna; la veneta Tonina Marinelli che fu al fianco del marito durante la spedizione dei Mille, combattè strenuamente, fu promossa di grado e decorata sul campo di battaglia ed è ricordata da Garibaldi nella sua opera I Mille con il nome di battaglia "Lina". Menzione particolare meritano i salotti di Costanza d'Azeglio e di Clara Maffei che accoglievano e proteggevano patrioti e intellettuali legati ai moti rivoluzionari; fra le donne che la storia tramanda alla fama per amore di patria e per coraggio, ricordiamo: Luigia Battistotti-Sassi che nelle gloriose Cinque giornate di Milano combattè sulle barricate; le sorelle Giuseppina e Paolina Vadalà che il 1° settembre del 1848 a Messina, iniziata la rivoluzione per la libertà, con le armi in pugno percorsero le strade della città incitando i messinesi a seguirle; eroina in quella sommossa fu Rosa Donato che, impossessatasi di un cannone, tenne fronte ai borbonici fino all'istante prima di essere colpita mortalmente; la lombarda Serafina Donadei, medaglia d'argento al valore, che il 24 giugno 1859 nella battaglia di San Martino, arruolatasi volontaria come vivandiera al seguito della brigata granatieri di Sardegna lanciata all'assalto della Scoperta, si prodigò per soccorrere i soldati combattenti ed assistere i feriti; la ventenne fiorentina Erminia Manelli che sostituitasi all'ammalato fratello Ernesto, caporale dei bersaglieri, indossata la sua uniforme alla insaputa della famiglia, si presentò al reggimento del fratello e combattè valorosamente nella battaglia a Custoza (24 giugno 1866) dove colpita da tre proiettili fu creduta morta. Il giorno seguente un chirurgo che percorreva i campi della battaglia tra i cadaveri insepolti, si accorse che il giovane caporale dei bersaglieri respirava ancora; nel medicarlo realizzò che era una donna. Erminia fu ricondotta a Firenze si spense il 10 luglio 1866. Sono poi de ricordare, Adelaide Cairoli, Giuditta Sidoli Bellerio, Giulia Calame Modena, Bianca Rebizzo De Simoni, Anna Zannini Tinelli e Laura Mantegezza Solera che misero in pericolo la loro vitai e la propria libertà per difendere e propagare idee patriottiche e d'indipendenza; Jessie White Mario, patriota e scrittrice, devotissima a Mazzini, seguì Garibaldi in tutte le campagne d'Italia, inoltre è l'autrice di Vita di Mazzini e Garibaldi e i suoi tempi; Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva, meglio conosciuta come Anita Garibaldi, moglie dell'eroe dei due mondi, con coraggio e tenacia affrontò accanto al marito mille pericoli per i condivisi ideali di giustizia e libertà. All'alba del periodo prerisorgimentale, nei giorni dei grandi mutamenti geopolitici europei, che di lì a poco avrebbero cambiato la storia della penisola italiana, altre donne si distinsero per la loro forza d'animo e anelito di libertà, tra queste Eleonora Pimentel Fonseca e Luisa Sanfelice, entrambe salite sul patibolo durante il governo borbonico. Eleonora Pimentel Fonseca (1752-1799), letterata, convinta patriota e avversaria di ogni forma di dispotismo, fu condannata a morte da Ferdinando per aver partecipato alla rivoluzione a Napoli e per aver fondato il giornale Monitore Napolitano, di idee liberali. La rivoluzione, con l'aiuto dei Francesi, anche se per breve tempo, permise di instaurare la Repubblica Partenopea, ma con la restaurazione del governo borbonico di Ferdinando IV Eleonora Pimentel venne arrestata e condannata alla pena capitale. Degli otto condannati la Pimentel fu l'ultima ad essere giustiziata e, prima di porgere il collo al boia, salutò i suoi compagni già morti e le sue ultime parole furono quelle di Virgilio dell'Eneide forsan et haec olim meminisse juvabit (forse gioverà un dì ricordare tutto questo). L'altra vittima legata alla storia della Repubblica Partenopea fu Luisa Sanfelice (1764-1800) condannata al patibolo per aver cooperato a sventare una congiura ordita dai seguaci di Ferdinando IV contro il governo repubblicano, infatti quando fu restaurata la monarchia borbonica ella cadde vittima della reazione e fu decapitata a Napoli l'11 settembre 1800. Cristina Trivulzio di Belgiojoso, consapevole dell'importante ruolo svolto dalle donne in tutte le epoche e soprattutto nel periodo risorgimentale per il progresso civile, per la libertà e l'indipendenza, lancia un appassionato messaggio alle future generazioni affinché ricordino per sempre quel generoso fondamentale contributo: "Vogliano le donne felici ed onorate dei tempi avvenire rivolgere tratto tratto il pensiero ai dolori ed alle umiliazioni delle donne che le precedettero nella vita, e ricordare con qualche gratitudine i nomi e di quelle che loro apersero e prepararono la via alla non mai prima goduta, forse appena sognata, felicità"


Didascalia Foto Andrea Appiani il Giovane La cospiratrice. 1845-1848 ca. Milano, Museo del Risorgimento Dopo un lungo dibattere e cercare insieme, conchiusero che i guai vengono bensì sovente per cagione che uno vi dia; ma che la condotta più cauta e più innocente non assicura da quelli; e che quando vengono, o per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio li raddolcisce e li rende utili per una vita migliore. Questa conclusione, benché trovata da povera gente, ci è sembrata così giusta, che abbiamo pensato di metterla qui, come il sugo di tutta la storia. Alessandro Manzoni 1785 - 1873, Regno Lombardo Veneto I PROMESSI SPOSI STORIA MILANESE DEL SECOLO XVII SCOPERTA E RIFATTA DA ALESSANDRO MANZONI TOMO PRIMO, MILANO PRESSO VINCENZO FERRARIO 1825

Alessandro Manzoni I Promessi Sposi. Storia milanese del secolo XVII scoperta e rifatta da Alessandro Manzoni Milano, 1825 (ma 1827). 3v.

Biblioteca Centrale L 3224-1

[didascalia immagine] I Promessi Sposi - l'edizione Ferrario 1827 Mentre lavorava alla seconda minuta del romanzo, il Manzoni aveva preso accordi per la stampa con il tipografo Ferrario, che era diventato l'editore della cultura romantica. L'impresa, tenuto conto del lavoro che gli avrebbe preso la correzione e il rifacimento di intere parti, non si sarebbe conclusa in pochi mesi, come certamente pensava in quella primavera del '24 in cui si abbandonava ancora all'idea di poter partire nell'autunno per la Toscana insieme all'amico Fauriel. Avviata la composizione tipografica già nel giugno di quell'anno, il primo tomo (capitoli I-XI) sarebbe stato interamente stampato solo alla fine dell'ottobre. La data 1825 che figura in frontespizio è la prova che per i due altri tomi si sperava di poter fare più in fretta, in modo da mandarli fuori tutti e tre nell'anno successivo. Ma le cose andarono assai diversamente: il secondo, infatti, con i capitoli XII-XXIV, sarebbe stato consegnato al tipografo solo nel maggio del '25 e terminato di stampare verso i primi di ottobre; il terzo non sarebbe stato finito che l'11 giugno 1827, benché il frontespizio porti la data dell'anno prima. In questo tormentoso lavoro il Manzoni, ormai tutto calato nella sua idea linguistica ricorreva di frequente, come intermediari tra il francese e il milanese (le due lingue che conosceva meglio) e il toscano, al Grand Dictionnaire dell'Alberti de Villeneuve e al Vocabolario milanese (1a ed. 1814) di Francesco Cherubini. I rapporti con la tipografia, specie nei mesi dei lunghi soggiorni a Brusuglio, e l'ardua correzione delle bozze gli erano agevolati dalla collaborazione appassionata del Grossi, del Rossori, del Cattaneo, ai quali inviava spesso biglietti scritti con quello humour che gli amici gli conoscevano soprattutto nella conversazione, o per ottenere libri da consultare, o per spedirli a introdurre sui fogli già in stampa qualche ultima correzione. L'edizione, tirata in mille esemplari, ebbe subito un successo di vendite imprevisto, e subito vennero finite anche le stampe Fatte dagli altri stampatori, in Italia e all'estero, senza che al Manzoni ne venisse alcun profitto economico perché allora non vigeva nessuna legge sul diritto d'autore. DEL ROMANZO STORICO E. IN GENERE, DE' COMPONIMENTI MISTI DI STORIA E D'INVENZIONE.

Intellego te, frater, alias in historia leges observandas putare, alias in poemate. Cic. De Legibus, I,V.

Alessandro Manzoni Del romanzo storico e, in genere de' componimenti misti di storia e d'invenzione. In: Opere varie di Alessandro Manzoni. Edizione riveduta dall'autore. Milano, 1845. Biblioteca Centrale Q CONS 293

[didascalia immagine] La famiglia Manzoni nel 1823. Da Sinistra a destra: Giulia Beccaria, Alessandro Manzoni, Enrichetta, Giulietta, Pietro, Cristina, Sofia, Enrico, Clara,Vittoria.

[didascalia immagine] Quand'è così, riprese il Frate Tavoda illustrata dai Promessi Sposi. Litografia a colori Gatti e Dura, 1836 Milano, Raccolta delle Stampe "Achille Bertarelli"


Ma il matrimonio non si farà Tavola illustrata dai Promessi Sposi. Litografia a colori Gatti e Dura, 1836 Milano, Raccolta delle Stampe "Achille Bertarelli"


[didascalie immagini] Mentre il frate stava così meditando Tavola Illusostrata dal Promessi sposi. Litografia a colori Gatti e Dura, 1836 Milano, Raccolta delle Stampe "Achille Bertarelli"


Alessandro Manzoni I Promessi sposi Storia milanese del secolo XVII scoperta e Ma da Alessandro Manzoni Lugano, 1827.3v. Biblioteca Centrale D CONS 71


[didascalie immagini] ANTOLOGIA GIORNALE DI SCIENZE, LETTERE E ARTI N. 117. Settembre 1830. Pubblicato il dì 3 Novembre. Anno X. Vol.XXXIX. FIRENZE AL GABINETTO SCIENTIFICO e LETTERARIO DI G. P. VIESSEUX DIRETTORE E EDITORE TIPOGRAFIA DI LUIGI PEZZATI

K X Y. Del Romanzo storico In:Antologia settembre 1830 Biblioteca Centrale Centro Stendaliano

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Del Romanzo Storico.

Non v'ha forse nazione, la cui letteratura vada, al par della nostra, in cert'epoche soggetta a non so quali maligne influenze, che distendendosi sopra tutte quasi le provincie e tutti quasi gl'ingegni, consumano ne' tormentosi sperimenti di una imitazione servile, molto simile alla perodia, la maravigliosa forza e fecondità delle menti italiane. Alla mania degli amori platonici e de'periodi boccaccevoli, ecco succedere i delirii del secento; quindi le arcadiche semplicità; e le frugoniane e le ossianesche gonfiezze. Nel nostro secolo, testimone di grandi innovazioni, e però secol di moda e di libertà, le scuole si suddivisero; e diverse anzi opposte divinità si adorarono; e il culto fu, se non meno superstizioso, certo men lungo e men generale. Dall'una parte l'Alfieri e la libertà di Sparta, dall'altra i Fioretti di S. francesco e la lingua del trecento; quindi Aristotele, quinci Mad di Stael; e i classici greci che non si leggevano, e gli oltramontani che non s'intendevano; e le novelle allegre della innocente allegria del secolo decimosesto, e i romanzi di Walter Scott. Se non che questo contagio de' romanzi imitativi che ancor non invase l'Italia, ma che già vi serpeggia, non è punto cosa nuova a chi rammenta, come d'Inghilterra appunto ci venissero fin da' primordii dell' italiana civiltà quella romanzesche tradizioni della coirte di Carlo Magno, ci fruttarono tre o quattro poemi immortali, e poi mole immensa di volumi dimenticati per sempre, dove la mediocrità sarebbe men deplorabile, se la scipitezza sudata, e le affettate turpitudini non rendessero la oscurità, in cui gli caddero, molto somigliante all' infamia. E chi pensa a quel vaneggiamento di due secoli interi non può non trovar degna quasi di scusa la presente tendenza, che a un nuovo genere di romanzi, meno imitativo e men frivolo, per che venga traendo alcuni giovani d'assai buone speranze. Noi non siam qui per fulminare, come altri ingegni rispettabili fanno o forse si prepongo di fare il genere istesso del romanzo storico: solo vogliamo qui nel principio avvertire che qualunque sia genere, de' più veri, de'più belli, dalla, imitazione soverchiamente accurata è di necessità degradato e corrotto. Or tutti, io credo, s'avveggono che queantunque l'esempio del Manzoni abbia in alcuni recenti romanzi esercitato una qualche influenza sul modo del narrare, tuttavia e lo spirito dominante e il sistema delle invenzioni, e la maniera insomma la quel traspare così dal C. ^1.11- ANTOLOGIA DIDMIATOS SCIENZE, LETTERE E ARTI or 117. dettemi», dio. ~lira,a d: 3 FIRENZE /L LABLVIrr71, 9.1.2ITIPTCO • Lrugud10u "L'Antologia", fondata a Firenze dal letterato Giovan Pietro Vieusseux nel gennaio 1821, e la "Biblioteca italiana", Fondata a Milano ne1 1816 sotto il patrocinio dell'Austria da Giuseppe Acerbi e che annoverò tra i 'compilatori' Vincenzo Monti, svolsero un ruolo decisivo non solo nell'ambito della disputa classico-romantica ottocentescama anche e in modo particolare nei confronti delle antitetiche posizioni che si vemero a determinare tra contrapposti schieramenti di letterati e critici nei confronti del Romanzo storico. Se nel primo numero de la "Bibliioteca italiana" venne pubblicatala lettera di Madame de Stael sull'utilità delle traduzioni letterarie straniere moderne - lettera che segnò l'inizkio della battaglia romantica in Italia - in un secondo momento apparendo sempre più chiara la portata rivoluzionaria delle dottrine romantiche, la rivista si connotò sempre più da intenti filo austriaci - tanto che nel 1818 alcuni patrioti, tra cui Silvio Pellico e Piero Borsieri, se ne staccarono per fodare "Il Conciliatore"- e giunse ad assumere sul piano letterario, un indirizzo sempre più classicista. "L'anrtologia" cui collaborarono tra gli altri Giacomo Leopardi e Piero Giordani fin dal suo esordio fu caratterizzata da una preponderante vena "europea", che si concretizzò nell'offerta ai lettori italiani, di parti selezionate e tradotte della "Revue Encyclopédique", del "Globe" della "Edimburgh Review", e di altri tra i più noti giornali del periodo. Giungevano così sulla rivista di Vieusseux gli echi dei dibattiti storiografici più colti dalla cominità dei savants di inzio secolo, determinandone di riflesso una spiccata sesibilità verso le questioni storiche, oltre che letterarie. Alle firme prestigiose degli iniziali collaboratori di Vieusseux si aggiunse, dal 1827, il dirompente contributo di Niccolò Tommaseo. Per quest'ultimo era vitale, ai fini della riuscita della rivista, porre in luce le "storie" nazionali, i tanti episodi che avevano contraddistinto la tradizione della nazione e che fondavano la sua capacità di essere soggetto perenne e coscientemente unitario. Il cuore della trattazione storica, proclamava Tommaseo nei suoi infiniti articoli, stava nel tessuto di singoli accadimenti a cui la capacità narrativa dell'autore aveva il compito di dare continuità e tratto molale. Di qui l'insistenza sull'intimo rapporto della storia con la letteratura e con la lingua: se queste ultime sono, per Tommaseo, i segni di più evidente riconoscibilità della fisionomia di un popolo - che tramite esse aspira ad acquisire un'identità -, la storia è il luogo del passato che l'artificio del raccontare, del romanzare, restituisce alla contemporaneità, rivitalizzandolo e rafforzandolo sul piano della legittima credibilità e del contenuto etico. In una siffatta concezione spetta quindi ai narratori, attraverso la loro capacità di ricomporre un ordito complessivo riportando alla luce, restaurando, creando e cucendo tutti i tasselli della trama, far sì che la storia possa divenire narrazione e soggetto letterario e morale. In quest'ottica, ed in polemica con la visione manzoniana che si giova di un artificio attorno cui risvegliare le coscienze, lo storico più efficace è colui che maneggia nel migliore dei modi i materiali letterari. La dura polemica antimanzoniana ed il dibattito sull'uso della storia non a caso si intersecano nelle pagine del giornasle fiorentino con la riflessione circa il senso da attribuire alla alla "verosimiglianza" rispetto alla verità "storica" appunto, delle vicende umane. Soppresso ne1 1833, dopo una denuncia da parte della filoaustriaca Voce della verità, il periodico risorse nel 1866 col nome di "Nuova Antologia", mentre la "Biblioteca italiana" chiuse le pubblicazioni nel 1859. Carlo Varese 1792 - 1866, Regno Lombardo-Veneto

Carlo Varese Torriani e Visconti Scene della vita milanese nel secolo XV. Milano, 1839. Biblioteca Centrale F 1039-1

Carlo Varese Sibilla Odaleta Romanzo storico del secolo XV. Milano, 1857. Biblioteca Centrale F 516-2

Carlo Varese Falchetto Malaspina Romanzo storico del secolo XII. Milano, 1857. Biblioteca Centrale F 516-3

[didascalie immagini] Diodata Saluzzo Roero 1774 - 1840, Regno di Sardegna

Diodata Saluzzo Roero Novelle Milano 1830. Biblioteca Centrale G 1936


[didascalia immagine] Defendente Sacchi 1796 - 1840, Regno Lombardo-Veneto

Defendente Sacchi La pianta dei sospiri Lodi, 1824 Biblioteca Centrale F 999


Illustrazione da La pianta dei sospiri


Defendente Sacchi I Lambertazzi e i Geremei Milano,1830. Biblioteca Centrale M 2213


[didascalie immagini] Giovanni Carlo Cosenza 1765 - 1851, Regno delle Due Sicilie


MADAMIGELLA CLAIRON Fatto istorico Milano 1830 Biblioteca Centrale H TEA VAR 123


Giovanni Carlo Cosenza Il corsaro Napoli, 1833 Biblioteca Centrale J TEA 59


[didascalie immagini] Giambattista Bazzoni 1803 - 1850, Regno di Sardegna

Illustrazione da Il castello di Trezzo


Gianbattista Bazzoni Il castello di Trezzo Novella storica 1828 Società Storica Lombaada. As 3 139

[didascalie immagini] Giambattista Bazzoni La bella Celeste degli Spadari Cronachetta milanese del 1666. Milano, 1830. Biblioteca Centrale F CONS 71

Giambattista Bazzoni Racconti storici Milano, 1832 Biblioteca Centrale G 615-1A


Illustrazione da La bella Celeste degli Spadari

[didascalie immagini] Davide Bertolotti 1784 - 1860, Regno di Sardegna


Davide Bertolotti Avventure di Giulietta e Romeo Milnao, 18.. Biblioteca Centrale E 724

Illustrazione da Avventure di Giulietta e Romeo


[didascalia immagine] Davide Bertolotti Ines di Castro Milano, 1832. Biblioteca Centrale G TEA VAR 125

Davide Bertolotti La calata degli Ungheri in Italia nel novecento Milano, 1830. Biblioteca Centrale J 3223 A

Davide Bertolotti Il ritorno dalla Russia Milano, 1823 Biblioteca Centrale H 4644


[didascalie immagini] Silvio Pellico 1789 - 1854, Regno di Sardegna

25 ottobre 1832.

Mio Gian Gioseffo La tua lettera e la inclusavi mi consolarono molto. Come tutti gli altri uomini, ho i miei giorni di mesti pensieri; nessuno se n'accorge, ma li ho. Ed allora oh qual beneficio è una lettera d'amico, ma d'amico vero! Oh ve' che testa! Non rispondeva alla dimanda che mi fai, quando usciranno le mie Memorie. La correzione è finita: non so altro. Ignoro or quanti giorni metteranno alla legatura. Crederei, otto o dieci giorni. T'ho io detto, che nel mio patto con Bocca v'è — ch'ei non mi darà punto copie da distribuire? Perché ei dice che tali copie si passano e ripassano in prestito per tante mani, che ciò fa da gran danno al libraio.- Sono un po' arrabbiato di non poter fare la gentilezza che Vorrei a questi e a quelli amici. Ma tant'è. - Bada, nondimeno, che ti proibisco di comprare la tua copia, sai.

Silvio Pellico

Al Padre Giangioseffo Boglino Silvio Pellico Le mie prigioni Memorie di Silvio Pellico da Saluzzo Torino, 1832 Civiche Raccolte Storiche


illustrazione da Silvio Pellico Le mie prigioni Memorie. Aggiuntivi i capitoli inediti Milano, 1869. Bibloteca Centrale P 124


[didascalie immagini] Massimo d'Azeglio 1789 - 1866, Regno di Sardegna

Illustrazione da Ettore Fieramosca o la Disfida di Barletta

Massimo D'azelio Ettore Fieramosca o la Disfida di Barletta Milano, 1833. 2 v.

Biblioteca Centrale M 12308

[didascalie immagini] Massimo d'Azeglio Corrispondenza con l'editore V. Ferrario sull'Ettore Fieramosca 600 carte manoscritte in 4° raccolte in cartella di pergamena non coeva

Bibboteca delle Civiche Raccolte Storiche

[didascalia immagine] Milano, 18 marzo 1833.

Carissimo Cesare, Ti ricorderai che due annni sono hai avuto la pazienza d'ascoltare il principio d'una certa storia 1 che m'hai consigliato a tirat innanzi e finire: la qual cosa ho eseguita appuntino. 0ra essendomi trovato tutti questi quaderni scritti, che formavano all'incirca una libbra e mezza di romanzo storico, dose, mi sembra, molto ragionevole, mi son deciso a saltar il fosso, e stamparlo. Papà e Grossi m'hanno fatto animo a prender questa risoluzione l'hanno condita d'un po' di speranza, e si son preso l'incomodo di leggere e rivedere il mio lavoro onde, finalmente adesso è già mezzo stampato, e per Pasqua lo sarà interamente. Come m'hai ajutato in principio ti prego d'ajutarmi in fine. Ecco cié che vorrei da te: che proponessi a quel lihrajo che ti parrà più a proposito, di ricevere un numero di copie per venderle a conto mio, collo sconto del venti per cento. Ed io m'impegno a non pubblicare qui l'edizione Se non un dato numero di giorni dopo la partenza delle suddette copie...." 2 Per dare un'idea dell'opera puoi dirgli, sono due tomi di 240 pag, circa 3 il medesimo carattere e formato dei Promessi Sposi, la prima edizione di Ferrario. Il soggetto lo conosci, e mi pare che non può spiacere agli italiani. V' ho fatte otto Litografie ed una per frontespizio.... non posso dire che sien capi d'opera, anzi siam molto lontani dalla perfezione; ma sottosopra potranno andar con tanti altri,,,, Aff.o Massimo.

A Cesare Balbo.

1 La partecipatone di Cesare Balbo alla creazione dell'Ettore Pieramosca è evocata nella lettera a Manzoni del 12 luglio 1831. 2 Balbo rispose, il 3 aprile, di avere ottenuto la seguente proposta: o Giuseppe Pomba prendeva un centinaio di copie per conto dell'Azeglio, o gliene comprava 96, ad un prezzo che a lui Balbo, parve discreto; da canto suo Giuseppe Bocca fece la stessa proposta, con la differenza che voleva il 50% se doveva comprare le copie da vendere. 3 La prima edizione milanese dell'Ettore Fieramosca ossia la disfida di Barletta, fu stampata da Vincenzo Ferrario. Massimo d'Azelio Niccolò de' Lapi ovvero i Palleschi e i Pignoni Milano, 1941. 4v.

Biblioteca Centrale H 3764


Massimo D'Azelio Degli ultimi casi di Romagna Capolago, 1846. Biblioteca Centrale D 230

illustrazione da Niccolò Lapi ovvero i Palleschi e i Pagnoni

[didascalie immagini] Cesare Cantù 1804 - 1895, Regno Lombardo-Veneto

Guglielmo De Sanctis Ritratto di Cesare Cantù Olio su tela. 1872. cm.SS x cm.67

Società Storica Lombarda Dono di Rachele Villa Pernice nata Cantù

[didascalia immagine] ...lo aveva finahnente trovato un editore a un'opera 1 a cui mi consacravo da tanti anni; un'opera grande, che potea pormi fra i primi letterati, che poteva segnare un'epoca nei fatti scientifici. ... La mia idea però non era ancora di divenire storico; credevami destinato a poeta, e limavo il mio Algiso, sperando mi ridurrebbe celebre quanto-quanto Piero Martire Rusconi, [pittore] che allora passava pel primo uomo di Valtellina, cioè del mondo. ... Fatto è però che in Valtellina mi facevo mandare libri, e specialmente le grandi opere del Muratori, e lavoravo ostinato a farne estratti. ...

Cesare Cantù, Seconda informazione de 1848 in poi. Memoria autobiografica inedita. 1968.

1 L'editore è Giuseppe Pomba. L'opera è la Storia Universale.

Cherubino Cornienti 1816 - 1860 Federico Barbarossa Olio su cartone, 1843

Milano, Galleria d'Arte moderna


Cesare Cantù Algisio o La Lega Lombarda Novella. 1844

Società Storica Lombarda C 37 B 10477


[didascalie immagini] ...Mi ricordo che allora viaggiai in Valtellina e nel Canton Ticio per conoscere o riconoscere i luoghi, e cercarvi notizie 1. ... Là cambiai modo di scrivere. Dapprima alquanto bislacco e incerto, sul fine tenni della semplicità che però non conoscevo ancora, e alla quale forse non son mai potuto arrivare se non in qualche scritrerello. Più semplici furono i Ragionamenti storici sui Promessi Sposi che pubblicai allora s'un giornale 2, libro che levò gran rumore e perché s'atteneva al Manzoni, e perché fu perseguitato dal Governo, quasi il quadro della amministrazione del Seicento fosse una satira della odierna. ... Dopo un anno fui arrestato 3 pei processi della Giovane Italia. ... Là dentro, abbandonato ai tormenti tutti del pensiero solitario, ordii tutte le opere che ho poi fatte; e che ho fatte tutte, eccetto una piccola che ancora avrei voluto compire, che sarebbe Washington e Mirabeau Uscito, tolto d'impiego, potei volgermi tutto alle lettere; feci pubblici i Racconti, scritti quasi tuffi in prigione, gli Inni e altre poesie, opera di prigione anch'esse, come la Margherita Purerla 4, che dovette però viaggiar un pajo d'anni da Milano a Vierna....

Cesare Cantù, Seconda informazione dal 1848 in poi. Memoria autobiografica inedita. 1968.


1 Per la Storia della città e diocesi di Como, (1829 - 31). 2 Milano, 1832, L'indicatore. 3 Dal novembre 1833 all'ottobre 1834. 4 Scritto tra il 1835/1836 e pubblicato a Milano solo nel settembre 1838 a causa delle remore della censura. Cesare Cantù Margherita Pusterla Racconto 1945

Società Stoprica Lombarda. E bis On 118 Esemplare annotato dall'autore.

[didascalia immagine] Felice Droghi (dis.)-Gaetano Bonatti (inc.) Barricate sulla contrada S. Giuseppe Acquaforte a colmori, 1848

Milano, Raccolta delle Stampe "Achille Bertarelli"


Felice Donghi (dis)-Gaetano Bonatti (inc.) Barricate lungo il Corso di Porta Romana Acquaforte a colori, 1848

Milano, Raccolta delle Stampe "Achille Bertarelli"


[didascalie immagini] Felice Donghi (dis.)- Gaetano Bonatti (inc. ) Barricate mobili di Porta Tosa Acquaforte a colori, 1848

Milano, Raccolta delle Stampe "Achille Bertarelli"

[didascallia immagine]


CANTO PER GL'ITALIANI DI LOMBARDIA

Su Lombardi! ogni vostro comune Ha una torre: ogni torre una squilla: suoni a storno! Gioivanni Berchet Tommaso Grossi 1790 - 1853, Regno Lombardo-Veneto

... Non già la macchina de' retorici, ma la forza superiore che di necessità vuolts nell'epica perché non intiepidisca, questa è la causa per cui i Crociati di Grossi 1 fallirono a quella lode che certo loro si conveniva. Chi mai può pretender ora che un poema si restringa a un solo svolgimento d'un'azione, che se ne limitino il tempo, il luogo? L'intera prima crociata ha in sé tanto di grande e magnifico da presentare una tela ad un poema, e Grossi ben s'ebbe alta mente a concepirlo, ma lo spirito di sistema gli tarpò l'ali al volo, quale l'argomento ed il suo genio il richiedevano. Ei tolse ogni magia che poteva essere creduta al tempo della crociata, e in ciò adoperò saviamente perché essendo screditata fra di noi, avrebbe raffreddato il racconto anziché giovarvi; ma usò lo stesso di quel maraviglioso di religione, di cui si valse Tasso e si valevano i Duci de' Crociati, e scemò la verità storica, scemò l'energia al suo poema. Se noi leggiamo i cronachisti della prima crociata, li troviamo agitati essi pure dalle passioni che accendevano i soldati... Grossi invece per istare alla nuda verità ed all'inclinazione del suo secolo che rifugge da molte meraviglie, levò quelle che a' tempi della crociata erano credute e che potevansi ripetere al nostro, perché eguale fede, eguale autorità ci raffermano in quella credenza; levò fino tutte quelle apparizioni che spesso decisero di molte battaglie, le narrò storicamente come cose udite, invece o dimetterle in atto, o almeno farle annunziare in modo da dimostrare quale entusiasmo destassero negli animi de' Crociati, entusiasmo che ti svolse pure spesso ed è storico e poetico volendone tirare profitto. ...

Defendente Sacchi, Miscellanea di lettere ed arti del dottore Defendente Sacchi. 1830

Il rifenmerno è all'opera di Tommaso Grossi: I lombardi alla prima Crociata (1826). Tommaso Grossi I Lombardi alla prima crociata Milano, 1826.3 v.

Biblioteca Centrale K 2826


Tommaso Grossi Ulrico e Lida Novella Torino, 1837.

Biblioteca Gentrale G 1718


Tommaso Grossi Ildegonda Novella dell'avvocato. Milano, 1820.

Biblioteca Centrale G 167-1 Milano, 13 settembre 1845. Carissimo amico. - Già prima d'ora i venni più d'una volta a trovarti col pensiero su queste rive incantate; ora vi ritorno con questa lettera. so che ti rubo qualche momento alle gioie partenopee; ma l'amicizia ha essa pure il suo diritto, e tu mi perdonerai se ti ricordo la promessa che mi facesti di scrivermi. ... Ho veduto e conosciuto il Giusti e il Giorgini: mi parlarono di te, dopo che ti videro a Genova, e ti stimano e apprezzzano le tue opere. Ed ecco che quelli che vagliono qualche cosa sono tutti di un parere. I due giovani toscani furono benissimo accolti dal Manzoni e dal Grossi; vennero anche in casa tua; ma già saprai tutto questo da tua moglie. In questi ultimi giorni, fu data al Re (1) la commedia del Porta e del Grossi: Giovanni Mario Visconti, raffazzonata in gran parte. Biagio da Viggiuto fa ridere; ma io, quanto a me, ti confesso che l'insieme non m'accontentò; la è troppo trista la figura che fa il milanese. quel Biagio è ancora il Bongèe (2) coi panni del soldato del quattrocento. ... Addio, caro Andrea ...l'amico tuo Giulio Carcano

Ad Andrea Maffei (3) a Napoli.

1 Teatro della commedia in Milano, ora demolito. 2 Giovannin Bongèe, personaggio comico immaginato dal Porta. 3 Poeta della corrente letteraria dei classicisti, per Giuseppe Verdi scrisse il libretto de I Masdanieri,

 tratto da Friedrich Schiller. Tommaso Grossi

Marco visconti. Storia del Trecento. Milano, 1834.

Biblioteca Centrale F 1277


illustrazione da Tommaso Grossi Marco Visconti: storia del trecento cavata dalle cronache di quel secolo e raccontata da Tommaso Grossi. Milano, 1840

Biblioteca Centrale N 5094


[didascalie immagini] Francesco Domenico Guerrazzi 1804- 1863, Granducato di Toscana


Francesco Domenico Guerrazzi La battaglia di Benevento Storia del secolo XIII. Livorno, 1827. 4 v.

Biblioteca Centrale F 1281

[didascalie immagini] Francesco Domenico Guerrazzi L'assedio di Firenze Milano, (dopo) 1869.

Biblioteca Centrale


Francesco Domenico Guerrazzi L'assedio di Roma Livorno, 1864.

Biblioteca Centrale


Francesco Domenico Guerrazzi Isabella Orsini duchessa di Bracciano Firenze, 1844.

Biblioteca Centrale J CONS 720-58


[didascalie immagini] Francesco Domenico Guerrazzi Beatrice Cenci secolo Storia del secolo XVI. Pisa, 1854

Biblioteca Centrale


Francesco Domenico Guerrazzi Beatrice Cenci secolo Storia del secolo XVI. Milano, 1869

Biblioteca Centrale


illustrazione da Beatrice Cenci, 1869


[didascalie immagini] Gerolamo Induno 1825-1890

L'assedio di Roma, 1860-1870 Olio su tela Milano, Galleria d'Arte Moderna

[didascalia immagine] Niccolò Tommaneo 1802 - 1874, Impero d'Austria

Firenze, 3 maggio 1845 Mio caro amico Confermo la mia lunga del 28 aprile. Oggetto unico della presente è di avvisarvi che vi mando sotto fascia molta roba [tra cui] una copia di tutti i foglietti tirati, cosi che potrete verificare da voi medesimo se le note sono tutte richiamate, se corrispondono bene ai numeri; ed in quest'ultime bozze potreste apporre là dove vanno collocati i numeri delle due ultime note. Devo farvi osservare che la reminiscenza delle feste di luglio e del Duca d'Atene potrebbe venir rigettata dalla Censura sarebbe meglio toglierla a dirittura'. Il porto di questa fascia e delle precedenti mandate, segnate a mio debito, e fatemelo sapere. ... Addio.Addio. Vostro Vieusseux

A Niccolò Tommaseo.

'Nelle Memorie politiche si legge "ln una stanzetta nel boscodi Boulogne... scrissi Il Duca d'Atene... cosa

politica e indizio ai cominciamenti dei pericoli che sovente l'intenzione politica e morale fa correre all'arte.."

"Giampietro Viesseux. Scrittore ed editorre italiano, pubblicò con Gino Capponi "Antologia", periodico di

informazione letteraria e politica. Niccolò Tommmeo

Il duca d'Atene Milano, 1858

Biblioteca Centrale J 9360


Niccolò Tommmeo Il duca d'Atene Firenze, 1879

Biblioteca Centrale J 9360


Niccolò Tommmeo Fede e bellezza Venezia, 1840

Biblioteca Centrale M 8402


[didascalie immagini] Giovanni Campiglio 1804 - 1854, Regno Lombardo-Veneto

Giovanni Campiglio La figlia di un ghibellino Romanzo storico su Milano al cominciare del secolo XV Milano, 1830. 2v.

Biblioteca Centrale D 209


Giovanni Campiglio Elena Della TorreLa O sia Milano seicento anni fa. Milano, 1839

Biblioteca Centrale F 1081


[didascalie immagini] Giuseppe Torelli 1817 - 1866, Regno di Sardegna


Giuppe Torelli Ruperto d'Isola Firenze, 1865.

Biblioteca Centrale J COLL 16-148


Giuseppe Torelli Racconti Milano, 1871.

Biblioteca Centrale J 607-1


[didascalie immagini] Giovanni Rosini 1778 - 1855, Granducato di Toscana

Recanati, 28 nov 1828. AMICO carissimo, La vostra dei 17 mi fu graditissima come ogni altra. ... Ho caro assai che abbiate posta l'ultima mano alla vostra Monaca', e che andiate pensando allo Strozzi". A proposito dello Strozzi e della Monaca, vi ricordate voi d'avermi promesso una copia intera e perfetta del vostro romanzo? Io non vi assolvo certamente dalla promessa, e sto asoettando l'effetto. Vogliatemi bene. ...Addio, addio. Il vostro Leopardi

A Giovanni Rosini.

' Allude ai tre capitoli che ancora restavano da stamparsi del romanzo La Monaca " Luisa Strozzi, romanzo storico che fu molto applaudito, e di cui il Rosini gli aveva mandati molti fogli per

 "ischiarire" qualche dubbio. Giovanni Rosini

La monaca di Monza Storia del secolo XVII Parigi, 1830. 2v.

Biblioteca Centrale J 9235


Giovanni Rosini Torquato Tasso Commedia storica. Pissa, 1832.

Biblioteca Centrale G TEA 60


Giovanni Rosini Il conte Ugolino della Gheraqrdesca e i Ghibellini di Pisa Romanzo Storico Milano, 1843. 2v.

Biblioteca Centrale F 638


[didascalie immagini] Giovanni Rosini Luisa Strozzi Storia del secolo XVI Milano, 1825-1535.6v.

Biblioteca Centrale E 511-1


[didascalia immagine] Federico Faruffini 1833 —1869 Veduta di città, 1840-1860 Olio su tela Milano, Galleria d'Arte Moderna

[didascalia immagine] Garnier Valetti Il combattimento di Montebello. Litografia mm.289 x mm.384

Milano, Civiche Raccolte Storiche


Garnier Valetti Il combattimento di Palestro. Litografia mm.289 x mm.384

Milano, Civiche Raccolte Storiche



[didascalie immagini] Garnier Valetti La Battaglia di Magenta. Litografia mm.289 x mm.384

Milano, Civiche Raccolte Storiche


Garnier Valetti Il combattimento di S. Martino. Litografia mm.289 x mm.384

Milano, Civiche Raccolte StoricheCarnierValetti


[didascalie immagini] Antonio Ranieri 1806 - 1888, Regno delle Due Sicile

Antonio Ranieri Ginevra o L'orfana della Nunziata Storie di due fanciulle. Torino, 1862. Biblioteca Centrale J 4053-2

[didascalia immagine] Franco Mistrali 1833 - 1880,Ducato di Parma

Franco Mistrali I briganti di Calabria ovvero i Borboni di Napoli Racconto storico Milano, 186.?.

Biblioteca della Civiche RaccolteStoriche MPP. 37356


[didascalia immagine] Luigi Gualtieri 1827 - 1901, Stato della Chiesa

Luigi Gualtieri L'Innominato.Racconto del secolo XVI Milano, 1877. Vol VI.

Ass. Cult. Biblioteca Famiglia Meneghina Società del Giardino Morpurgo 5-123

Luigi Gualtieri Dio e l'uomo Racconto dal sec. XVII (seguito dell'Innominato del medesimo autore). Milano, s.a [1887].

Ass. Cult. Biblioteca Famiglia Meneghina Società del Giardino L.823

[didascalie immagini] Francesco Mastriani 1809 - 1891, Regno delle Due Sicilie

Francesco Mastriani Luigia Sanfelice Romanzo storico. Napoli s.d.

Biblioteca delle Civiche raccolte Storiche MPP. 43533

[didascalia immagine] Giulio Carcano 1812 - 1884, Regno Lombardo-Veneto

....febbraio 1879. Chiarissimo signore ed amico.- Il mal tempo e lo sciopero del Senato dovranno, io credo, ritardare un poco la mia andata a Roma, con una breve sosta a Firenze che avrei fatta si volentieri. Non devo dunque indugiar di troppo a soddifare il vostro buon desiderio d'avere qualche ragguaglio particolare delle cose mie di questi ultimi anni. Ma voi diceste già anche troppo di me, e troppo bene, in quel vostro volume dei Ricordi biografici, che in verità non saprei che cosa aggiungere.... Quando nel 1834, tornato dallo studio di Pavia, pubblicai la novella poetica Ida della Torre, che mi valse addirittura l'ira e le noie della Polizia per quei primi lampi d'amor patrio che qualche mio verso mandava, il Grossi mi volle conoscere, e poi sempre mi volle del bene; fu in casa sua che conobbi il Torti, il D'Azeglio, il Borsieri ed altri valentuomini, che avevano l'Italia in cuore. La famiglia aveva già da tempo in attinenza di buona amicizia con quella del Manzoni, e ricordo ancora la gioia ed il vanto con che nel 1827 io portai nel Collegio un esemplare dei Promessi Sposi, che il grond'uomo aveva mandato per me a mia madre; la serbo ancora come un tesoro domestico. Vogliatemi sempre un po' di bene. - Tutto vostro Giulio Carcano

Ad Angelo De Gubernatis'.

' Scittore, linguista e orientalista (1840-1913). MC 68 Giulio Carcano Ida della Torre Episodio patriio. Milano, 1934.

Biblioteca Centrale N 466A


Giulio Carcano Angiola Maria Storia domestica. Milano, 1839. 1 ed. it.

Biblioteca Centrale H 2937


illustrazione da Giulio Carcano Angiola Maria Storia domestica di Giulio Carcano e il Manoscritto del Vicecurato dello stesso. Milano,, 1858

Biblioteca Centrale Q 202


[didascalie immagini] [TESTO NON DISPONIBILE. VEDI IMMAGINE CORRISPONDENTE] Antonio Bresciani (padre) La contessa Matilda di Canossa e Jolanda di Groninga Milano, 1858. v. 13.

Biblioteca Centrale J 78-2


Antonio Bresciani (padre) Lionello o Delle società segrete Napoli, 1861.

Biblioteca Centrale F 1117


Antonio Bresciani (padre) Ubaldo e Irene Racconti storici dal 1790 a1 1814 Milano, 1864.

Biblioteca Centrale J 7995


[didascalie immagini] Giuseppe Rovani 1818 - 1874, Regno Lombardo-Veneto

Giuseppe Rovani Manfredo Palavicino o I francesi e gli Sforzeschi Storia italiana Milano, 1845-1846.

Biblioteca Centrale J 298-2


[didascalia immagine] Giuseppe Rovani Valenzia Candiano. Milano, 1844.

Biblioteca Centrale G 2008


Giuseppe Rovani La Libia d'oro Scene storico politiche. Milano, 1868.

Biblioteca Centrale


Giuseppe Rovani Cento anni Romanzo ciclico. Milano, 1868-1869.

Biblioteca Centrale P CONS 16-2


[didascalie immagini] Francesco Viganò 1807 - 1891, Regno Lombardo-Veneto

Francesco Viganò Emilio e Giulietta, o Milano nei primi sei mesi del 1854. Milano, 1855.

Biblioteca dalle Civiche Raccolte Storiche RO. 27

Francesco Viganò Il contrabbandiere di Olginate Romanzo storico del secolo 18. Milano,, 1861.

Biblioteca dalle Civiche Raccolte Storiche RO. 24


[didascalia immagini] Giovanni Ruffini 1807 - 1881, Regno di Sardegna


Giovanni Ruffini Ricordi giovanili di un patriota Firenze, 1954.

Biblioteca Centrale M3303


Giovanni Ruffini Doctor Antonio Leipzig, 1861

Biblioteca Centrale G COLL 55-12


Giovanni Ruffini Lorenzo Benoni ovvero pagine della vita di un italiano Oneglia, 1854

Biblioteca Centrale


[didascalia immagini] [TESTO NON DISPONIBILE. VEDI IMMAGINE CORRISPONDENTE] Ai ventidue d'agoso fu firmata la capitolazione. Venezia si ritrasse ultima dal campo delle battaglie italiane e come disse Dante "A guisa di leon quando A posa". Ma un ultimo dolore mi rimaneva; quello di vedere il nome di Enrico Cisterna sulla lista, dei proscritti. Luciano ch'io aveva lungamente aspettato durante quei due anni s'era dimenticato affatto di noi; di Giulio aveva ricevuto una lettera da Roma nel luglio decorso, ma i disastri successivi mi lasciavano molto dubbioso sulla sua sorte; la Pisana avanzata nella gravidanza s'avviava col marito ai martirii dell'esiglio; parti con loro, sopra un bastimento che salpava per Genova, Arrigo Martelli che avea Seppellito a Venezia il povero Rossaroll.. Quanti sepolcri e quanti dolori viventi e lagrimosi sopra i sepolcri! ... Restammo soli io e l'Aquilina oppressi costernati taciturni; simili a due tronchi fulminati in mezzo a un deserto. Ma la dimora di Venezia ci diventava ogni giorno più odiosa e insopportabile, finché di comune accordo ci trapiantammo in Friuli, nel paesello di Cordovado, in quella vecchia casa Provedoni, piena per noi di tante memorie. LA vissimo un paio d'anni nella religione dei nostri dolori; infine anchessa la povera donna fu visita, pietosamente dalla morte. E rimasi io. Rimasi a meditare, e a comprendere appieno il terribile significato di questa orrenda parola: - Solo!... Solo?... ah no, io non era solo!... Lo credetti istante; ma subito mi ravvidi e benedissi fra le mie angosce quella santa Provvidenza che a chi ha cercato il bene e fuggito il male concede ancora, supremo conforto, la pace della coscienza e la melanconica ma soave compagnia delle memorie. Ippolito Nievo Le confessioni di un italiano, 1867


Ippolito Nievo La pazza del Segrino Milano, 1860

Biblioteca Centrale F 95


Ippolito Nievbo Le confessioni di un ottuagenario. Firenze, 1867. 2 v.

Biblioteca Centrale J COLL 16-192


[didascalie immagini] Giuseppe Garibaldi 1807 - 1882, Regno di Sardegna

Garibaldi! Cos'è Garibaldi? E' un uomo, nient'altro. Ma è un uomo in tutta l'accezione sublime del termine. Un uomo della libertà, un uomo dell'umanità. Vir, direbbe il suo compatriota Virgilio. Possiede un'armata? No. Delle munizioni da guerra? Niente affatto. Della polvere da sparo? Qualche barile appena? Dei cannoni? Quelli del nemico. Qual è dunque la sua forza? Che cosa ha dalla sua parte? Che cosa lo fa vincere? L'anima dei popoli.

Estratto dal discorso tenuto da Victor Hugo a Jersey il 13 giugno 1860 in occasione di una manifestazione onore di Garibaldi e dell'indipendenza della Sicilia organizzata dagli Amici della Sicilia. L'invito a Victor Hugo era anche un omaggio allo scrittore che nell'isola aveva trascorso i primi anni del suo esilio. L'allocuzione di Hugo fu pubblicata nell'edizione francese delle Memorie di Garibaldi, tradotte da Alexandre Dumas, vietate in Francia dal regime di Napoleone III e pubblicate a Bruxelles con una introduzione di George Sand. In Italia il testo è stato pubblicato nel 1982 sul nurnero 32 della rivista `Alfabeta', nella traduzione di Isabella Pezzini.


Giuseppe Garibaldi Memoires de Garibaldi (par A.Dumas) Bruxelles, 186. 4 v.

Biblioteca Centrale H 956


[didascalia immagine] Gerolamo Induno Garibaldi al Volturno (Recto). 2? ottobre 1860 Matita nera su carta. mm. 146 x mm. 281

Biblioteca delle Civiche Raccolta Storiche


Attilio Alfieri Ritratto di Garibaldi Tempera su carta. 1919

Collezione privata


[didascalie immagini] Emilio Politi Dichiarazione dell'editore Emilio Politi relativa al permesso di pubblicazione del romanzo Cantoni il volontario. Manoscritto su carta bollata.

Biblioteca delle Civiche Raccolte Stroiche.


[didascalia immagine] Caprera, 15 dicembre 1868.

Non potendo operare altrimenti, ho creduto ricorrere all'opera della penna: l° Per ricordare all'Italia molti de' suoi valorosi che lasciarono la vita sul campo di battaglia per essa. Alcuni sono conosciuti e forse i più cospicui, ma molti dormono ignorati, che non furono da meno dei primi. A ciò mi accinsi, come a dovere sacro; 2° Per trattenermi colla gioventù italiana sui fatti de lei eseguiti, e sul debito sacrosanto di compire il resto, acccennando colla coscienza del veto le turpitudini, ed i tradimenti dei reggitori e dei preti; 3° Infine, per ritrarre un onesto lucro dal mio lavoro. Ecco i motivi che mi spinsero a farla da letterato in un tempo in cui credetti meeglio far miente che far male. Nei miei scritti io quasi esclusivamente narro dei morti; de' vivi meno che mi sia possibile, attenendomi al vecchio adagio," che gli uomini si giudicano bene dopo morti!" Stanco della realtà della vita, ho creduto di adottare il genere romantico storico, stimando far bene. In ciò che appartiene alla Storia, credo d'essere stato l'interprete fedele, almeno quanto sia possibile d'esserlo, poiché massime negli avvenimenti di guerra, si sa quanto sia difficile il poter raccontare con esattezza. Circa alla parte romantica, se non ci fosse le storia in cui mi reputo competente, e se non mi sentissi provocato dall'indifferenza dei vizii e nefandezze del pretismo e suoi protettori, io non avrei tediato le gente in un secolo in cui scrivono romanzi i Guerrazzi e i Victor Hugo. Infine, propenso alla tolleranza, io scrivo più in odio al male che affligge l'odierna società, che agli uomini che la rappresentano colle denominazioni di ministri di Dio e della Corona.

Ai lettori. Prefazione ai suoi romanzi.

Giuseppe Garibaldi Cantoni il volontario Romanzo storico. Milano, 1870.

Biblioteca Centrale H 956-2


[didascalia immagine] Caprera, 24 dicembre 1867. Speranza amatissima! Mando il resto del romanzo alla signora Mario e l'intera opera è in sue mani'. Ora, giacché voi volete accordarmi tutta la vostra amicizia e la vostra indulgenza, debbo confessarvi che questa opera è molto imperfetta. Ho bisogno di tutta la vostra buona volontà e di quella della mia sorella Jessie" per poter presentare questo Libro al pubblico. Sarei felice se voi, traducendolo, vorrete incaricarvi, di ritoccarlo nei dettagli e di colmare le lacune delle mie conoscenze letterarie e del mio talento di pubblicista. Oltre o ciò, le mie amabili collaboratrici dovranno, per amor addolcire certe espressioni che potrebbero ferire i sentimenti femminili, e pensare solamente ad un fratello che tanto l'ama ed ha bisogno di denaro. Quanto alla traduzione, vi permetto di farne una anche in chinese se ciò vi piace; ma vi prego - e sia questo un ordine sacro per voi - di sottomettere lo spirito della mia bionda sorella'" alla vostra intelligenza, che io apprezzo altamente. Per la traduzione francese, mi domando se non sia necessario che io riveda ancora una volta il manoscritto. In due parole, vi do pieni poteri sulla mia povera opera, se le vostre idee concordano. Nel manoscrirto si trovano alcuni passaggi, che non piaceranno ai governi liberali. Desidero che questi brani siano pubblicati; ma se voi credete che sarebbe meglio di ometterli, fatelo. Lo stesso vi dico per quanto riguarda le mie idee religiose.Io non permetto che le si alterino, perché le ho espresse con la coscienza che esse sono vere. Ma se bisogna saltare qualche parola... No! non cedo ad alcun prezzo! Che la verità proceda per la sua strada, dovessi pure restare senza un soldo! Vi bacio la mano G. Garibaldi

A Marie Espérance von Schwartz.

' Il romanzo Clelia o il Governo del Monaco. " Così Garibaldi chiamava Jessie White Mario. '" Allude alla Mario. Caprera, 11 febbreaio 1868. Speranza amatissima! Voi siete veramente la mia speranza! Quanto al romanzo', intendetevi con la bionda" e fatelo pubblicare pure in italiano. Vostro per la vita G. Garibaldi. A Marie Espérance von Schwvarz.

' Clelia " Jessie Jane Meriton White Mario, scrittrice inglese, personaggio del Risorgimento italiano, editrice di Garibaldi.


Giuseppe Garibaldi Cleia Il governo del monaco. (Roma nel sec. 19). Romanzo storico politico Milano, 1870.

Bibliioteca Centrale H 956 1

[didascallia immagine] Giuseppe Garibaldi I Mille Torino, 1874.

Biblioteca Centrale J 585-1


Giuseppe Garibaldi Memorie autobiografiche Firenze, 1888

Biblioteca Centrale J 585-3


Giuseppe Garibaldi Poema autobiografico Bologna, 1911

Biblioteca Centrale K 1148


[didascalie immagini] Caprera, 16 agosto 1863. Caro amico, Ho bisogno d'un altro milione di fucili per gl'italiani. Sono sicuro che vorrete aiutarmi a raccogliere fondi necessari. Il danaro sarà consegnato al signor Adriano Lemari, nostro tesoriere. I1 vostro: Giuseppe Garibaldi


A Victor Hugo.


Pietro Bisoni Maravigliose gesta di Garibaldi dalla notte del 6 Maggio alla notte 15 Maggio 1860.


Milano, Civiche Raccolte Storiche


[didascalia immagine] [Testo non disponibile. Vedi immagine corrispondente]


Ritratto di Giuseppe Garibaldi seta e raso, s.d.

Collezione privata

Anonimo La camicia rossa. Canzonetta politica. Stampa Silografica

Biblioteca delle Civiche Raccolte Storiche Luigi Mercantini Inno a G. Garibaldi. All'armi! All'armi! Stampa Silografica. mm.313 x mm.215

Biblioteca delle Civiche Raccolte Storiche


Inno di guerra garibaldino Stampa Silografica.

Biblioteca delle Civiche Raccolte Storiche


[didascalie immagini] Antonio Mosto (Genova. 1834-1890), patriota risorgimentale, combattè nel corso della Seconda Guerra d'Indipendenza e nel 1860 seguì Giuseppe Garibaldi nella Spedizione dei Mille, al comando dei Carabinieri genovesi. Si distinse nel corso della Battaglia a Milazzo e del Volturno (ottobre 1860). Nel 1866, con lo scoppio della terza Guerra d'Indipenderza, si arruolò nel Corpo Volontari Italiani di Garibaldi combattendo nel Trentino.

Carlo Maria Colombo (Merate, 1791- Milano 187S), armaiolo milanese consulente per la collezione armi della famiglia Poldi Pezzoli, nel 1859 fabbricò il fucile che la cittadinanza milanese donò a Giuseppe Garibaldi. Dopo alcune settimane il Generale parti da Genova per la spedizione dei Mille portando con sé l'arma ricevuta in dono. Dopo la Battaglia del Volturno (ottobre 1860) Garibaldi a sua volta regalò il fucile al valoroso comandante Antonio Mosto, come documenta la targhetta in argento applicata sul calcio: Giuseppe Garibaldi ad Antonio Mosto, valoroso comandante dei Carabinieri Genovesi — Caserta 19 ottobre 1860. Esattamente una settimana dopo, il 26 ottobre 1860, avvenne lo storico incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II a Teano, episodio con il quale si concluse la Spedizione dei Mille. L'arma reca altre scritte di cui una su targhetta, apposta sotto il paramano, con le iniziali del generale (G.G.) e altre due in rilievo sulla canna: Fuori lo straniero-W Garibaldi; C. Colombo - Milano. Giuseppe Cesare Abba 1938 - 1910, Regno di Sardegna

DA Quarto al Faro Noterelle d'uno dei Mille Bologna, 1882

Biblioteca Centrale F COLL 7-1 B


Giuseppe Cesare Abba DA Quarto al Volturno Noterelle d'uno dei Mille. Bologna, 1991.

Biblioteca Centrale K 4-11

GIUSEPPE CESARE Abba Garibaldi Milano 1907(?)

Biblioteca Centrale R 228


[didascalie immagini] Camicia rossa da sergente del Corpo Volontari Nazionale Campagna 1866. Italia

Biblioteca delle Civiche Raccolte Storiche


Giuseppe Cesare Abba Storia dei Mille narrata ai giovinetti Firenze, 1904

Biblioteca Centrale N JUV 391


[didascalie immagini] Cletto Arrighi (Carlo Righetti) 1828 - 1906, Regno Lombardo-Veneto


Carlo Righetti (Cletto Arrighi) DIAVOLO ROSSO Romanzo storico del secolo XIII. Milano, 1863.

Biblioteca Centrale E 589

Carlo Righetti (Cletto Arrighi) La Contessa della Guastalla Schizzi sentimantali. Milano, 1863

Biblioteca Centale H 2995


Carlo Righetti (Cletto Arrighi) Gli sposi non promessi Parafrasi e coutrappunti ai Premessi Soisi Milano, 1895.

Biblioteca CEntrale J VAR 2041


[didascallie immagini] Ferdinando Petruccelli della Gattina 1815 - 1890, Regno delle Due Sicilie


Ferdinando Petruccelli Della Gattina Il Re dei Re Convoglio diretto nel XI1 secolo. Milano, 1864

Biblioteca Centrale F COLL 52.6


Ferdinando Petruccelli Della Gattina Le larve di Parigi Convoglio diretto nel XI1 secolo. Milano, 1878

Biblioteca Centrale K 5549


Ferdinando Petruccelli Della Gattina Giorgione Romanzo storico Roma, 1879

Biblioteca Centrale G 340-1


[didascalie immagini] Luigi Capranica 1821 - 1891, Stato della Chiesa


Luigi Capranica La Lega lLombarda e la battaglia di Legnano Milano, 1876.

Biblioteca Centrale O VAR 873


Luigi Capranica La contessa di Melzo Storia del alo XV Milano, 1879. 2v.

Biblioteca Centrale H 1170-1


[didascalie immagini] Giacomo Bonafede Oddo 1827 - 1906, Regno delle Due Sicilie

Giacano Oddo Bonafede L'apostata siciliano Romanzo storico contemporaneo Milano, 1860.2 v.

Biblioteca delle Civiche Raccolte Storiche MPP. 2263


[didascalia immagine] Giorgio Tommaso Cimino 1823 - 1905, Regno delle Due Sicilie

Giorgio Tommaso Cimino Padre e figlia Novelle. Firenze, 1868. Biblioteca Centrale O VAR 1299

Giorgio Tommaso Cimino Due donne Romanzo storico. Milano, 1875.

Biblioteca Centrale J 8322


[didascalie immagini] Torello Bartalesi 1827 - 1907, Granducato di Toscana


Torello Bartalesi Giulia e Mentana Romanzo storico del Ten. Colonnello Siena, 1886.

Biblioteca delle Civiche Raccolte Storiche


[didascalia immagine] Antonio Balbiani 1838 - 1889, Regno Lombardo-Veneto

Antonio Balbiani L'ultimo della famiglia Tramaglino Milano, 1879. 3 v.

Biblioteca Centrale F 1285


Antonio Balbiani I figli di Renzo tramaglino e Lucia Mondella Seguito ai Promessi sposi di Alessandro Manzoni. Romanzo storico. Milano, 1874.

Biblioteca Centrale J 2407-1

[didascalia immagine] Vittore Ottolini 1825 - 1892, Regno Lombardo-Veneto

Vittore Ottolini Dopo il carcere Romanzo sociale. Milano, 1858. Vol. 1

Ass. Cult. Bibliorteca Famiglia Meneghina- Società del Giardino Morpurgo 7f. 1-237

Vittore Ottolini I cacciatori delle Alpi (1848-1859) Scene storico-militari Milano, 1860.

Biblioteca delle Civiche Raccolte Storiche MPP. 596


[didascalie immagini] Antonio Fogazzaro 1842 - 1911, Regno Lombardo-Veneto.

Antonio Fogazzaro Malombra Milano, 1882.

Biblioteca Centrale H 1245

Antonio Fogazzaro Piccolo mondo antico Milano, 1895.

Biblioteca Centrale K 212-17


Antonio Fogazzaro Daniele Cortis Torino 1891.

Biblioteca Centrale K 212-19

[didascalie immagini] Federico De Roberto 1861 - 1920, Regno delle Due Sicilie

Federico De Roberto Vicerè. Milano, 1894

Biblioteca Centrale

Federico De Roberto Gli amori Milano, 1898.

Biblioteca Centrale NOV J 127


[didascalie immagini] Luigi Capuana 1839 - 1915, Regno delle Due Sicilie

Catania, 14 marzo 1879.

Luigi carissimo ... Io vorrei che tu venissi qui qualche giorno per fissare definitivamente i nostri progetti. La prima edizione della tua Giacinta' andrà in sei mesi, al più tarrdi dentro l'anno, senti quel che ti dico; e allora sarai in condizione di aver meglio retribuito questo lavoro, e di ottenere altre condizioni per quel che scriverai... Non ti pare che per noi l'aspetto di certe cose non ha risalto che visto sotto un dato angolo visuale? e che mai riusciremo ad essere tanto schiettamente ed efficacemente veri che allorquando facciamo un lavoro di ricostruzione intellettuale sostituiamo la nostra mente ai nostri occhi?... Ho ricevuto la traduzione tedesca della Nedda. Figurati che si permettono di fare dei tagli a piacere - beninteso senza aver chiesto nemmeno il permesso di tradurre. Si può far questo colle leggi nostre e i trattati internazionali sulla proprietà letteraria? Addì, caro Luigi, scrivimi, rammentami con viva amicizia e credimi affezionatissimo tuo Giovanni

Giovanni Verga a Luigi Capuana

'Romanzo edito a Milano, G.Brigola, 1879. Luigi Capuana La Sfinge Milano, 1889.

Biblioteca Centrale K 567-5

Luigi Capuana Il Decameroncino Catania, 1901.

Biblioteca Centrale G COLL 3-8-A


Luigi Capuana Giacinta Catania, 1890. Edizione originale senza legatura

Biblioteca Centrale

[didascalie immagini] Giovanni Verga 1840 - 1922, Regno delle Due Sicilie

Torino, Hotel Central 10 Gennajo 1884.

Mio caro Rod Figuratevi se sarei contento di avervi spettatore e giudice delle mia Cavalleria rusticana' ma non oso sperare che un giornale parigino vi dia questo incarico. La mia commedia (tentativo di commedia, chiamiamola meglio, in un genere arrischiatissomo e che fa a pugni col gusto attuale del pubblico) passerà inosservato anche in Italia, e i più alzeranno le spalle come a un'idea sbagliata. È vero che prima di pubblicare le novelle di Vita dei campi nello stesso genere, e di sperimentare la prima volta lo stesso metodo artistico in un altro campo letterario io ebbi le le stesse esitazioni e le medesime apprensioni che poi il successo smentì; ma allora ero io nel libro faccia a faccia col lettore, la riflessione aveva tempo di maturare quello che c'era di troppo brusco nella prima impressione; mentre odeso le mie idee devono passare per degli interpreti né convinti né audaci forse come me. Basta, vedremo quel che sarà, sarà una caduta di certo; a me preme soltanto affermare il genere. Il resto verrà poi, e lo faranno gli altri. Ad ogni modo, pel caso fortunatissimo che voi poteste venire alla prima recita, sappiate che essa è fissata pel giorno 15, e se venite vi prego di avvertirmi del giorno e dell'ora. ... Aspetto con vivo desiderio il vostro romanzo e da Milano, dove sarò il 20, vi monderò un mio volumetto di novelle e il volume Vita nei campi. Aff.Vostro Verga

A Edouard Rod".

'Cavalleria aveva debuttato il 14 gennaio dell'anno precedente al Teatro Carignano di Torino, con la compagnia

 "Città di Torino".

"Romanziere franco-svizzero, fu il traduttore francese delle opere di Verga. Milano, 7 giugno 1834.

Caro, Rod

Sapete che vi si vuole fare entrare in un complotto? Si tratterebbe di far rappresentare Cavalleria rusticana a Parigi. Zola ha letto la traduzione francese, riescitissima, che ne ha fatto il sig. Solanges qui a Milano, e gli piace. Soltanto trova qu'elle sent trop son fruit, ciò che gli fa temere dell'esito teatrale davanti a un pubblico parigino. Certo io non mi dissimulo le difficoltà grandi per fare accettare la mia commedia, e ìl genere di essa soprattutto, e soprattutto a Parigi. Ma parmi che se essa dovrebbe darsi bisognerebbe presentarla col suo colore e col suo sapore, difficolta ardua.... Vi saluto tanto Vostro aff. G. Verga

A Edouard Rod'.

' Romanziere franco-svizzero, fu il traduttore francese delle opere di Verga,


Giovanni Verga Cavalleria rusticana ed altre novelle Milano, 1883.

Biblioteca Cenatrale H 47-1

[didascalia immagine] Giovanni Verga I Malavoglia. I vinti Milano, 1920

Biblioteca Centrale J 5224-3

Giovanni Verga Nedda Bozzetto siciliano. Milano, 1874.

Biblioteca Centrale K VAR 2092

Giovanni Verga Primavera. La coda del diavolo. X. Certi argomenti. Le storie del castello di Trezza Milano, 1877.

Biblioteca Centrale J 764-3

[didascalie immagini] Giovanni Verga Vita dei campi Nuove novelle. Milano, 1880.

Biblioteca Centrale J 764-11


Giovanni Verga Mastro-don Gesualdo Torino, 1883.

Biblioteca Centrale J 5224-1


Giovanni Verga Vagabondaggio Firenze, 1887.

Biblioteca Centrale J 764-8

[didascalie immagini] . . . l'elemento storico, non che sorgente nuova e sempre varia d'ispirazioni musicali, dev'esser base essenziale a ogni tentativo di ricostituzione drammatica; certo, se il dramma musicale deve armonizzarsi col moto della civiltà, e seguirne o aprirne le vie, ad esercitare una funzione sociale, deve anzi tutto riflettere in se l'epoche storiche ch'ei s'assume descrivere, quando cerca in quelle i suoi personaggi.

Giuseppe Mazzini Filosofia della musica Milano, 1883

Biblioteca Centrale G COLL 6-33-2 Il romanzo storico e il melodramma nell'800

Genere'nuovo' per eccellenza, il romanzo storico celebra nelle letteratura ottocentesca un vero e proprio trionfo e rappresenta, per i grandi Scrittori dell'Ottocento, lo strumento cepace di meglio intrapretare le complesse articolazioni di una realtà quanto mai dinamica e mutevole, sia sul piano economico-sociale, sia su quello dei valori e degli ideali individuali e collettivi. Nelle letterature europee del primo Ottocento, il romanzo storico - che seguì la fortuna settecentesca del romanzo epistolare di quello diaristico e di quello di formazione, raggiungendo un grandissimo sviluppo come genere in prosa in cui, personaggi immeginari, agivano in uno sfondo storico reale -, si effermò anche grazie al "bisogno di storia" tipico dell'epoca romanntica e collegato al risveglio del sentimento nazionale. Sentimento, quest'ultimo, formatosi via via come conseguenza delle ripetute guerre, i cui rovinosi esiti ebbero l'effetto di condurre gli uomini a riflettere sulla propria esistenza, per giungere infine e concepirla come qualcosa di condizionato stosicamente. Il romanticismo e i sentimenti nazionalisti che fanno leva sulla rievocazione della passata grandezza dei vari popoli, accrescono quindi il senso storico degli scrittori. Per i romantici allora, la ricostruzione della storia passata, la rappresentazione di episodi decisivi della storia nazionale, diveniva un'operazione non solo utile, ma necessaria alla comprensione del presente, il passato che veniva celebrato non era lontano come in un poema epiico, ma un momento fondamentale e necessario di sviluppo nel futuro. All'idea che l'uomo fosse il risultato della sua storia, si associava quella che, anche la nazione, era ciò che la storia le permetteva di essere. Su questa base storico-sociale il romanzo storico, che viene reso popolare in tutta Europa da Walter Scott (1771- 1832). Autore di storie avventurose, ambientate per lo più nel Medioevo non privo di tratti pittoreschi, Scott è è il primo romanziere che consideri la storia non come semplice sfondo o scenario pittoresco, bensì come elemento essenziale nel determinare gli atteggiamenti e le scelte dei protagonisti e perciò come protagonista essa stessa. Quest fu il senso di Ivanhoe, considerato il capostipite dei romanzi storici: la nazione inglese fu la conseguenza del contrasto e della fusione tra gli anglosassoni e i normanni e Ivanohe rapprentava l'incarnazione di questa fusione. Il successo che ebbe la traduzione del romanzo da parte di Gaetano Barbieri nel 1822, fu indubbiamente di grande importanza per lo sviluppo e l'affermarsi del genere del romanzo storico in tutta Europa ed anche in Italia. Durante i primi anni della Restaurazione erano apparse in Italia delle opere dai caratteri non ancora ben definiti, come la novella storica Il castello di Binasco della scrittrice torinese Diodata Roero, Saluzzo, ambientata nel Trecento ed edita nel 1819. Nel 1827 furono pubblicati Il castello di trezzo, romanzo di Giambattista Bazzotti, e La Battaglia di Benevento di Francesco Domenico Guerrazzi che narrava della guerra tra gli Svevi e gli Angioini durante il Duecento, ma la data decisiva per l'affermazione del genere °storico" fu il 1827, anno di pubblicazione dei Promessi Sposi. A favorire la diffusione del romanzo di carattere storico in Italia fu soprattutto il grande valore dei Promessi sposi, ma indubbiameMe contribuiscono anche le caratteristiche della situazione italiana che spronava i romanzieri a farsi da portavoce delle vicende storiche dell'Italia - susseguitesi dal Medioevo in poi - per riproporre esempi eroici di libertà e di resistenza all'oppressione dello straniero. Nel trentennio 1831-1860 questo nuovo genere narrativo (romanzo, ma anche novella storica), conobbe una crescita non solo quantitativa, ma anche qualititativa. Moltissimi scrittori di questo perioido sono anche patrioti, combatenti che, sotto gli influssi insurrezionali, si pongono l'obiettivo di educare gli animi all'amor di Patria, oltre che con il loro esempio anche attraverso le loro opere. Finalità educative popolari, patriottiche e talora moralistiche, troviamo in opere quali La battaglia di Benevento (1827) e L'assedio di Firenze (1836) di Francesco Domenico Guerrazzi; l'Ettore Fieramosca o la diffida di Barletta (1833) e il Niccolò de' Lapi, ovvero i Palleschi e i Piagnoni (1841) di Massimo D'azelio, per citare solo alcuni dei maggiori più noti autori di quel periodo. Fecondissima fu la produzione letteraria e ai nomi celebri di Tommaso Grossi Niccolò Tommaseo, Cesare Cantù, Ippolito Nievo, si affiancano i meno noti di Davide Bertolotti, Francesco Mastriani, Giovanni Rosini e tanti altri ancora. Scrittori tutti, nelle cui opere, eventi del lontano passato vengono rievocati per lo più con intenti patriottici, secondo quella che è la tendenza dominante nella letteratura del periodo risorgimentale italiano, incline a subordinare la scrittura artistica o d'invenzione alle esigenze dell'educazione politica e civile. Un'ultima breve considerazione sulla diffusione del romanzo come genere: rivolto alla nuova borghesia, il romanzo, favoriva l'acceso alla lettura da parte di un pubblico tanto più numeroso rispetto ai tradizionali fruitori di opere classiche e favoriva, per la prima volta in Italia, la nascita di un mercato letterario in grado di contare su una base di ammiratori relativamente vasta. Il nuovo pubblico infatti, conquistato dalla forma narrativa in prosa che faceva leva proprio su una serie di espedienti per catturare l'attenzione, si identificava, si immedesimava, si commuoveva nelle scene descritte dei romanzi e si nutriva dei miti che il romanzo veicolava. Ma in questa operazione di risveglio delle coscienze a fianco del romanzo storico non possiamo trascurare un altro fondamentale protagonista: il melodramma. Particolarmette adatto a trasporre sulla scena le istanze politico-ideologiche dell'epoca, il melodramma, meglio di altre testimonianze artistiche, ha incarnato quel momento, quello slancio, quegli incontri segreti, quei primi volantini, quelle morti eroiche... in poche parole il legame tra Teatro d'opera, Risorgimento e identità italiana. Strettissimo è infatti il nesso tra melodramma e romanzo storico ottocentesco. I librettisti rimaneggiano e manipolano - rispettando lo spirito patriottico - le novelle in versi e i romanzi storici. Da I Lombardi alla prima Crociata di Tommaso Grossi che sarà musicato da Giuseppe Verdi su libretto di Temistocle Solera a Margherita Pusterla di Cesare Cantiù; dall' Eufemio di Messina e la Francesca da Rimini di Silvio Pellico all'Assedio di Firenze del Guerrazzi, le citazioni sarebbero praticamente infinite. Ma il melodramma non fu una semplice trasposizione di un medesimo concetto, o di un medesimo messaggio in un linguaggio diverso e la sua funzione non fu solo quella di cassa di risonanza dei valori e dei contenuti dei romanzi storici, ma fu anche quella di contribuire, quale fattore portante attraverso la lingua italiana, all'unificazione nazionale. Durante il periodo risorgimentale è il Teatro d'opera, in quanto fenomeno di natura transregionale - e attraverso di esso, il melodramma - l'elemento che unisce le diverse realtà cittadine. E' impossibile infatti negare l'importanza dei Teatri d'opera cittadini quali luoghi privilegiati per l'elaborazione e la divulgazione dell'identità e dell'immaginario nazionali. Il teatro fu infatti, prima di tutto, luogo di diffusione della lingua Italiana. In un paese in cui gli analfabeti ufficialmente censiti erano il 78 per cento delle popolazione e non piccola parte del restante 22 per cento sapeva stendere soltanto la propria firma, il romanzo o la poesia restavano fatalmente chiusi in un cerchio ristretto, quello come si è visto dei colti ceti borghesi emergenti. L'unico mezzo artistico e immediato di diffusione delle idee poteva essere solo il Teatro. Esso rappresettava il contatto diretto col pubblico più vasto e riverberava la propria influenza sulla società. E il melodramma, attraverso il Teatro assolse il compito capillare di diffusione delle idee e dei sentimenti patrittici e unitari che prepararono il terreno alla futura unità d'Italia. Il castello d'Ursino libretto di F Romnani da Diodata Saluzzo Roero musica Vincenzo Bellini Trieste, 1837

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Il corsaro libretto di J.Ferretti da Giovanni Carlo Cosenza ispirato a Il Corsaro di G.G.Byron musica di Giovanni Pacini Roma, 1831

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Il pirata libretto di F.Romani da Giovanni Carlo Cosenza musica di Vincenzo Bellini Milano, 1840

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La bella Celeste degli Spadari libretto di C.Basti da Giovanni Battista Bazzoni musica di Pietro Antonio Coppola Bergamo, 1839?

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[didascalie immagini] Marco Visconti libretto di D.Bolognese da Tommaso Grossì musica di Enrico Petrella Pavia, 1857

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Margherita Pusterla libretto di P.Cossa da Cesare Cantù musica di Wenceslao Persichini Terni, 1857?

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Francesca da Rimini libretto di M Benvenuti da Silvio Pellico musica di Giuseppe Marcarini Milano, 1871

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Eufemio dii Messina libretto di G.Ferretti da Silvio Pellico musica di MIchele Caraffa Milano, 1871

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[didascalie immagini] L'assedio di Firenze da Francesco Domenico Guerrazzi musica di Eugenio Terziani Milano s.d.

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Beatrice Cenci (Grande ballo storico) coreografie di L.Bonesi da Francco Domenico Guerrazzi musica del M° Berni Milano 1866?

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Elena e Titanai da Giulio Carcano musica di Giovanni Lucantoni Milano, 1853

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Lamberto Malatesta libretto dì N.Casartelli da Giuseppe Rovani musica di Cipriano Pontoglio Pavia, 1857

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[didascalie immagini] Cortigiana da Giorgio Tommaso Cimino Musica di Antonio Scontrino Milano, 1895?

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Manfredo da Giorgio Tommaso Cimino musica di Errico Petrella Milano, s.d.

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Malia da Luigi Capuana musica di F. Paolo Frontini Milano s.d.

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Cavalleria Rusticana libretto di G.Targioni-Tozzetti e G.Menafi da Giovanni Verga musica di Pietro Mascagni Milano, 1897

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[didascalie immagini] Renzo; alla prima, rimase impacciato. Dopo un lungo dibattere e cercare Insieme, conchiusero che i guai vengono bensì sovente per cagione che uno vi dia; ma che la condotta più cauta e più innocente non assicura da quelli; e che quando vengono, o per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio li raddolcisce e li rende utili per una vita migliore. Questa conclusione, benché trovata da povera gente, ci è sembrata cosi giusta, che abbiamo pensato di metterla qui, come il sugo di tutta la storia. La quale se v'ha dato qualche diletto, vogliatene bene all'anonimo e anche un po al suo racconciatore. Ma se in quella voce fossimo riusciti a noiarvi, siate certi che non abbiam fatto a posta.

FINE TERZO ED ULTIMO TOMO

Biblioteca comunale Centrale "Palazzo Sormani" Ufficio Conservazione e Promozione C.BiblioPromozione@comune.milano.it www.comune.milano.it/biblioteche sezione manifestazioni

Ottobre 2011 Il "sugo" della nostra storia 11 Romanzo dell'Italia Unita da Manzoni a Verga

CRONOTOPO DEL ROMANZO STORICO ITALIANO

Il cronotopo è la rappresentazione grafica delle coordinate tempo-spaziali entro cui si sviluppa il romanzo storico in Itlaia. Gli autori sono distribuiti per nascita nelle aree geografiche preunitarie. I titoli dei romanzi sono accompagnati dall'anno di edizione dell'opera, che indica il tempo della scrittura, e, tra parentesi, dal pelìodo di ambientazione della narrazione storico-romanzesca.

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