Wikisource:Collaborazioni/SBM/testi/Onoranze del Famedio

MUNICIPIO DI MILANO ONORANZE DEL FAMEDIO

MILANO, TIPOGRAFIA BERNARDONI DI C. REBESCHINI E C. 1886. MUNICIPIO DI MILANO ONORANZE DEL FAMEDIO MILANO, TIPOGRAFIA BERNARDONI DI C. REBESCHINI E C. 1886. REGOLAMENTO PER GLI ONORI DEL FAMEDIO APPROVATO DAL CONSIGLIO COMUNALE IL 28 MARZO 1884 E DALLA DEPUTAZIONE PROVINCIALE IL 2 MAGGIO SUCCESSIVO PRECEDUTO DALLA RELAZIONE DELLA COMMISSIONE CONSIGLIARE Signori Consiglieri, La Commissione da voi eletta coll' incarico di esaminare il progetto di regolamento per la concessione degli onori nel Famedio a quei cittadini che hanno illustrata la patria con virtù preclare, colle opere dell'ingegno o nell' esercizio di una insigne beneficenza, presenta con questa relazione le sue conclusioni, alle quali fa precedere le ricerche e gli studi che la guidarono nella disamina del regolamento, che la Giunta municipale ha presentato al Consiglio nella sessione ordinaria d'autunno. Ma prima d'ogni altra considerazione, la vostra Commissione vuole sia assodato che nell' esame compiuto essa non si è dipartita dal concetto che il regolamento, ora presentato alla vostra approvazione, dovesse concernere unicamente la tesi generale, esclusa perciò ogni designazione di ndmi. La Commissione, per compiere le sue proposte con piena cognizione della lunga e varia opera dedicata nella città nostra alle onoranze degli uomini più illustri, non può sottrarsi al dovere di riassumere brevemente la storia, che si accompagna ai moltiplici lavori che vi si riferiscono. Assai prima d' ora quelle onoranze avrebbero avuto presso di noi il compimento, se al decreto del Vicerè d'Italia (22 giugno 1809) avesse corrisposto la affettuazione del Pantheon italiano, destinato alla sepoltura dei cittadini segnalati nella magistratura, nella carriera militare, nelle cariche civili e nel coltivare le scienze e le arti. Se le onoranze decretate al valoroso generale Pietro Teuliè ed a Melchiorre Cesarotti, diventarono una memoria storica, col fortunato risorgimento dell'indipendenza della patria, rinacque nel loro ricordo più vivo il bisogno di far luogo alla illustrazione dei più valenti e benemeriti cittadini, onore delle passate generazioni, esempio alle venture. Fu a questo nobilissimo intento, che nel riordinamento del servizio degli antichi cimiteri, la rappresentanza del Comune fino dall'anno 1869 stabiliva assai opportunamente di coordinare gli avvicendamenti annuali, imposti dalle leggi e dal bisogno sempre crescente di nuovi spazi liberi, col rispetto ad un sentimento manifestato in ogni tempo, e da tutti acconsentito per la sollecita custodia e conservazione dei depositi mortuarj dei cittadini illustri per fama incontestabile. In ossequio a un tale sentimento, mentre si costruiva il Cimitero monumentale, fu ideato di dar vita con un nuovo edifizio architettonico ad un Pantheon o Famedio, e l' autorità comunale dava ad una Commissione municipale l'incarico di determinare quali fossero i cittadini le di cui reliquie potevano ancora essere raccolte nei cimiteri suburbani, ed onorate con sepolcro distinto. - Quella Commissione (*), limitando il suo operato alla scelta del luogo pel Famedio non concluse alla richiesta proposta di nomi, che restò perciò rimandata. Mentre nell'anno 1869 essa proponeva da prima l' Ossario, che si erigeva nel centro del Cimitero monumentale, come luogo opportuno per onorare i cittadini illustri trapassati, modificava le sue conclusioni in seguito a consulto coll'architetto cav. Macciacchini, convenendo di dedicare la parte centrale sulla fronte del grande Cimitero, come la più degna, ed artisticamente la più conveniente all'illustrazione dei cittadini meritevoli di un ricordo onorifico. Fu pertanto nel maggio 1870, che quell' edifizio fu definitivamente dedicato alla commemorazione degli uomini illustri, e che il chiaro architetto con opportune modificazioni di ordine tutto artistico, traduceva in effetto il voto della Commissione, convertendo a Famedio cittadino l' edifizio primieramente destinato al culto. Colla designazione del luogo per il Famedio venivano allora parimenti fatte concrete alcune norme, che la vostra Commissione, oggi riferente, ha voluto sanzionare col suo voto favorevole, e che sono coordinate nel progetto di regolamento per le onoranze del Famedio, raccomandato alla vostra approvazione. a) Nel Famedio cittadino le illustrazioni storiche voglionsi incominciate con Lanzone, come quegli che è contemporaneo alle origini del Comune; b) Le disposizioni dei nomi sulle pareti interne del Fatnedio debbono corrispondere a tre distinte zone, la più elevata dal suolo, dedicata alle epigrafi per gli illustri che appartengono alla storia del Comune dalla sua fondazione fino alla metà del secolo XVIII; quella di mezzo riservata agli illustri o benemeriti, che hanno vissuto tra il 1750 ed il 1850, e la più bassa agli altri, morti dopo la metà del secolo corrente; e) Nella scelta dei nomi non si deve tenere conto soltanto del luogo di nascita, ma bensì di quello dell'attività loro; e nella valutazione del merito non le sole opere dell' ingegno, ma ben anco le grandi virtù (civili o militari, o caritative) vogliono essere considerate altrettanti titoli di benemerenza; d) Per la scelta degli illustri scienziati od artisti, le proposte debbono essere suffragate dal parere di istituti investiti di speciale autorità scientifica od artistica, sedenti in Milano, quali l' Istituto Lombardo di Scienze e Lettere e la Accademia di Belle Arti; e) In riguardo ai cittadini morti dopo la metà di qnesto secolo gli onori del Famedio non possono essere decretati ad alcun cittadino, se non dieci anni dopo la morte, con votazione a schede segrete e colla maggioranza assoluta. (*) Composta dai signori: PIETRO MOLINELLI, Assessore, Presidente - Conte FRANCESCO SEBREGONDI, Assessore - FRANCESCO BRIOSCHI, Senatore - GIUSEPPE PIOLTI DE BIANCHI, Deputato - CARLO TENCA, Deputato - TULLO MASSARANI, Consigliere comunale - GIOVANNI VISCONTI VENOSTA, Consigliere comunale - Conte CARLO BELGIOiOSO, Presidente della R. Accademia di Belle Arti. La vostra Commissione per rendere più autorevole il voto, che viene riassumendo con questa relazione, fece richiesta di notizie in argomento ai principali municipi d'Italia. Quelli di Roma, di Firenze, di Genova, di Torino e di Mantova non soddisfecero l'intento delle nostre domande, posciachè quelle amministrazioni comunali non posseggono alcun regolamento per la tumulazione degli uomini illustri, in luogo a ciò particolarmente dedicato. Anche in riguardo alle disposizioni relative al tempio di S. Croce la vostra Commissione non potè conoscere che il decreto dato in Torino il 6 settembre 1861, col quale fu stabilito, che sopra speciale autorizzazione del Governo si possono tumulare in quel tempio coloro che cogli scritti e coll' opera si resero altamente benemeriti alla patria. Il decreto del Governo italiano restò per altro senza la promessa sanzione del Parlamento, che avrebbe dovuto tradurlo in legge dello Stato: nè gli giova finora alcun regolamento, essendosi. provveduto can leggi speciali, votate dalla rappre7. sentanza nazionale, per le inumazioni del Marchese Neri dei Principi Corsini, di Gio. Battista Nicolini, di Ugo Foscolo e di Carlo Botta. In cambio tornarono assai più fortunate e giovevoli altre indagini a Napoli, a Bologna, a Ferrara, a Verona ed a Brescia, dove la onoranza dei cittadini illustri è congiunta colla concessione della sepoltura o dell' erezione di monumenti onorari nei Cimiteri cittadini. Dovunque si divenne alla conclusione di un regolamento in proposito, primeggiò il concetto che le onoranze da tributarsi ad uomini illustri, non seguano immediatamente alla loro morte, reputandosi che il decorrere di un certo periodo di tempo sia la più sicura guarentigia contro l' eccedere di entusiasmi, talvolta informati al rimpianto dell'amicizia, mentre il sentimento, che vuole commemorate le virtù e le opere veramente degne di essere tramandate con onore ai posteri, non può temere indugi, ma si afforza e si avviva col tempo. Il Consiglio comunale di Napoli deliberava a questo proposito nell' aprile dell' anno 1875, che le inumazioni degli uomini illustri nel recinto del Cimitero a ciò assegnato non fossero concesse se non dopo dieci anni dal giorno della loro morte; se non che con altra deliberazione del 28 gennajo 1882 lo stesso Consiglio determinava, che possa presentarsi la proposta per concedere l'inumazione od il collocamento di monumenti nel recinto del Cimitero civico designato alla memoria degli uomini illustri non prima di un anno dalla morte della persona, cui la proposta si riferisce. Anche per le onoranze stabilite dal Consiglio accademico dell' Università di Napoli ai suoi professori di merito eminente fu sanzionata la massima, che non possa essere proposto un monumento qualunque se non dieci anni dopo la morte del professore. La città di Bologna provvide allo stesso scopo pel suo Cimitero alla Certosa, deliberando la decorrenza di un periodo di tempo non minore di due anni, così il regolamento pel Cimitero di Brescia ne esige tre, mentre quello di Verona impone che ne sieno trascorsi non meno di cinque, e quello di Ferrara allunga il periodo richiesto tra la morte della persona onoranda e la concessione per la sua tumulazione fino a quindici anni. Per quanto si riferisce a questo punto principalissimo del suo mandato la Commissione da voi eletta ha convenuto che la proposta scritta nell'articolo VI del regolamento, la quale impone la decorrenza di dieci anni dalla morte di ogni cittadino, prima che gli possa essere decretata la sepoltura degli illustri o dei benemeriti nel Famedio milanese, risponde ad un savio e prudente concetto. Approvandolo all' unanimità, la vostra Commissione si affida di raccomandarlo alla sanzione autorevolissima della rappresentanza cittadina, anche per la considerazione che la solenne inaugurazione del Famedio, seguita colla deposizione della salma di Alessandro Manzoni nel decimo anniversario della morte del grande Poeta, venne col fatto ad affermarne la convenienza e l'opportunità. La distinzione del grado di onoranza fu per la Commissione argomento di qualche discussione, se non che questa avvalorò la persuasione che tornasse opportuno anche sull' esempio di quanto fu stabilito dai Consigli comunali di Napoli, di Ferrara, di Brescia e di Verona, di far luogo all'apprezzamento delle diverse valutazioni del merito con due distinte categorie; una, quella degli illustri particolarmente dedicata a chi abbia ottenuto alta e meritata fama presso 1' intiera nazione; e 1' altra dei benemeriti, più modesta, ma non meno onorifica, destinata a ricordare chi abbia arrecato alla città cospicuo beneficio e decoro. La vostra Commissione fu concorde nell' ammettere coli' articolo II tale distinzione, per la quale i cittadini illustri sarebbero ricordati nel Famedio con effigie a bassorilievo o con busto, secondochè siano morti avanti o dopo 1' anno 1850, ed i benemeriti con epigrafe, qualunque sia la data della loro morte. Intorno allo stesso articolo II fu anche discussa la convenienza della dizione collettiva od esemplificata dei titoli agli onori del Famedio, ma il proposito di togliere il pericolo di involontarie ommissioni, indusse la Commissione ad approvare la più concisa, informata al semplice concetto delle opere virtuose, senza esemplificazione di casi o categorie, come quella che abbracciandole tutte, può comprendere senza distinzione i meriti singolarissimi dell' ingegno, della filantropia, e del patriottismo, come l' operosità fra le armi o nell' esercizio degli uffici civili. Le precorse disposizioni della Giunta municipale per la collocazione nel Famedio delle salme di Alessandro Manzoni e di Carlo Cattaneo, in seguito alle deliberazioni del Consiglio comunale, votate nel maggio dell' anno 1873 e nell' ottobre ultimo passato, non possono infirmare la massima in riguardo alla futura collocazione dei cadaveri nei colombari, che risponde con maggiore opportunità alle esigenze della decorazione generale dell' edifizio, non meno che al più conveniente uso delle costruzioni per ciò fatte nella parte sottostante al Famedio. Il Consiglio comunale, sanzionando la massima, non deroga all'eccezione, già conseguita coi fatti o richiesta dall' eventualità di altre sue deliberazioni, ma piuttosto la coordina col bisogno di armonizzare la ornamentazione artistica del Famedio colla disposizione dei busti sul piand del suolo, dedicati agli illustri contemporanei. Sul modo di votazione la vostra Commissione, tenendo conto di quanto è stabilito da tutti i regolamenti sanciti dal voto di altri Consigli comunali, ha approvato, che ogni deliberazione in riguardo a cittadini morti prima della metà di questo secolo, sia fatta a voti palesi ed a maggioranza dei presenti, mentre le votazioni riguardanti i defunti posteriormente all' anno 1850, debbano sempre essere compiute a schede segrete, e riunire la maggioranza assoluta, come trovasi prescritto per la concessione delle onoranze nel Cimitero di Napoli, in quello di Bologna, ed in altri. Il progetto di regolamento che la vostra Commissione ha preso in esame, fu modificato nella parte che si riferisce alla competenza dei singoli Consiglieri. L' articolo VII da prima informato ad un concetto che aveva avuto la sanzione favorevole dei Consigli comunali di Bologna e di Verona, fu cambiato dal voto concorde della Commissione nel senso più largo, e corrispondente all' intento di non imporre alcuna limitazione al diritto di proposta di ogni Consigliere. In tale argomento la Commissione propone perciò di riferirsi senza restrizione a quanto dispongono gli articoli 213 e 216 della legge comunale e provinciale, non derogando però alla massima che qualunque proposta tanto della Giunta, che di uno o più consiglieri in riguardo ai cittadini illustri o benemeriti morti dopo la metà di questo secolo, debba essere sempre suffragata da motivazione scritta e sottoposta all' esame di una Commissione di cinque Consiglieri comunali da nominarsi a schede segrete, coll' incarico di farne relazione al Consiglio. La vostra Conímissione ha poi accettato la massima che, non ammettendo il Consiglio comunale la proposta di tributare a un cittadino la onoranza degli illustri, possa essere subordinatamente deliberata allo stesso quella dei benemeriti, ed ha favorevolmente accolto quanto è pure stabilito dell' articolo VII, che una proposta stata respinta dal Consiglio non possa essere ripresentata alle sue deliberazioni se non dopo una decorrenza di cinque anni. Signori Consiglieri, Prima di chiudere e rassegnare questa relazione, la vostra Commissione vuole riassumere i criteri principali che l' hanno diretta nell' opera sua, e sui quali crede, che non mancherà l'approvazione dell' onorevolissimo Consiglio comunale, essendochè la distinzione delle onoranze fra gli illustri ed i benemeriti, l' invocato suffragio di autorevoli istituti per la scelta dei cittadini milanesi, che nella scienza o nell' arte ebbero fama, e la decorrenza di un periodo di dieci anni, richiesto per ogni singola proposta, riguardante cittadini morti dopo la metà del secolo in corso, vengono ad assodare il principio che fu massima direttiva per la vostra Commissione nel proporre le norme per gli onori del Famedio, che la loro concessione debba sempre soddisfare un debito di ossequio e di gratitudine, e perciò prendere forma da un giudizio tanto pacato e retto, quanto imparziale ed. autorevole. Dopo ciò la Commissione ha l' onore di presentare all' invocata sanzione vostra il progetto di regolamento per le onoranze postume a milanesi illustri e benemeriti, che fa seguito: ART. I. Nel Cimitero monumentale di Milano, l' edifizio che sorge a mezzo della sua fronte denominato il Famedio, è destinato ad accogliere le salme e ad onorare la memoria dei cittadini milanesi illustri o benemeriti, senz' altro riguardo che al merito personale. ART. II. Si considerano cittadini illustri quelli che per opere virtuose abbiano ottenuto alta e meritata fama presso l' intiera nazione. Si considerano cittadini benemeriti quelli che, onorandi per virtù proprie, abbiano arrecato alla città cospicuo beneficio e decoro. ART. III. Sono considerati cittadini milanesi, oltrechè quelli i quali abbiano avuto i natali in Milano o ne siano originarii, anche coloro che abbiano fatto lunga dimora in questa città, o che massimamente per opere in questa compiute, abbiano acquistata fama e benemerenza. ART. IV. Gli onori del Famedio possono essere tributati alla memoria di un cittadino illustre o benemerito quand' anche non vi sia collocata, la sua salma, o per non essersi rinvenuta, o perchè altrimenti abbia disposto la volontà del defunto o dei congiunti. Ove la salma sia da accogliere nel Famedio, essa verrà deposta nei colombari. ART. V. A compendiare per quanto è possibile nel Famedio i fasti milanesi, saranno scritti nella zona più elevata delle pareti interne i nomi dei cittadini più illustri e dei più benemeriti, che appartengono alla storia del Comune dalla sua fondazione fino alla metà del secolo XVIII; in altra zona mediana saranno ricordati con effige in basso rilievo i cittadini più illustri e con epigrafe i più benemeriti vissuti tra la seconda metà del secolo XVIII e la prima metà del secolo presente. Tutto il giro delle pareti fino all'altezza di tre metri dal suolo sarà riserbato, insieme con l' area occupabile, a commemorare con busto gli illustri e con epigrafe i benemeriti morti dopo la metà di questo secolo. ART. VI. Gli onori del Famedio non possono essere decretati ad alcun cittadino se non dieci anni dopo la sua morte e per deliberazione del Consiglio del Comune la quale, ove si tratti di cittadini morti dopo la metà di questo secolo, dovrà rendersi a schede segrete e riunire la maggioranza assoluta. ART. VII. La proposta di decretare gli onori del Famedio può essere recata innanzi al Consiglio comunale o dalla Giunta municipale, o da uno o più Consiglieri, e dovrà sempre essere suffragata da Motivazione scritta. Quando non sia ammessa la proposta di tributare a un nome la onoranza degli illustri, può essere proposta o deliberata al medesimo nome la onoranza dei benemeriti. Una proposta che non sia stata accolta dal Consiglio non può essere riprodotta se non dopo cinque anni. ART. VIII. Riguardo ai cittadini morti prima della metà di questo secolo la Giunta recherà al Consiglio proposte suffragate dal parere di istituti investiti di spe- ciale autorità scientifica o artistica; e agli istituti medesimi saranno deferite per esame le proposte che fossero presentate da uno o più Consiglieri. Udito il parere di detti istituti, seguirà la deliberazione del Consiglio a voti palesi ed a maggioranza dei presenti. ART. IX. Riguardo ai cittadini morti dopo la metà di questo secolo, le proposte, sia che emanino dalla Giunta municipale, sia che vengano presentate da uno o più Consiglieri, saranno deferite all' esame di una Commissione composta di cinque altri Consiglieri da nominarsi a schede segrete, ed a maggioranza assoluta. Sulla relazione di detta Commissione seguirà poi colle stesse forme la deliberazione del Consiglio. ART. X. Le spese per le onoranze da tributarsi nel Famedio saranno sostenute dal Comune e inscritte in una speciale categoria fra le spese straordinarie. Addì 28 novembre, 1883. LA COMMISSIONE CONSIGLIARE STEFANO LABUS, Presidente - GIULIO CARCANO - LODOVICO GATTA - GIUSEPPE MARCORA - TULLO MASSARANI - ANDREA VERGA - EMILIO BELGIOJOSO, Relatore. RELAZIONE E PROPOSTE DELLA COMMISSIONE MUNICIPALE PER LO STUDIO DELLA DECORAZIONE DEL FAMEDIO E PER L' ESECUZIONE DELL' ART. VIII DEL RELATIVO REGOLAMENTO APPROVATO DAL CONSIGLIO COMUNALE NELLA SEDUTA 31 MARZO 1886. Onorevole Giunta Municipale di Milano Coll'articolo VIII del regolamento per le onoranze del Famedio nel Cimitero monumentale, la Giunta municipale ebbe l'ufficio di concretare e sottoporre alla sanzione del Consiglio comunale le proposte riguardanti i nomi dei cittadini illustri o benemeriti morti prima della metà del secolo presente, suffragate dal parere degli istituti investiti di speciale autorità scientifica o artistica. La Commissione incaricata di dar forma alle proposte onoranze rassegna alla rappresentanza del Comune questa sua Relazione, con cui, nel mentre dà conto degli studi intrapresi, degli intenti prefissi, dei criteri seguiti, ha fiducia di avere convenientemente soddisfatto al proprio, benchè non facile impegno. Nell'accingersi all'opera sua nè agevole nè breve, la Commissione pose a cardine delle sue deliberazioni il testo delle disposizioni precedentemente votate, se non che ha creduto per la migliore interpretazione dell'articolo V del regolamento sanzionato dal Consiglio, e per meglio compendiare nel Famedio le glorie milanesi, di risospingere le illustrazioni storiche del primo periodo, più lontano che non sia il secolo XI, e di fare con ciò il posto a qualche nome, che ricordi la vita milanese sotto il dominio romano o carolingio. Se nei pochi ma gloriosi nomi di quel periodo proposti all' approvazione del Consiglio si è sconfinato dalla massima, che avrebbe designato per prima illustrazione il nome del Lanzone da Corte, come quegli che è contemporaneo al risorgimento del Comune, si può credere che la sanzione data dagli istituti interpellati e dagli uomini egregi che s'occuparono dell'argomento nelle discussioni e cogli scritti, possa ottenere quel plauso della rappresentanza comunale, che valga a rammentare nel Famedio milanese insieme ai fasti del Comune medioevale anche qualcuno fra i grandi ricordi del più antico Municipio. Data così ragione della più lata interpretazione poco innanzi citata per le proposte da portarsi alla discussione del Consiglio, è bene qui ricordare i criteri che hanno guidato il lavoro di massima per la scelta dei nomi, che la rappresentanza comunale vorrà onorare con speciale deliberazione ad esempio delle venture generazioni. Nella loro designazione si fece una giusta parte ai meriti singolarissimi dell'ingegno, della filantropia e del patriottismo, si illustrò l'operosità fra le armi o nell'esercizio degli uffici civili e della chieresìa, ricordando di preferenza i nomi più meritevoli, e insieme più conformi all'intelligenza del popolo, tenuto conto, pel periodo storico in particolar modo, della morale pubblica e della ragione politica, come erano comprese nei passati secoli. Ai tre distinti periodi di tempo nettamente sanzionati dal regolamento si è fatto corrispondere nella divisione delle pareti tre zone ben staccate fra loro, dedicando quella superiore alla linea dei capitelli, racchiusa nei quattro grandi emicicli, alle onoranze dei cittadini illustri o benemeriti che appartengono alla storia milanese dal secolo IV alla metà del secolo XVIII. Per quelli vissuti nei cento anni, che fanno seguito fino al 1850, fu riservata la zona mediana, che nelle unite tavole è distinta in dodici campi, quattro grandi corrispondenti allo sfondo di ciascun braccio di croce e otto più piccoli, che decorano opportunamente le pareti laterali. Ai contemporanei morti dopo la metà del secolo presente fu dedicato tutto il giro delle pareti fino all'altezza di circa tre metri dal suolo. Le proposte, ora risultate dallo studio attento ed accurato della Commissione, riguardano due sole delle tre zone, essendochè quelle dei contemporanei per deliberazione già presa dal Consiglio comunale restano affidate per lo studio ad una nuova Commissione, che sarà eletta con norme e mandato, cui il regolamento citato ha opportunamente provveduto. Mentre per il periodo storico, illustrato per intiero nella parte superiore de Famedio, fu adottata la più semplice iscrizione per l' illustrazione d'ogni singolo nome, in quanto riguarda la zona mediana non si è dimenticata la massima già sancita di una distinzione del grado di onoranza a cominciare dall'anno 1750. Per questo periodo la Commissione commemorò i cittadini illustri con altrettanti medaglioni a bassorilievo, dedicando ai benemeriti semplicissime epigrafi, che, distribuite con opportunità, concorrono a dare varietà alla decorazione generale sia nelle linee dei riparti sia col rilievo delle forme. Nella disposizione dei nomi sarebbe riuscito facile di raccogliere i prescelti in ordine strettamente cronologico dai più antichi scendendo agli ultimi della serie non breve, se non che uno studio più diligente indusse la Commissione a coordinare tutto il suo lavoro col concetto di aggruppare oltre che in ordine cronologico, anche coll'analogia dei caratteri, i nomi che successivamente s'aggiungevano alle sue proposte. E perchè il concetto degli aggruppamenti trovasse la sua applicazione anche nella voluta distinzione tra gli ospiti ed i cittadini milanesi, la Commissione volle per atto di reverente deferenza, che nell'assegnazione dei posti fosse concesso il braccio di croce opposto all'ingresso principale del Famedio a ricordo, degli illustri o benemeriti che ebbero l' ospitalità milanese. Furono pertanto ritenuti cittadini nostri quelli appartenenti per la nascita all' antico ducato, o che nati al di fuori passarono la maggior parte della loro vita in Milano, mentre gli ospiti si trascelsero tra quelli che onorarono la città in qualsiasi modo, ma non vi ebbero che dimora temporanea. Coordinando questi ultimi intorno al nome illustre di Alessandro Manzoni, che il Consiglio volle fosse il primo ad inaugurare le nuove onoranze del Famedio, la Commissione reputò pensiero gentile ed educatore associarlo con quanti nei passati secoli ricambiarono l'ospitalità con benemerenze specialissime qui acqui- state, le quali si risolvono nell'ingrandita rinomanza delle glorie cittadine. Così mentre tutto il braccio di tramontana porterà la dedica agli ospiti illustri o benemeriti, gli altri tre del vasto edificio saranno riservati ai cittadini milanesi egualmente qualificati. Prima di tener parola intorno alla designazione dei nomi, che è concretata nelle tavole qui unite da sottoporsi alla sanzione del Consiglio, sia concesso accennare, che essa è il frutto d' accurato e minuto lavoro d'indagini svariate, che può dirsi di doppio grado, poichè sulle prime proposte fu dalla Giunta invocato il parere degli istituti di scienze e d'arti. Cogli istituti concorsero a rendere più complete le investigazioni e ad ordinare meglio le proposte anche gli studi di uomini eruditi, i quali sussidiarono validamente la Commissione, tantochè i nomi, dapprima designati pei posti d'ambedue le zone, ebbero sostituzioni ed aggiunte nuovamente introdotte coll' autorevole consiglio dell'Istituto Lombardo, dell'Accddemia di Brera, delle due biblioteche, la Nazionale e l'Ambrosiana, del R. Conservatorio di musica, del Consiglio dell'Ordine degli avvocati, e di quei benemeriti che spontaneamente e con gran premura risposero alle richieste dell'autorità municipale. Fatta così ragione dell'ordinamento del lavoro, e del modo con cui ne fu modificata l'esecuzione per arrivare alle conclusioni consegnate nelle tavole illustrative, è necessario che siano compendiati i nomi, che qui sono raccomandati all'approvazione della rappresentanza comunale per le onoranze del Famedio. In ordine cronologico le proposte fatte cominciano dal secolo IV con Massimiano e col poeta Ausonio, benemerito l' uno per aver dato a Milano una valida difesa colle mura, lasciando la memoria del suo nome raccomandata agli avanzi di sontuose terme, che dall' altro furono con celebre epigramma cantate, insieme alle grandezze del circo, del teatro, dei templi e delle scuole, che facevano di Milano la seconda Roma. Nè potevano andar disgiunti dai ricordi imperiali i due vescovi Ambrogio ed Agostino, nei quali si associano il sapere e le virtù. Mentre il primo riassume tutta la vita milanese, le sue leggi ecclesiastiche come le sue tradizioni politiche e civili più importanti e popolari, nell'altro si affina la memoria di una coltura che illustra e si collega colle antiche scuole milanesi. Ansperto da Biassono e Ariberto da Intimiano fra gli uomini di chiesa possiamo ricordarli con venerazione poichè, scrisse il Verri, cimentarono valorosamente la vita per la gloria e l'amore della patria, e con questi sono benemeriti Anselmo da Baggio, che tenne il pontificato romano col nome di Alessandro II, Galdino da Sala, celebre per la lega contro il Barbarossa, ed Enrico Rampini, che una carità operosa e assai benefica prodigò a vantaggio di Milano assediata da Francesco Sforza. Ai vescovi politici fanno riscontro gli eruditi Pietro Filargo e Francesco Piccolpasso, che tra le cure pastorali promossero la cultura sacra del pari che la profana. Il pontefice Gian Angelo Medici (papa Pio IV), milanese, per la munificenza sua è ricordato in patria quale insigne benefattore dell' Ospedale maggiore e protettore altrettanto grande delle arti, per le opere di eletta fattura donate al' Duomo, e per l'erezione del palazzo dei giureconsulti, immaginato dal Seregni, splendido tipo dell'architettura del cinquecento. A questo seguono i due Borromei, Carlo e Federico, riformatore l'uno, promotori ambidue di importantissime istituzioni di carità e di coltura che hanno fatto di questi vesoovi due grandi personalità storiche, nella schiera degli illustri contemporanei le più celebri. A chiudere la serie viene ultimo Giuseppe Pozzobonello, il quale per egregie virtù e per grande operosità restò dopo i Borromei il più popolare fra gli arcivescovi milanesi. Coi Borromei hanno molta affinità di titoli alla ricordanza i fondatori di scuole e di istituti scientifici od educativi. Lodovica, Torelli contessa della Guastalla, la pia fondatrice dell'istituto che da lei trasse e conserva anche oggi la denominazione di Collegio della Guastalla, Giovanni Battista Arcimboldi, che il Parini avrebbe voluto ricordato quale insigne benefattore della patria dalle scuole dette dal suo nome Arcimbolde, dopo i moderni rinnovamenti intitolate invece a Cesare Beccaria, l'astronomo Boscovich, il quale fondò l'Osservatorio di Brera, Giuseppe Bagutti l'iniziatore in Milano della prima istituzione per l' educazione dei sordo-muti, Giuseppe De Cristoforis promotore con Giorgio Jan dello studio e del progresso delle scienze naturali, ricordato in particolar modo dal Museo lasciato al Comune, avranno la meritata onoranza, se il Consiglio vorrà approvare le proposte concretate sui loro nomi. La commemorazione delle virtù civili o militari fece rammemorare numerose e grandi personalità fra i magistrati e gli uomini di guerra. Trovarono posto fra i primi Lanzone da Corte, virtuoso e grande italiano, il pacificatore delle lotte cittadine, che s'accompagnarono al risorgimento del Comune nel secolo XI, il podestà Beno de' Gozzadini onoratissimo bolognese, Guarnerio Castiglioni triumviro della repubblica ambrosiana, Bartolomeo Calco segretario ducale e grande protettore degli studi e delle arti nel periodo sfolgoreggiante di Lodovico il Moro. L'onesto e vigoroso tutore di Gio. Galeazzo Sforza, il ministro Cieco Simonetta, come magistrato e uomo politico fu per tanti e specialissimi titoli ricordato fra gli ospiti: e per la contemporaneità è associato col suo nome Gerolamo Olgiati, seguace entusiasta di rettori umanisti, le cui giovanili e calde illusioni fatte più vive dai provocanti oltraggi di una pazza tirannia attenuano, se non annullano, le fatali responsabilità del patriotta, che fra i tormenti di una morte eroicamente incontrata a ventidue anni, vaticinò la perpetua fama del nome colle parole: stabit vetus memoria facti. Vengono poi Gerolamo Morone, cancelliere ducale, che tramezzo ai miserandi avvenimenti del primo quarto del secolo XVI per la combattuta supremazia francese o spagnuola in Italia iniziò una politica d'indipendenza dallo straniero, poi Bartolomeo Arese presidente del Senato, infine due cittadini, i quali ricordano grandi glorie e sventure parimenti famose del periodo italico, Francesco Melzi e Giuseppe Prina. Le gesta militari hanno una gloriosa rappresentanza tra i capitani di ventura del secolo XIII e XIV con Alberico da Barbiano, caposcuola di una lunga schiera di celebrati condottieri, col valoroso ma sfortunato Francesco da Carmagnola, e per ultimo con Niccolò Piccinino capo delle milizie braccesche: nè poteva dopo costoro andare dimenticato Gian Giacomo Trivulzio per fama e per virtù militari uomo di grande valore. Chiude la serie Pietro Teuliè, al quale è dovuta la proposta onoranza, come quegli che ai primi albori cisalpini, sostituita con tenace proposito la spada alla toga, iniziò I' educazione militare del paese coli' istituzione del collegio di S. Luca, e illustrò sul campo le armi ita- liane che, non potendolo onorare in patria nel Pantheon decretato da Napoleone I, ne salutano anche ora il nome glorioso sull' arco di trionfo a Parigi. Il periodo della lotta dei comuni italiani coll' impero è una splendida pagina della storia milanese, che restò commemorata coi nomi di Alberto da Giussano, del Guintellino, del frate Jacopo, di Gherardo Negro, di Uberto Dall' Orto, del cronista Sir Raul e di Pinamonte da Vimercate: con loro si è voluto illustrare la lega delle città lombarde, il risorgimento della principale fra esse, la vittoria che ne assicurò l'indipendenza. Intorno al nome del Guintellino non concordarono i giudizi, se non che la mostra di servilismo al Barbarossa, attribuitagli perchè ebbe l' infausta sorte di consegnare al nemico le chiavi di Milano e di costrurre quel famoso carro sul quale le bandiere inastate s' abbassavano, passando innanzi all' imperatore, non cancella a parere dei più i grandi titoli che questo architetto di genio si era acquistati nella difesa militare di Milano, e che gli avevano meritato da suoi stessi concittadini più di una prova di altissima fiducia. La floridezza di Milano e la politica importanza dello stato che vi si accentrava, furono rilevate dalla ricordanza dei Signori o dei Duchi che tennero il suo governo per oltre due secoli: per ciò stanno i nomi di Pagano Della Torre, capitano del popolo, poi tra i Visconti Matteo il Magno, che assodò la loro grandezza, Azzone benefico e saggio, Gian Galeazzo, il quale pel primo assunse le insegne ducali, lasciando di sè memoria popolarissima con monumenti degni di un gran nome. Tra gli Sforzeschi due sono ricordati: Francesco, lo stipite della linea ducale, e il figlio suo Lodovico Maria. Il primo ebbe genio militare singolarissimo, resse il ducato con fermezza e giustizia, mantenendosi geloso custode della sua indipendenza politica; l'altro se come principe può essere accagionato di mali incalcolabili per l' intiera penisola, come uomo fu redento dalla sventura, come illuminato protettore dell' arte e degli studi ha lasciato incancellabile memoria del suo potere, che lo fa essere emulo degnissimo dei principi italiani, che hanno maggiormente contribuito con ogni mezzo e con ogni manifestazione al grande risorgimento artistico del secolo XV. Dopo tanti nomi che s' intrecciano alla storia politica di Milano valgano i meriti dell' ingegno onde illustrare le manifestazioni più splendide dell' arte o nel campo degli studi. La non breve serie di proposte comprende scienziati e medici, letterati e storici, orientalisti e numismatici, poeti e giureconsulti, che s'aggruppano cronologicamente con affinità di caratteri, ricercata con ogni studio, onde la massima non trovasse offesa che in scarse eccezioni. Tra gli scienziati sono eminenti il matematico Bonaventura Cavalieri, il grande geometra iniziatore del calcolo infinitesimale, Gaetana Agnesi, la quale da .un eletto ingegno, e per le distinte doti del cuore ebbe celebrità meritata nelle scienze esatte e nella filantropia, e Barnaba Oriani, illustratore delle teoriche planetarie di Urano, Mercurio e Marte, che insieme agli astronomi Ruggiero Boscovich, e Francesco Maria Reggio ricorda le origini, gli ingrandimenti e le glorie dell' Osservatorio di. Brera. Con questi stanno degnamente i matematici Gian Antonio Lecchi, Paolo Frisi, Antonio Caccianino, la Borromeo Del Grillo, cultrice degli studi e delle scienze, il fisico Giuseppe Maria Raccagni, e Donato Silva, personalità distintissima della società milanese nel passato secolo per la operosità sua in ogni ordine di studi. Nella grandiosa opera del censimento e mente d'ogni altra conservò tradizioni ed elementi, che sussidiano validamente il ricercatore delle sue trasformazioni come lo studioso della storia civile. Anche tra i nomi del più antico periodo, elencati in queste pagine, qualcuno è raccomandato da splendidi avanzi di sontuose terme, come Massimiano, o come Ansperto dal severo edificio, che precede la basilica ambrosiana, mentre della magnificenza e del buon gusto dei tempi di Azzone Visconti fa testimonianza l'elegante torre di S. Gottardo. L'influenza qui esercitata dall'arte toscana ha grandi ricordi di architetti e di scultori: tra questi Giovanni di Balduccio, pisano, il rinomato autore del monumento di S. Pietro da Verona, tra quelli Michelozzo Michelozzi, che architettò la cappella dei Portinari e la celebre porta marmorea del banco mediceo, Antonio Filarete, che all'edificazione dell' Ospedale maggiore come a quella del castello di Porta Giovia ebbe tanta parte, ed anche Donato Bramante da Urbino, che le leggiadrie architettoniche sue lasciò a modello di una lunga serie di imitatori. L' erezione del Duomo è illustrata al suo inizio dai celebri maestri Marco e Giacomo da Campione, e con Antonio Omodeo, e Giovanni Solari, famosi architetti del secolo XV, dopo i quali non possono essere taciuti i meriti di Bertola da Novate, a cui è dovuto il canale della Martesana, dell'erudito commentatore del Vitruvio, Cesare Cesariano, valente architetto militare. Bartolomeo Suardi detto il Bramantino in patria ed a Roma, dove fu col maestro, ebbe rinomanza come architetto e pittore del secolo XVI: il bolognese Pellegrino Pellegrini e Galeazzo Alessi da Perugia, nei numerosi e monumentali edifici sacri e civili, lasciati a testimonianza della loro grande perizia, si affermano strenui campioni della maniera michelangiolesca o del rinascimento. Vincenzo Seregni, autore dell'elegante palazzo dei giureconsulti, eretto per ordine di Pio IV nel Broletto nuovo, ora via dei Mercanti, Francesco Richini, il vecchio, a cui si deve con altri edifici il palazzo di Brera e la porta del Seminario, e con loro Giuseppe Meda, architetto ed idraulico di vaglia, che immaginò le grandiose conche per vincere le rapide dell' Adda sotto Paderno, illustrarono 1' arte e gli ardimenti del secolo XVI e del seguente. Per toccare delle opere e degli architetti del secolo XVIII e del presente viene pel primo Francesco Croce, l' autore della guglia maggiore, che è compimento tanto elegante della cattedrale milanese. Gli è contemporaneo Giuseppe Piermarini da Foligno, discepolo del Vanvitelli, edificatore insigne di un grande numero di palazzi pubblici e privati, e dei due gran teatri, che attestano una perizia architettonica assai distinta e pregevolissima, quantunque il poco rilievo delle membrature la renda piuttosto fredda. Il Pollak ed il Zanoia, come Luigi Canonica, l'autore dell'anfiteatro dell'Arena, hanno assicurata la loro fama da opere grandiose non meno belle, che eleganti, così il Cagnola per l' arco del Sempione e il maestoso propileo di Porta Ticinese ha una celebrità indiscutibile. L' ingegnere idraulico Carlo Parea coi grandi lavori compiuti nella condotta delle acque a beneficio industriale od agricolo ebbe titolo a speciale benemerenza. Con questa prima e numerosa schiera di artisti ha stretta relazione quella degli scultori, che trova la sua prima illustrazione tra le glorie della cattedrale, nel nome di Jacopo da Tradate, celebre capo scuola del quattrocento, autore della statua sedente del pontefice Martino V; gli seguono Cristoforo Solari, il gobbo, insigne scultore e architetto di S. Maria della Passione, Agostino Busti detto il Bambaja, a cui si devono oltre il famoso monumento di Gastone di Foix, altri lavori di squisita eleganza e di grandissimo merito, e da ultimo Francesco Brambilla, il quale plasmò le cariatidi pei pulpiti del Duomo, dove sono ricordati con onore i lunghi suoi servigi. La scoltura moderna è illustrata da Camillo Pàcetti, romano, da cui ebbe principio una scuola numerosa e fiorente di egregi artisti, e da Luigi Manfredini, bolognese, che al merito di valente incisore di medaglie aggiunse l'altro dell'arte delle fusioni in bronzo, che diede lo stupendo sopraornato dell'arco del Sempione, e i bellissimi ed artistici esemplari depositati nella raccolta dell'Ambrosiana. Nell'oreficeria tenne il primato il milanese Ambrogio Foppa detto il Caradosso, lodatissimo dal Cellini, che lo proclamò insuperabile: ricorda un'antica e celebratissima industria milanese quella delle armi, Antonio Missaglia, il quale primeggiò in Italia e oltre Alpi nel secolo XV, quando dopo l'invenzione della polvere le armature, non soddisfacendo alla difesa personale, si tramutarono in opere artistiche, mettendo a contribuzione i lavori alla gemina, e il cesello. Alla plastica si associano le arti figurative: prima fra tutte la pittura, nella quale il bresciano Vincenzo Foppa fu capo di una scuola del tutto originale dopo i giotteschi nella prima metà del secolo XV. Furono quasi contemporanei con questo celebre artista Ambrogio Fossano e Bernardo Zenale da Treviglio, celebratissimi campioni dell'arte lombarda, che ha preceduto la venuta a Milano di Leonardo da Vinci. Bernardino Luini per soavità dei concetti, per venustà delle espressioni, per la grazia del comporre, è tra le maggiori e più popolari illustrazioni artistiche della nostra regione, che contemporaneamente ospitò il sommo Leonardo, insigne caposcuola del' pari che meccanico e ingegnere militare, che dettò d' ottica e d'idraulica, scrisse poesie e coltivò la musica, fu architetto e scultore, le cui rivelazioni in ogni sapere sono per così dire la sintesi della storia intellettuale di tutto il suo tempo, che appunto dal Vinci prende il nome. Della scuola leonardesca è forse il più valente seguace Giovanni Antonio Boltraffio, artista e giureconsulto, che il Vinci, lasciando Milano prepose all'accademia da lui istituita. Un altro ingegno eletto è Gaudenzio Ferrarlo, il quale col Sanzio in Roma, poi a Varallo, e nel Santuario di Saronno, e qui in Milano cogli affreschi di S. Maria della Pace, e con altre opere che decorano la Pinacoteca di Brera fu artista valentissimo del secolo XVI. Dalla sua scuola uscì Bernardo Lanino, l'autore del martirio di S. Caterina, e per vincoli di vicina parentela, e per attinenza di studi artistici si collega con Gaudenzio il milanese Gian Paolo Lomazzo, il quale diventato cieco in ancor giovane età dettò il Trattatto della pittura. Daniele Crespi, il grande frescante della Certosa di Garegnano è celebre maestro della scuola milanese del secolo XVII: la robustezza dei suoi concetti, come la grande operosità, attestata da tanti e così importanti lavori condotti all'olio ed a fresco, ne impongono il ricordo e l'illustrazione. Francesco Londonio fu valente pittore di soggetti campestri, e di animali, che egli stesso riprodusse con molto gusto all'acqua forte, mentre il Biondi colle numerose opere eseguite per ordinazione dei privati, o per la collezione dell' Ospedale maggiore lasciò fama di ritrattista di merito singolare. Andrea Appiani per l'originalità e la vaghezza dello stile, la somma valentia del disegno, la perizia grande del frescante fu il primo tra i pittori del suo tempo, che in Giuseppe Bossi salutò un altro artista di vasta erudizione ed eccellente scrittore, benemerito iniziatore delle molteplici raccolte artistiche ed archeologiche, che oggi formano le gallerie e i musei di Brera. Portato all'imitazione del vero e del naturale il fiorentino Luigi Sabatelli combattè strenuamente l'irrigidito e non sempre tollerante classicismo con numerose opere, che lo straordinario ingegno suo seppe concretare con profonda dottrina e non minore potenza di fantasia. Furono chiare notabilità nella pittura prospettica Giovanni Migliara, nella scenica Alessandro Sanquirico, e in quella sul vetro Giovanni Bertini, che la ristaurò soddisfacendo importanti ordinazioni per la nostra cattedrale, ed anche fuori d' Italia. Coll'istituzione dell'Accademia di Brera fu innovatore dell'arte ornamentale Giocondo Albertolli: il suo nome, come l'influenza della sua scuola perdurata lungamente restarono celebri nell' evoluzione storica delle arti decorative, che anche nel rinnovato indirizzo del gusto ricordano le benemerenze del professore, e le doti dell'artista. Giuseppe Longhi acquistò fama europea, trattando tutti i generi dell' incisione, che da lui ebbe una scuola fiorente per numero e per valore di discepoli. Ai meriti del grande artista associò il Longhi quelli dell' uomo di cuore e dell'ottimo cittadino. Sul finire del passato secolo, e nei primi anni del presente fu giustamente lodata la perizia di Giuseppe Maggiolini nella tarsia applicata a mobili eleganti che anche oggidì sono arredi apprezzatissimi. Coi cenni sulle arti fin qui passate in rivista si confà il ricordo dei cultori della musica, che ha tra queste proposte una prima illustrazione con Franchino Gafurio, lodigiano, maestro di cappella della cattedrale milanese nel secolo XV, scrittore e maestro di musica riputatissimo al tempo di Lodovico Sforza, al quale dedicò nel 1496 l'opera Practica musicae. Fiorirono nel secolo XVIII due altri artisti di grido, Gio. Battista Sanmartini e Gian Domenico Catenacci: l'uno e l'altro ricordati da composizioni applauditissime, che potrebbero riguardo al primo designarlo ispiratore della maniera di Haydn, mentre il volume di sonate fugate per organo pubblicate dall'altro nel 1791 attestano che il Catenacci fu musicista di eccellente stile. Alessandro Rolla, il fondatore della scuola di violino, come esecutore eccellente, e fecondo compositore, ebbe rinomanza in tutta Europa. A questo punto non restano a considerare che le benemerenze della filantropia, colle quali la storia della beneficenza cittadina è illustrata insieme alle maggiori sue istituzioni. Il primo ricovero dei bambini esposti ha nell'arciprete Dateo il suo fondatore: dell'antico Xenodochio, eretto dal Dateo nel secolo VIII, e mantenuto in prospere condizioni fino all'undicesimo, non si ha ora che un vago ricordo nel nome di una chiesa, quella di S. Salvatore, scomparsa del pari che il teatro Re, che ne tenne occupata l'area fino ai nostri giorni. Benchè già ricordato l' arcivescovo S. Galdino ha ancora tra i benefattori più titoli di benemerenza filantropica, in particolar modo attestati dalle saggie e provvide regole per opera sua imposte all'antico Ospedale detto di S. Stefano in Brolio. Marco Carelli col generoso lascito disposto nel settembre del 1394 per la fabbrica del Duomo ebbe imperitura rinomanza tra i cooperatori più efficaci dell'insigne metropolitana, così la fondazione del pio istituto di S. Corona dopo quasi quattro secoli di benefica esistenza è commemorata da Stefano da Seregno, frate domenicano, il quale la promosse con ogni cura nell'anno 1497 per l'assistenza degli ammalati poveri, che ancora oggidì nelle mutate necessità dei tempi usufruttano, forse inconsci, l' illuminata carità del fondatore. Il notajo Lazzaro Cairati è designato il propugnatore principale dell'erezione di un lazzaretto: se il più grandioso progetto di porlo lontano da Milano a Crescenzago si tradusse per circostanze finanziarie o di altra natura alle più limitate proporzioni dell' edificio, che stava prossimo alle mura cittadine, il Cairati non è perciò meno benemerito della sanità pubblica, dacchè l'efficace opera sua aveva provveduto ad un reale bisogno del suo tempo. Tra le ricordanze più vive e più popolari che s'immedesimano col lazzaretto, il nome di Felice Casati riassume un intero periodo di dolori, ed è esempio nobilissimo di virtuoso sacrifizio e di grande fortezza dei propositi in mezzo allo sfasciarsi lagrimevole d' ogni legame sociale. Fu opera del veneziano Gerolamo Miani l'istituzione dell'orfanotrofio, che dalla prima sua residenza, assegnata da Francesco II Sforza nel 1534, conserva anche oggi la popolarissima denominazione dei martinetti. Giuseppe Panini ha encomiato con autorevole parola la benemerenza del pio fondatore, scrivendo: Milan rammenta ancor quel lieto giorno Che pria ti vide, e le felici squadre Di teneri Garzon, che a te d'intorno Benedicendo, ti chiamavan Padre. E riverisce il loco, ove soggiorno Prima lor desti: e quei togliendo a l'adre Perigliose miserie ed a lo scorno, Tu li volgevi ad alle opre leggiadre. Già fu accennato alle benemerenze di Francesco Sforza, al quale l'Ospedale maggiore deve la sua fondazione avvenuta al 4 aprile 1456, provvidero agli ingrandimenti successivi Giovanni Pietro Carcano nel 1624, e il notajo Giuseppe Macchi nel 1797. Il primo dei due con munificente lascito assicurò l'erezione di tutto il grande cortile centrale, mentre per altri e non meno cospicui assegni fatti con disposizione testamentaria è tra i più benemeriti cooperatori dei grandi lavori della cattedrale nel secolo XVII. Il notajo Macchi volle il secondo ampliamento dell'Ospedale imponendo colla ingente sua eredità la ultimazione in tutte le sue parti dell'edificio progettato dal Castelli nell'anno 1791. La duchessa Maria Del Sesto, il marchese Secco Comneno e Giovanni Battista Birago assicurarono la ricordanza di cospicui lasciti coli' istituzione di cause pie speciali all'intento di sussidiare il patrimonio ospitaliero, o i convalescenti, o i sacerdoti poveri della diocesi milanese. Giacomo Sannazzari fu insigne benefattore del povero e protettore ad un tempo dell'arte, che ebbe da lui una raccolta di celebri capolavori, nucleo e gloria della nostra Pinacoteca di Brera. Francesco Casati trovò nella moglie l'interprete dei suoi pietosi pensieri, pei quali l'Ospedale maggiore chiamato erede di un gran patrimonio, senza vincoli che ne limitassero il beneficio, ricordò il Casati tra i più cospicui suoi benefattori. Da ultimo due grandi e importanti istituzioni caritative si associano a Tolomeo Trivulzio ed a Laura Ciceri Visconti: il gerontrofio fondato dal Trivulzio, in cui si concentrarono le più antiche beneficenze pei vecchi poveri di Milano, come il più recente Ospedale delle Fate-bene-sorelle, istituito dall' altra, hanno dato tanta celebrità alle benemerenze dei loro fondatori, che la riconoscenza pubblica non aspetta sanzione per ascrivere il Trivulzio e la Ciceri tra i benefattori più meritevoli della ricordanza dei memori nipoti. Nella rivista dei nomi proposti all'esame dell'Onorevole Giunta e alla sanzione autorevolissima del Consiglio per gli onori del Famedio, sono commemorate se non tutte certo le principali glorie della storia cittadina, che vi è, per così dire, compendiata col ricordo delle più importanti istituzioni del Comune, mentre vi trova un' altra e non minore illustrazione con quella degli uomini eminenti nella scienza o nelle lettere, nelle arti o nella filantropia, per virtù civili o per chiaro patriottismo. Voglia pertanto la rappresentanza del Comune ispirarsi col poeta alle urne di questi illustri che A egregie cose il forte animo accendono e sanzionare coll'autorevole sua approvazione le onoranze di tanti e così benemeriti cittadini. Colla presentazione delle tavole in cui sono elencati i singoli nomi, la Commissione che ha concretate le proposte e ne ha curato l'ordinamento non può tacere che pei gloriosi avvenimenti del risorgimento nazionale reputò assai miglior partito di non scinderne la commemorazione patriottica nelle diverse zone, ma si confermò invece nel proposito di volerla intieramente posta fra i contemporanei, subordinatamente alle deliberazioni che il Consiglio comunale, come si disse al principio di questa relazione, prenderà per la nomina della Commissione incaricata di compiere le proposte riguardanti gli illustri o benemeriti morti dopo l' anno 1850. Affermando anche per queste onoranze il concetto di aggrupparle coll' affinità del carattere, la Commissione vorrebbe unitamente ricordati i patriotti che dal ventuno alle cinque giornate di Milano, o per l'azione nel campo della politica, come fra i pericoli delle guerre per 1' indipendenza e l' unità d'Italia hanno acquistato titolo alla benemerenza cittadina con fatti singolarmente raccomandati alla storia. Il Consiglio comunale pertanto, chiamato all' esecuzione del regolamento per gli onori del Famedio nel Cimitero monumentale, mentre vorrà approvare che il periodo del risorgimento nazionale abbia ricordate le sue glorie cittadine nel Famedio cogli illustri o benemeriti morti nella seconda metà di questo secolo, provvederà efficacemente, demandandone l'illustrazione alla Commissione consigliare, che deve con nuovi studi far concrete le proposte dei contemporanei, sia colla designazione dei nomi e del grado delle onoranze, quanto colla distribuzione e l' ordine da seguirsi anche in relazione al compimento della decorazione artistica dell'edificio. A questo punto la Commissione, vuole ancora ricordare, che non pochi altri celebri uomini avrebbero meritato la commemorazione delle loro virtù, se lo spazio non avesse imposto la scelta, e senza venir meno all'affermazione delle sue proposte non sa togliersi la compiacenza di produrre con questa Relazione per notizia ' della Giunta e del Consiglio la schiera di altri benemeriti, sui quali non è mancato l'esame più conscienzioso e ripetuto. Con ciò la Commissione chiude questa sua relazione all' Onorevole Giunta Municipale, invocandone la opportuna considerazione, e il desiderato appoggio presso al Consiglio comunale. ENRICO FANO, Presidente ANDREA VERGA C. E. VISCONTI GIUSEPPE ANCONA GIO. VISCONTI VENOSTA TULLO MASSARANI LODOVICO GATTA GIUSEPPE MARCORA STEFANO LABUS EMILIO BELGIOJOSO, Relatore. ELENCO DEI CITTADINI ILLUSTRI O BENEMERITI PROPOSTI DALLA COMMISSIONE MUNICIPALE PER L'ONORANZA DEL FAMEDIO. Numero COGNOME E NOME Tavola Zona Medaglione o Q U A L I T A' pro gressivo Iscrizione

1 Acerbi Enrico III Mediana Medaglione Medico. 2 A gnesi Maria Gaetana III Mediana Medaglione Insigne nelle matematiche. 3 Agostino (Sant') I Superiore Vescovo e dottore. 4 Albertolli Giocondo I Mediana Iscrizione Ornatista e architetto. 5 Alciato Andrea IV Superiore Giureconsulto. 6 Alessi Galeazzo I Superiore Architetto. 7 Allegranza Giuseppe IV Mediana Iscrizione Archeologo e scrittore. 8 Ambrogio (Sant') I Superiore Vescovo e dottore. 9 Amoretti Carlo I Mediana Iscrizione Naturalista e segretario della Società Patriottica. 10 Appiani Andrea IV Mediana Medaglione Pittore. 11 Arcimboldi Gio. Batt. IV Superiore Fondatore nel 1609 delle scuole Arcimbolde, ora ginnasio Cesare Beccarla. 12 Arese Bartolomeo IV Superiore Giureconsulto e Presidente del Senato. l3 Argelati Filippo I Mediana Iscrizione Storico e segreta della Società Palatina. 14 Arnolfo H Superiore Cronista. 15 Aselli Gaspare I Superiore Medico, scopritore delle vene lattee. 16 Ausonio I Superiore Poeta. 17 Baggio (da) Anselmo . . H Superiore Vescovo di Lucca e Papa Alessandro II. 18 Bagutti Giuseppe III Mediana Iscrizione Insegnante e fondatore del R. Istituto dei Sordo-Muti. 19 Balduccio (di) Giovanni.I Superiore Scultore. 20 Balestrieri Domenico II Mediana Iscrizione Poeta. 21 Barbiano (da) Alberico I Superiore Capitano di ventura. (*) Nella zona superiore vi sono soltanto iscrizioni, fino all'anno 1750. - Nella zona mediana dall'origine si alternano iscrizioni e medaglioni, che abbracciano il periodo dell'anno 1750 al 1350. Numero COGNOME E NOME Tavola Zona Medaglione QUALITA' pro gressivo Iscrizione 22 Bazzoni Gio. Battista . IV Mediana Iscrizione Romanziere. 23 Beccaria Cesare . . . II Mediana Medaglione Filosofo e legista. 24 Benedetto (Crispo) . . III Superiore Iscrizione Arcivescovo, medico e poeta. 25 Bertini Giovanni IV Mediana Iscrizione Rinnovatore in Milano della pittura sul vetro. 26 Bescapè Pietro III Superiore Poeta. 27 Biassono (da) Ansperto II Superiore Arcivescovo e ristauratore delle mura della città. 28 Biondi Franc. Antonio IV Mediana Iscrizione Pittore ritrattista. 29 Birago Gio. Battista III Mediana Iscrizione Fondatore dell' Opera pia Birago. 30 Diurni Paolo Gerolamo . III Superiore Medico. 31 Boltrafflo Giov. AntonioIV Superiore Pittore. 32 Borromeo Carlo (San) . II Superiore Arcivescovo. 33 Borromeo Del Grillo Clelia III Iscrizione Insigne nelle scienze. 34 Borromeo Federico II Superiore Arcivescovo e fondatore nel 1609 della Biblioteca Ambrosiana. 35 Borsieri Giov. Batt. I Mediana Iscrizione Medico e Scrittore. 31 Boscovich Roggero Giu- seppe I Mediana Iscrizione Astronomo e fondatore del R. Osservatorio di Brera. 37 Bossi Giuseppe IV Mediana Medaglione Pittore e poeta. 38 Bassi Luigi H Mediana Iscrizione Storico. 39 Bovara Giovanni H Mediana Iscrizione Professore di diritto all'Università di Pavia. 40 Bramante Donato . . . I Superiore Architetto. 41 Brambilla. Francesco . .IV Superiore Scultore. 42 Branca Gio. Battista . H Mediana Iscrizione Orientalista e prefetto della Biblioteca Ambrosiana. Numero progressivo COGNOME E NOME Tavola Zona Medaglione QUALITA'

Iscrizione 43 Breislak Scipione I Mediana Iscrizione Geologo. 44 Bugati Gaetano II Mediana Iscrizione Orientalista, storico e dottore dell'Ambrosiana. 45 Burigozzo Gian Marco III Superiore Cronista. 46 Busti Agostino detto il IV Bambaja Superiore Scultore. 47 Bicetti (de) Buttinoni Gian Maria III Mediana Iscrizione Medico. 48 Caccianino Antonio III Mediana Iscrizione Matematico. 49 Cagnola Luigi IV Mediana Medaglione Architetto. 50 Cairati Lazzaro II Superiore Notajo e promotore dell' Istituzione del Lazzaretto. 51 Calco Bartolomeo . . . IV Superiore Segretario ducale, e protettore degli studi e delle arti. 52 Calco Tristano. III Superiore Storico. 53 Campione (da) Jacopo . III Superiore Scultore. 54 Campione (da) Marco III Superiore Architetto. 55 Canonica Luigi I Mediana Iscrizione Architetto. 56 Carcano Giambattista. . III Superiore Anatomico. 57 Carcano Gian Pietro . . III Superiore Benefattore della fabbrica del Duomo, dell'Ospedale maggiore e fondatore della causa pia Carcano. 38 Cardano Gerolamo . . . III Superiore Medico e matematico. 59 Carelli Marco III Superiore Benefattore benemerito della fabbrica del Duomo. 60 Carli Gian Rinaldo I Mediana Iscrizione Economista. 61 Carmagnola Francesco. I Superiore Capitano di ventura. 62 Casati Felice IV Superiore Governatore del Lazzaretto durante la peste nel 1628-31. 63 Casati Francesco III Mediana Iscrizione Benefattore dell' Ospedale Maggiore. Numero COGNOME E NOME Tavola Zona Medaglione QUALITA' progressivo Iscrizione 64 Castaldi Panfilo I Superiore Inventore dei caratteri mobili. 65 Castelli Giuseppe Antonio I Mediana Iscrizione Giureconsulto. 66 Castiglioni Carlo Ottavio IV Mediana Medaglione Archeologo e poliglotta 67 Castiglioni Guarnerio . III Superiore Uno dei triunviri della Repubblica di S. Ambrogio. 68 Castigliani Luigi IV Mediana Iscrizione Archeologo e naturalista. 69 Catenacci Gian Domenico II Mediana Iscrizione Musicista. 70 Cattaneo Gaetano IV Mediana Iscrizione Numismatico fondatore del R. Gabinetto delle medaglie. 71 Cavalieri Bonaventura IV Superiore Matematico. 72 Cera Sebastiano III Mediana Iscrizione Medico. 73 Cesariano Cesare. III Superiore Architetto. 74 Corio Bernardino III Superiore Storico. 75 Corte (da) Lanzone H Superiore Nobile, capopopolo. 76 Crespi Daniele IV Superiore Pittore. 77 Cristoforis (de) Gio. Batt. II Mediana Iscrizione Professore del Liceo S. Alessandro, storico e poeta. 78 Cristoforis (de) Giuseppe III Mediana Iscrizione Naturalista, fondatore del Museo civico di storia naturale. 79 Croce Francesco IV Mediana Iscrizione Architetto. 80 Custodi Pietro I Mediana Iscrizione Storico ed economista. 81 Dateo (arciprete) III Superiore Benefattore, fondatore del primo Ospizio per gli esposti. 82 Decembrio Pier Candido III Superiore Storico e letterato. 83 Elpidio diacono I Superiore Medico e Poeta. 84 Ferrari Gaudenzio I Superiore Pittore. 85 Fiamma Galvano III Superiore Cronista. Numero COGNOME E NOME Tavola Zona Medaglione QUALITA' progressivo Iscrizione 86 Filarete Antonio detto l'Averulino I Superiore Architetto. 87 Filargo Pietro I Superiore Arcivescovo. 88 Filelfo Francesco I Superiore Oratore. 89 Foppa Ambrogio detto il Caradosso IV Superiore Cesellatore e scultore. 90 Foppa Vincenzo I Superiore Pittore. 91 Foscolo Ugo I Mediana Medaglione Poeta. 92 Fossano (do) Ambrogio detto il Bergognone IV Superiore Pittore. 93 Frisi Paolo III Mediana Iscriziòne Matematico e fisico. 94 Fumagalli Angelo IV Mediana Medaglione Storico e scrittore di diplomatica. 95 Gafurio Franchino I Superiore Musicista. 96 Giggeo Antonio III Superiore Orientalista. '97 Gioja Melchiorre I Mediana Medaglione Statista. 98 Giulini Giorgio IV Mediana Medaglione Istoriografo della città di Milano. 99 Giussano (da) Alberto II Superiore Capo della Compagnia della morte alla battaglia di Legnano. 100 Gozzadini (de) Beno I Superiore Podestà di Milano trcidato dal popolo. 101 Guintellin o II Superiore Architetto. 102 Intimiano (da) Ariberto I Superiore Arcivescovo, inventore del Carroccio. 103 Jacopo (frate) II Superiore Guida a Milano, coi collegati lombardi i Milanesi dispersi dal Barbarossa. 104 Landolfo (il Vecchio) II Superiore Cronista. 105 Lanfranco il chirurgo III Superiore Medico. 106 Lanino Bernardo I Superiore Pittore. 107 Latuada Serviliano IV Mediana Iscrizione Storico descrittore. 108 Lavagna Filippo II Superiore Introduttore della stampa in Milano. Numero COGNOME E NOME Tavola Zona Medaglione QUALITA' Iscrizione 109 Lecchi Gian Antonio . . III Mediana Iscrizione Matematico. 110 Lomazzo Paolo IV Superiore Scrittore d'arte, pittore e poeta. 111 Londonio Francesco IV Mediana Iscrizione Pittore. 112 Longhi Giuseppe . IV Mediana Medaglione Incisore. 113 Luini Bernardino . IV Superiore Pittore. 114 Luosi Giuseppe I Mediana Medaglione Giureconsulto. 115 Macchi Giuseppe . III Mediana Iscrizione Benefattore dell'Ospedale maggiore e fondatore della cuasa pia Macchio.

116 Maggi Carlo Maria III Superiore Poeta, letterato e uno dei segretari del Senato. 117 Maggiolini Giuseppe II Mediana Iscrizione Intarsiatore. 118 Manfredini Luigi I Mediana Iscrizione Scultore, incisore e fonditore. 119 Marocco Giuseppe II Mediana Medaglione Criminalista. 120 Mascheroni Lorenzo I Mediana Iscrizione Matematico e poeta. 121 Massimiano Erculeo I Superiore Imperatore, diede nome alle terme e alle mura del circuito romano. 122 Meda Giuseppe III Superiore Architetto e pittore. 123 Medici Gian Angelo IV Superiore Fatto Papa Pio IV. 124 Melzi d'Eril Francesco II Mediana Medaglione Vice Presidente della Repubblica Italiana. Cancelliere del Regno d'Italia.

125 Michelozzi Michelozzo I Superiore Architetto e Scultore. 126 Miani Gerolamo I Superiore Fondatore dell'Orfanotrofio maschile detto dei Martinetti. 127 Migliara Giovanni . . . I Mediana Iscrizione Pittore. 128 Missaglia Antonio IV Superiore Armajuolo. 129 Monteggia Gio. Batt. . III Mediana Medaglione Medico, autore delle Istituzioni chirurgiche. Numero COGNOME E NOME Tavola Medaglione Q U A L I T A' pro- Zona gressivo Iscrizione 130 Monti Vincenzo I Mediana Medaglione Poeta. 131 Morone Gerolamo . . . . IV Superiore Gran Cancelliere del ducato di Milano. 132 Moscati Bernardino . . .I Mediana Medaglione Medico e anatomico. 133 Moscati Pietro III Mediana Medaglione Medico e magistrato. 134 Muratori Lodovico Ant. I Mediana Medaglione Storico. 135 Negro Gherardo II Superiore Giureconsulto e Console. 136 Neri Pompeo I Mediana Iscrizione Economista. 137 Novate (da) Bertola . . III Superiore Ingegnere idraulico. 138 Olgiati Gerolamo III Superiore Altro dei congiurati contro Galeazzo Maria Sforza. 139 Oltrocchi Baldassare . .IV Mediana Iscrizione Storico e prefetto dell'Ambrosiana. 140 Omodeo Gio. Antonio . . I Superiore Architetto. 141 Oriani Barnaba III Mediana Medaglione Astronomo, benefattore dell'Osservatorio di Brera, del Seminario arcivescovile, della Biblioteca Ambrosiana e dell'Orfanotrofio maschile. 112 Orto (dall') Uberto H Superiore Giureconsulto e Console. 143 Pacetti Camillo I Mediana Iscrizione Scultore. 144 Paletta Gio. Battista III Mediana Medaglione Medico chirurgo. 145 Parea Carlo III Mediana Iscrizione Ingegnere idraulico. 146 Parini Giuseppe H Mediana Medaglione Poeta. 147 Passeroni Gian Carlo I Mediana Iscrizione Poeta. 148 Pecchio Giuseppe . . . .H Mediana Iscrizione Economista. 149 Pellegrini Fibaldi detto il Pellegrino I Superiore — Architetto. 150 Piatti Giorgio III Superiore — Giureconsulto. 151 Piccinino Nicolò I Superiore — Capitano di ventura. 152 Piccolpasso Francesco I Superiore — Arcivescovo. Numero COGNOME E NOME Tavola Zona Medaglione progressive Iscrizione 153 Piermarini Giuseppe . . I Mediana Iscrizione Architetto. 154 Pol]ak Leopoldo I Mediana Iscrizione Architetto. 155 Porta Carlo II Mediana Medaglione Poeta. 156 Pozzone Giuseppe . . . .H Mediana Medaglione Poeta. 157 Pozzobonello Giuseppe . III Mediana Iscrizione Cardinale Arcivescovo. 158 Prina Giuseppe I Mediana Medaglione Ministro delle finanze. 159 Racagni Giuseppe Maria III Mediana Iscrizione Matematico e fisico. 160 Rampino Enrico I Superiore Arcivescovo di Milano e benefattore. 161 Rasori Giovanni I Mediana Iscrizione Medico e scrittore. 162 Raul Sire II Superiore Cronista. 163 Ravizza Carlo IV Mediana Iscrizione Filosofo e promotore degli studi. 164 Reggio Francesco Maria. III Mediana Iscrizione Astronomo. 165 Ricchini Francesco MariaIII Superiore Architetto. 166 Ripa (da) Buonvicino . .III Superiore Poeta. 167 Ripamonti Giuseppe . . III Superiore Storico. 168 Rolla Alessandro Mediana Iscrizione Violinista. 169 Romagnosi Gian Dome-

      	nico 		         I	Mediana	Medaglione	Filosofo e legista.

170 Rosmini Carlo II Mediana Iscrizione Storico. 171 Ruginelli Giulio Cesare IV Superiore Giureconsulto. 172 Sabatelli Luigi I Mediana Medaglione Pittore. 173 Sacco Luigi III Mediana Medaglione Medico, introduttore in Italia della vaccinazione. 174 Sala Galdino II Superiore Arcivescovo. 175 Sanazzari Giacomo . . . III Mediana Iscrizione Benefattore dell'Ospedale maggiore. 176 Sanmartini Giovanni Bat- tista II Mediana Iscrizione Musicista. 177 Sanquirico Alessandro. IV Mediana Iscrizione Pittore di scene. Numero COGNOME E NOME Tavola Zona Medaglione Q U A L I T A' Progressivo Iscrizione 178 Sassi Giuseppe Antonio . IV Mediana Iscrizione Storico e prefetto dell'Ambrosiana. 179 Secco Comneno Fermo III Mediana Iscrizione Benefattore dell' Ospedale maggiore e fondatore della pia causa Secco Comneno a favore dei convalescenti. 180 Seregni Vincenzo III Superiore Architetto. 181 Seregno (da) Stefano H Superiore Fondatore dell' oper pia di S. Corona. 182 Settala Lodovico IV Superiore Protofisico e scrittore. 183 Sforza Francesco II Superiore Duca di Milano. 184 Sforza Lodovico detto il Moro II Superiore Duca di Milano. 185 Silva Donato III Mediana Iscrizione Fisico. 186 Simonetta Cicco . . . . I Superiore Consigliere di Francesco Sforza, del figlio Galeazzo e del Consiglio di Reggenza. 1S7 Solari Cristoforo IV Superiore Scultore. 188 Solari Giovanni III Superiore Architetto. 189 Strambio Gaetano. . . . III Mediana Iscrizione Medico. 190 Suardi Bartolomeo . . . III Superiore Architetto e pittore. 191 Tadino Alessandro . . . IV Superiore Medico e scrittore. 192 Tanzi Carlo Antonio . . II Mediana Iscrizione Poeta. 193 Teuliè Pietro H Mediana Medaglione Generale, il cui nome sta inciso sull' arco della Stella a Parigi e fondatore del Collegio militare di S.Luca. 194 Torelli Lodovica IV Superiore Fondatrice del Collegio detto della Guastalla. 195 Torre (della) Pagano . . II Superiore Signore di Milano. 196 Tradate (da) Jacopo . . IV Superiore Scultore, capo scuola al servizio della fabbrica del Duomo. vedi immagine corrispondente RIASSUNTO 1. Architetti N.24 2. Cronisti, storici e orientalisti » 22 3. Medici e chirurghi  » 20 4. Pittori » 18 5. Benefattori » 14 C. Capitani e magistrati.» 14 7. Poeti 14 8. Matematici, astronomi, fisici e scienziati » 11 9. Arcivescovi » 11 10. Giureconsulti » 9 11. Scultori » 7 12. Illustri dell' epoca della Lega Lombarda » 7 13. Signori di Milano » 6 14. Archeologi » 5 15. Letterati » 5 16. Economisti » 4 17. Musicisti » 4 18. Fondatori di scuole » 3 19. Naturalisti e geologi » 3 20. Tipografi » 3 21. Incisori » 2 22. Papi 2 23. Imperatori » 1 24. Politici » 1 25. Armajuoli  » 1 26. Intarsiatori » 1 N. 212 Zona Superiore Iscrizioni N. 110 Zona Mediana Idem N. 68 Medaglioni » 34 N. 102 » 102 N. 212 v. immagine corrispondente