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LA DEVIAZIONE DEL FIUME OLONA secondo il tracciato di Piano Regolatore (Legge 12-7-1912, n. 866) e la sistemazione del Fiume Lambro Meridionale

Comunicazione fatta dal Socio Ing. UMBERTO MASSARI all'Adunanza del 31 Gennaio 1929 - VII.

Estratto dal Bollettino mensile ATTI DEL SINDACATO PROVINCIALE FASCISTA INGEGNERI DI MILANO N. 2 - Febbraio 1929 -Anno VII


MILANO STABILIMENTO TIPOGRAFICO STUCCHI CERETTI (SOC. AN.) Via S. Damiano, 16 1929 LA DEVIAZIONE DEL FIUME OLONA

secondo il tracciato di Piano Regolatore (Legge 12-7-1912, n. 866) e la sistemazione del Fiume Lambro Meridionale Comunicazione fatta dal Socio Ing. UMBERTO MASSARI all'Adunanza del 31 Gennaio 1929 - VII.

Estratto dal Bollettino mensile ATTI DEL SINDACATO PROVINCIALE FASCISTA INGEGNERI DI MILANO N. 2 - Febbraio 1929 - Anno VII


MILANO STABILIMENTO TIPOGRAFICO STUCCHI CERETTI (SOC. AN.) Via S. Damiano, 16 1929 ORIGINI E RAGIONI D'ORIGINE. Il Fiume Olona ha avuto, nei secoli lontani, e per opera dell'uomo, vari spostamenti d'alveo, nel suo percorso prossimo alla nostra città. Ma questi spostamenti, di epoca romana e medioevale, non avrebbero oggi che interesse di erudizione : ad essi non è possibile far riferimento, per giustificare in alcun modo, semplici ritorni a quelli antichi stati del fiume, in quanto gli attuali stati di fatto, sono consolidati in diritto, dai secoli trascorsi dopo quelli antichi spostamenti. Quali sono le origini e le ragioni d'origine della deviazione d'Olona intrapresa dalla nostra Città nel 1925 e tutt'ora in viadi sviluppo? Qui mi sembra necessario ricordarle, in quanto esse, a mio avviso, sono altro argomento in favore della proposta che io ebbi occasione di presentare per l'Ill.mo Podestà di Milano nel febbraio dello scorso anno. L'origine della attuale deviazione d'Olona deve essere riconosciuta nel progetto di Piano Regolatore presentato dall'Ing. Cesare Beruto all'On. Giunta Municipale il 31 dicembre 1884. Nella planimetria allegata a quel progetto si scorge un tracciato di un nuovo alveo d'Olona, tutto esterno ai confini dell'abitato considerato da quel primo Piano; il nuovo alveo avrebbe avuto inizio in corrispondenza della attuale via Costanza, e, con andamento pressochè rettilineo avrebbe portato a sfogare l'Olona nel « Lambro morto » presso S. Cristoforo. In seguito al detto progetto di Piano Regolatore, e nell'anno successivo (aprile 1885), la « Reale Società di Igiene » ed il Collegio degli Ingegneri ed Architetti di Milano prendevano l'iniziativa dello studio della fognatura della Città, studio svolto da tre Commissioni, che ebbero per relatori i nomi illustri degli ingegneri : Emilio Bignami, Tagliasacchi, Paladini, Cipolletti e del Dottor Ambrogio Beretta. La relazione della seconda Commissione, facendo cenno alla previsione fatta dall'Ing. Beruto, « di una importante rettifica dell'ultimo tronco del fiume Olona » al quale si propone di ridonare il corso dell'antico letto, esprime approvazione a tale idea, ed il voto « che gli studi particolareggiati occorrenti a rendere attuabile tale proposta », abbiano ad essere fatti con sollecitudine. Nel 1888 il Comune dava incarico all'Ing. E. Bignami, di « studiare il Lambro meridionale onde sfogarvi i canali di fognatura dei nuovi quartieri occidentali della città » : così si esprime lo stesso Ing. Bignami in una sua lettura tenuta presso il Collegio Ingegneri ed Architetti di Milano nell'aprile 1889. Ma alle necessità della fognatura venne provveduto poi altrimenti, con altri e successivi studi. Nel 1889 il Piano regolatore dell'Ing. Beruto, dopo vive discussioni, alle quali prese parte assai attiva lo stesso Collegio degli Ingegneri, e dopo ampie varianti, ebbe approvazioni di Legge. I confini del primitivo Piano (del 1884) vennero notevolmente allargati (specie nella zona occidentale) ed il tracciato di deviazione d'Olona ebbe notevole accentuazione, essendo portato tutto all'esterno dei confini del Piano regolatore, passando pressochè ad ovest dell'attuale « Luogo Pio Trivulzio » sottopassando il Naviglio grande a circa 300 metri ad ovest della Chiesa di S. Cristoforo, passando quindi in fregio alla « Ceramica Richard », ed andando a sboccare nel Lambro meridionale presso l'allora esistente cimitero della Barona. (Si veda la Pianta del Piano regolatore, e quella allegata al « Progetto della fognatura di Milano, 1890. Relazione tecnica a firma Ing. Dall'Acqua, ma notoriamente del compianto Ing. F. Poggi). Ma anche questo tracciato ebbe successive modificazioni. Già nel 1897 il compianto Ing. Felice Poggi, nella « Planimetria Generale » allegata alla sua relazione sulle fognature di Milano, indica un tracciato di nuovo alveo d'Olona che, partendo dalla attuale Via Domenichino va al Piazzale Brescia e percorrendo i viali di circonvallazione e sottopassando il Naviglio Grande sbocca nel Lamhro morto presso S. Cristoforo. Rammento pure che, successivamente, ed all'infuori degli Uffici municipali, nel 1905, I'Ing. Siro dell'Acqua, nel suo studio su « le piene dei colatori dell'agro milanese a traverso il Pavese » proponeva una deviazione di Olona che, partendo presso la Cascina del Pero, passando presso Trenno e poco ad est di Baggio, e sottopassando il Naviglio Grande presso Corsico andava poi, con tratto rettilineo, a sottopassare il Naviglio di Pavia in direzione di Gratasoglio, immettendo le acque ordinarie d'Olona nel Lambro meridionale, mentre per le acque di piena egli prevedeva la costruzione d'un fugatore a lato del Naviglio di Pavia e con sbocco nel Ticino. Nel 1906 è pubblicata una pianta di Piano regolatore nella quale è contenuto un tracciato di nuovo alveo di Olona, che avrebbe avuto inizio a circa 400 metri a monte della Cascina Mojetta (a nord di S. Siro), avrebbe avuto precorso ad ovest dell'allora esistente Ippodromo, sarebbe entrato nei viali di circonvallazione presso l'attuale Piazzale Brescia, e, percorrendo detti viali e sotto-passando il Naviglio Grande sarebbe sboccato nel Lambro morto presso S. Cristoforo. Infine, nel 1910 è pubblicata una pianta di Piano Regolatore nella quale è indicata altra modifica al detto tracciato : il nuovo alveo d'Olona partirebbe dal manufatto di salto esistente (dal 1853) sull'attuale alveo presso la Cascina Mojetta, avrebbe avuto percorso ad est dell'allora esistente Ippodromo di S. Siro, e quindi, lungo i viali di circonvallazione sarebbe ancora sboccato (con sottopasso al Naviglio Grande) nel Lambro meridionale, morto, presso S. Cristoforo. E' quest'ultimo tracciato che ottiene poi definitiva sanzione, essendo incluso nel Piano regolatore e di ampliamento approvato con Legge 12 luglio 1912. Ed ebbero fine le vicissitudini del tracciato di deviazione d'Olona. La esposizione che qui ora ho premesso, ha per scopo di mostrare quali sono state le ragioni d'origine per le quali fu concepita la necessità di deviazione dell'Olona dalla zona cittadina. E sono le seguenti : 1) rendere possibile lo sviluppo della rete stradale nei quartieri occidentali della città, secondo il Piano regolatore 1889 ; 2) rendere possibile la esecuzione della rete di fognatura nella stessa zona cittadina. PROGETTO ESECUTIVO DELLA DEVIAZIONE D'OLONA E DELLA SISTEMAZIONE DEL LAMBRO MERIDIONALE.

Il progetto concreto di deviazione d'Olona, secondo il tracciato del Piano Regolatore 1912, venne studiato successivamente dal sottoscritto, sotto la direzione del compianto Ing. F. Poggi, e venne presentato dal Comune, per la necessaria pubblicazione, con la data 11 maggio del 1914. La pubblicazione del progetto stesso, che doveva avere per scopo, un primo contatto con le difficoltà insiste alla diretta e semplice immessione d'Olona nel Lambro meridionale, fece sorgere le previdibili opposizioni degli utenti di utilizzazioni d'acqua del Lambro, per " temuti danni, specie per aggravio nel regime attuale delle piene ". Ma il progetto 1914 prevedeva già la sua possibile suddivisione in due tronchi ; e poichè il primo, tra la Cascina Mojetta e l'Isola Brera, non aveva ragioni di opposizione, in quanto con la sua esecuzione veniva conservato l'attuale scarico d'Olona nella Darsena di Porta Ticinese, fu possibile ottenerne concessione d'esecuzione, a norma d'un disciplinare del R. Genio Civile, approvato dal Consiglio Comunale nelle sedute 26 marzo e 20 aprile 1918. Tuttavia, l'esecuzione di questa prima parte della deviazione d'Olona avvenne solamente negli anni 1925-26-27 (Anni 3 ; nuovo alveo costruito, km. 3.1951. La città di Milano rendeva così possibile lo sviluppo della rete stradale di Piano regolatore e della rete di fognatura nella vasta zona interessata da quel primo tronco di deviazione d'Olona, sostenendone il notevole onere di spese.

Mentre la prima parte della deviazione d'Olona era pressochè compiuta, ho avuto il non lieve compito d'ufficio (13 settembre 1927) di studiare la sistemazione del fiume Lambro meridionale in modo da rendere questo corso d'acqua capace di ricevere le acque dell'Olona senza peggioramento nel suo regime ». (1) Dovevo tuttavia avere presente che, in precedenza ai miei studi, era stata avvisata la necessità di esecuzione (I) In adempimento all'incarico avuto, rassegnavo, per l'Illustrissimo Podestà di Milano, la Relazione tecnica ed il Progetto in data 25 febbraio 19128 - Atti 3504 VI 1928. [Didascalia immagine: ]Fig. 1. - Tracciati per la deviazione d'Olona. d'un nuovo alveo di Lambro tra S. Cristoforo e Ponte Sesto, ed era pure stato indicato, per larga sicurezza e per previsione di ulteriori necessità di scarico della fognatura cittadina, che quel nuovo alveo di Lambro dovesse essere capace di una portata di 70 mc. nel tronco tra i due navigli e d'una portata di 100 mc. nel tronco dalla Conca Fallata a Ponte Sesto, essendo ammessa in 50 mc. la portata max. d'Olona.

Fu mia prima cura l'eseguire un dettagliato rilievo altimetrico e planimetrico del Lambro meridionale tra S. Cristoforo e Ponte Sesto, rilievo compendiato nei seguenti tipi : 1° La planimetria generale (in scala 1:2000), con le indicazioni : a) delle quote di fondo del fiume e delle roggie derivate ed immittenti, nonché quelle dei terreni circostanti ; b) dei numeri di mappa dei terreni; c) delle sezioni trasversali rilevate (N. 70); d) dei manufatti rilevati e delle zone soggette ad espansione della massima piena. 2° Il profilo longitudinale dell'alveo attuale, con le indicazioni dei o sostegni esistenti, dei livelli d'acqua normale e di massima piena. 3° Le sezioni trasversali rilevate (N. 70). 4° 1 manufatti esistenti (N. 54).

Ho intrapreso quindi lo studio planimetrico ed altimetrico del nuovo alveo, tenendo per base i rilievi sopra descritti e per guida i seguenti criteri : 1° Le velocità medie dell'acqua nel nuovo alveo non dovessero superare (in max. piena) i m" 2.00 nelle tratte scoperte, ed i m" 2,30 nelle tratte coperte (cioè sotto i ponti). Ho determinato, in conseguenza, le dimensioni delle sezioni necessarie pel nuovo alveo, e la pendenza di fondo (i = 1 1%).

Le sezioni coperte (ponti) vennero previste con un franco minimo (in max. piena) di m. 0,50 (quella per 70 me") e m. 0,40 (quella per 100 mc") rispetto agli intradossi degli archi. (vedi figure in originale) b) la sezione coperta (o dei ponti) pel medesimo alveo a); c) la sezione aperta pel nuovo alveo di 100 mc"; d) la sezione coperta (o dei ponti) pel medesimo alveo c); e) la sezione delle spallature.


Dalle sezioni normali così determinate vennero ricavate le profondità minime necessarie pel nuovo alveo (dal piano stradale al fondo). profondità che risultarono di m. 4,90 e m. 5,00 rispettivamente per la sezione di 70 mc" e di 100 mc". Essendo le altezze massime d'acqua rispettivamente di m. 3,50 e m. 3,80, i franchi minimi rispetto ai rilevati stradali risultarono di m. 1,40 e m. 1,20.

2° Il tracciato planimetrico del nuovo alveo fu da me studiato nell'intento di formare tronchi rettilinei, estesi quanto più fosse possibile, raccordati da curve di ampio raggio (uno, minimo, di m. 75, ; tutti gli altri superiori ai m. 180 e fino a m. 500) avendo presenti i punti, di passaggio obbligato, i quali sono : a) il sottopasso d'Olona al Naviglio grande manufatto già costruito, nel rustico, nella primavera del 1926 e quello alla ferrovia presso S. Cristoforo; b) il sottopasso alla Conca Fallata Naviglio di Pavia; c) un tronco d'alveo a monte del partitore per la roggia Pizzabrasa; d) il ponte di Ponte Sesto; ed, oltre a ciò, nell'intento di rendere minimi i movimenti di terra, in relazione alle quote di campagna, e tenendo pure presente che le opere in alveo nuovo sono di più facile e meno costosa esecuzione che non quelle in alveo esistente.

3 I livelli di fondo (profilo) del nuovo alveo, con pendenza dell'1%, e quelli di Piano regolatore degli argini e piani stradali dei ponti vennero da me studiati nell'intento di consentire, per quanto fosse possibile, il mantenimento delle attuali utilizzazioni d'acqua del Lambro, in relazione alle minime profondità necessarie per la formazione dei ponti (come sopra ho detto), e prevedendo dei salti di fondo (con struttura analoga a quella già da me proposta nel progetto d'Olona 1914), per evitare profondità d'alveo eccessive.

Il complesso di condizioni e criteri sopra esposti, studiato con lungo e paziente adattamento, mi condusse al tracciato rappresentato nelle tavole seguenti : Planimetria generale (nella scala 1 :2000) del nuovo alveo di Lambro tra S. Cristoforo e Ponte Sesto, con indicazione delle opere necessarie per mantenere : a) il sostegno pel molino di S. Ambrogio (utenza); b) il sostegno per cascina Fontecchio o per la Cartiera Binda (concessione); c) il sostegno per gli opifici di Folle (Quadria e Crivelli) e per le derivazioni di roggia Marianna e del Roggione (utenze); d) il partitore di roggia Pizzabrasa (utenza); Fig. 4. — Profilo longitudinale del Lambro meridionale tra S. Cristoforo e P. Sesto (vedi figura originale)

e) il sostegno per roggia Molina e per Fosso Stranghe e per le bocche del podere Gambarone presso Ponte Sesto (utenze); nonchè l'indicazione dei tronchi di attuale alveo che si ammette di abbandonare.

Profilo longitudinale lungo il nuovo alveo di Lambro (scala ascisse 1 :5000), con l'indicazione dei salti di fondo previsti, i livelli del terreno attuale e quelli di Piano regolatore che dovranno essere fissati lungo il detto nuovo alveo, i ponti pel mantenimento delle attuali strade e le « briglie » necessarie per la conservazione dei sostegni ed utilizzazioni d'acque indicate nella planimetria.

Mi esonero, per brevità, da una dettagliata descrizione del progetto, la quale può, del resto, essere rilevata dall'esame dei disegni. Dirò tuttavia, che ho previsto la possibilità (e non dunque la necessità) di mantenere, per i tronchi studiati, da San Cristoforo a Ponte Sesto, tutte le principali utilizzazioni delle acque del Lambro, per un comprensorio di circa 2440 ettari sul totale attuale di circa 2460 ettari, e risultando necessario solamente l'abbandono delle utilizzazioni per Pila di S. Croce e di Gratasoglio e del molino di roggia Paimera (Folle Tesserai).

VISIONE TOTALE DEL PROBLEMA DELLA REGOLAZIONE DEL LAMBRO E SUA DIPENDENZA DA QUELLO DELLA DERIVAZIONE D'OLONA.

Ma, indicati così, con un progetto concreto, i criteri ai quali una nuova inalveazione di Lambro dovrebbe soddisfare, limitatamente ai tronchi pei quali essa era stata dichiarata necessaria, (e complessivamente per chilometri 7.931) e rimanendo pur sempre indeterminate le opere che pure si renderanno necessarie lungo i successivi 46 km. a valle di Ponte Sesto e fino a S. Angelo Lodigiano, mi sembrò opportuno (e sufficiente per quanto dirò in seguito) un avviso di presumibile costo di dette opere. Ricordando che la costruzione del nuovo alveo d'Olona (considerato capace d'una max. portata di 50 mc") portò ad una spesa di circa L. 1.350 al ml., non era fuori luogo pensare che, pel maggior alveo di Lambro [valutato per Fig. 5. - Profilo longitudinale del nuovo alveo di Lambro tra S. Cristoforo e P. Sesto. una portata max. di 70 mc" nel tronco compreso fra i due navigli (km. 2.653) e per una portata di 100 mc" da Conca Fallata a Ponte Sesto (km. 5.278)1 la spesa unitaria non potesse essere inferiore a quella incontrata per l'Olona. Un preventivo dettagliato, istituito in questi giorni, mi porterebbe a prevedere una spesa di L. 1.300 al ml. per l'alveo di 70 mc" e di L. 1.450 al ml. per quello di 100 mc". In totale dunque una spesa prevedibile da L. 11 a 12 milioni. Alla quale somma andrebbero aggiunte le spese per espropri delle aree necessarie pel nuovo alveo; per scorpori, per variazioni od espropri di attuali utilizzazioni d'acque (specie se, con consigliato coraggio, si vorranno senz'altro abbandonare utilizzazioni di salti

[Didascalia immagine:] Fig. 6. - Gli afflussi massimi di piena d'Olona nel Lambro meridionale. per forza motrice e per minori irrigazioni. A queste spese andrebbero ancora aggiunte quelle fin qui indeterminabili, ma che non possono essere lievi, per le opere che sarebbero richieste lungo i 46 chilometri del percorso attuale di Lambro, a valle di Ponte Sesto, e fino a S. Angelo, se si considera che già ora (come può rilevarsi dal profilo allegato alla memoria (prima ricordata) dell'Ing. Emilio Bignami sul « Lambro meridionale » si hanno anche in quel tronco zone di debordamento, e se si vorrà mantenere anche per detti 46 chilometri il concetto d'un aumento di capacità di sfogo del Lambro, nella misura prossima a 35 mc" quali furono considerati pel tronco tra S. Cristoforo ed il naviglio di Pavia, e più ancora tra il naviglio di Pavia e Ponte Sesto. Le opere che sarebbero necessarie per dare al Lambro meridionale tale maggiore capacità di sfogo anche a valle di Ponte Sesto non potrebbero essere che imponenti : ed altrettanto imponenti dovrebbero quindi essere gli interessi coinvolti da dette opere, con espropri per nuove inalveazioni o per difese arginali o per rettificazioni di alveo, ecc.

Pensando a tutto ciò, e ricordando che per l'esecuzione di km. 3.195 di nuovo alveo d'Olona, eseguito in zona di proprietà comunale, libera quindi da vincoli di espropri e non soggetta a soggezioni per esistenti utilizzazioni di acque, si sono impiegati tre anni di lavoro, e considerando quale notevole numero d'anni (valutabili certamente a diversi quinquenni) sarebbero necessari per l'esecuzione di un così imponente complesso di opere previste per km. 7.931 e non ancora previste per km. 46), notevole per entità e più ancora per gli interessi di vaste zone agricole che essi dovrebbero coinvolgere e turbare, e tenuto presente che di altrettanti anni ( o quinquenni) dovrebbe pur essere rimandato il completamento della auspicata deviazione d'Olona ; ricordandone le orgini e le ragioni d'origine ; tutto ciò premesso, sono stato indotto a considerare, col massimo impegno, se fosse possibile dare una soluzione, che consentisse la deviazione d'Olona senza portare turbamento nel regime attuale delle piene di Lambro, una soluzione cioè, che svincolasse il problema della deviazione d'Olona da quello assai più complesso, della sistemazione del Lambro, sistemazione non domandata al Comune di Milano dai rivieraschi di Lambro, se non per evitare il pericolo d'un aggravio delle piene, che deriverebbe dalla diretta e semplice immissione d'Olona nel Lambro stesso.

In questo intento ho trovato la soluzione che ora ho qui l'onore di esporre. Mi fu dapprima necessario chiarire le ragioni e le entità del turbamento che conseguirebbe nell'attuale regime delle piene del Lambro meridionale con la semplice e diretta immissione d'Olona presso S. Cristoforo, ragioni ed entità non prima definite. E' necessario ricordare, che l'attuale scarico dell'Olona nella Darsena di P. Ticinese, trova uscita dai seguenti fugatori : il Ticinello, la Roggia Boniforti, lo scaricatore del Naviglio Grande presso S. Cristoforo, lo scaricatore della Conca Fallata (Naviglio di Pavia). Ad essi competono (secondo mie deduzioni) le seguenti massime capacità di scarico 1° Il Ticinello per una max. portata di 15 mc" (in cifra tonda), di cui circa 11 mc" vanno nel Lambro meridionale a mezzo del colatore o Libasso tra Ponte Sesto e Montalbano, e circa 4 mc" vanno al colatore o Lisone che sbocca nel Lambro settentrionale poco a nord di S. Angelo Lodigiano. 2° La Roggia Boniforti per una max. portata di 12 mc" (in cifra tonda), roggia che si immette nel Lambro meridionale presso la Cascina Beldiletto. 3° Lo scaricatore di S. Cristoforo per una max. portata di 23 mc" (in cifra tonda), e che da origine al Lambro meridionale. 4° Lo scaricatore della Conca Fallata sul Naviglio di Pavia per una max. portata di 3.00 mc" (in cifra tonda) che si immette direttamente nel Lambro meridionale.

La potenzialità complessiva di scarico degli indicati fugatori risulta di mc" 53; l'eccesso sulla portata max. di Olona, ritenuta di 50 mc", rappresenta una maggior provenienza dal Naviglio Grande. E' però da avvertire che, dopo la costruzione dell'impianto di Turbigo (1901) essendosi conseguita una più facile regolazione alla presa del Naviglio Grande, lo scaricatore di Conca Fallata non ebbe più utilizzazione di piena. Considerando le attuali condizioni del Lambro meridionale rispetto alle piene che ad esso possono pervenire in conseguenza dello scarico d'Olona e Naviglio Grande, e prescindendo dai maggiori apporti provenienti dalle zone naturalmente scolanti nel Lambro stesso, si possono nettamente distinguere 4 tronchi :

1° Tronco A - B - dallo scaricatore di S. Cristoforo all'immittenza della roggia Boniforti (lunghezza ml. 1456), con una max. portata di afflusso (per scarico d'Olona e Naviglio) di mc" 23 (in cifra tonda). 2° Tronco B - C - dalla immittenza della roggia Boniforti alla Conca Fallata (lunghezza ml. 1492) con una max. portata di afflusso (per scarico d'Olona •e Naviglio) di 23 + 12 = 35 mc" (in cifra tonda). 3° Tronco C- D - dalla Conca Fallata a Ponte Sesto (*) (lunghezza ml. 6893) con una max. portata di afflusso (per scarico d'Olona e Naviglio) di 35+3=38 mc" (in cifra tonda). 4° Tronco - a valle di Ponte Sesto (dalla immittente del Libasso) e fino allo sbocco del Lambro meridionale presso S. Angelo Lodigiano, con una max. portata di afflusso (per scarico d'Olona e Naviglio) di 38 + 11 = 49 mc" (in cifra tonda).

E' appena necessario avvertire, che i valori degli afflussi massimi sopra indicati, non hanno equivalenza con le portate massime di piena che si verificano nei corrispondenti tronchi di Lambro, perchè, se esse hanno attenuazione per effetto delle capacità di invaso dell'alveo (in dipendenza anche delle « tenute » di max. piena, che sono di durata fino a due giorni), vengono invece accresciute dagli afflussi delle zone (aree) direttamente scolanti nei vari tronchi. Tuttavia i valori stessi servono a dare immediato risaldo e chiaro indice alle modificazioni nel regime di piena del Lambro, che conseguirebbero dalla diretta im- (*) Più precisamente dovrebbe dirsi della Conca Fallata alla imminenza del Libasso, tra Ponte Sesto e Montalbano. missione delle piene d'Olona nel Lambro stesso presso S. Cristoforo, divergendole senz'altro dalla Darsena di P. Ticinese. Infatti gli afflussi nei vari tronchi verrebbero modificati come segue :

Nel l' tronco da S. Cristoforo alla immittenza della roggia Boniforti. l'afflusso massimo di piena d'Olona e Naviglio verrebbe aumentato da- gli attuali mc" 23 a mc" 50 Nel 2° tronco dall'immittenza della roggia Boniforti alla ' Conca Fallata. l'afflusso massimo di piena d'Olona e Naviglio verrebbe aumentato da- gli attuali mc" . 35 a mc" 50 Nel 3° tronco dalla Conca Fallata a Ponte Sesto. (*) Nel 4° tronco valle di Ponte Sesto (o più precisamente a valle dell'immissione del Libasso). l'afflusso massimo di piena d'Olona e Naviglio verrebbe aumentato da- gli attuali mc" 38 a mc" 53 l'afflusso massimo di piena d'Olona e Naviglio verrebbe aumentato da- gli attuali mc" 49 a mc" 53


Esaminando così il problema nelle sue linee fondamentali, potei notare, che il turbamento nel regime delle piene di Lambro, che si produrrebbe con la diretta immissione d'Olona presso S. Cristoforo, deriverebbe dalla diversione di quella parte di piena (15 mc") che ora viene smaltita dal Ticinello.

NUOVA PROPOSTA : " IL CANALE PER LE PIENE DEL TICINELLO ".

Per vincere l'indicata fondamentale difficoltà, io ho proposto perciò, la costruzione di un Canale (che ho chiamato delle piene del Ticinello ) per condurre alla Darsena di P. Ticinese quella parte delle piene d'Olona che ora viene smaltita dal Ticinello. Il nuovo canale avrebbe origine per derivazione dal nuovo alveo d'Olona, nel Viale E. Bezzi, e percorrerebbe le vie Roncaglia, Stendhal, Poppa, Lanino, Borgognone, Solari, andando a sboccare nella Darsena di P. Ticinese in corrispondenza dell'attuale alveo Olona. Lo studio planimetrico ed altimetrico del detto o Canale delle piene del Ticinello è rappresentato dalla figura 7, la sezione costruttiva del detto Canale ed i suoi elementi geometrici ed idraulici sono rappresentati nella figura 8. Esso canale avrebbe dimensioni interne di m. 3,70 (larghezza) per m. 2,50 (altezza); e con la pendenza prevista dell'1 per mille (1 = 0.001) la sua portata massima risulta di mc" 15.00 (con altezza d'acqua da in. 2.00 a m. 2.50), portata gradualmente decrescente in relazione alle minori portate d'Olona, rispetto alla massima.

Lo sviluppo lineare del nuovo canale, dal Viale E. Bezzi al Viale Coni Zugna è di ml. 1719; il suo costo prevedibile è di L. 1.700.000,-. Quali sono gli effetti del proposto o Canale delle piene di Ticinello o nei riguardi del regime idraulico del Lambro? Con la costruzione del detto Canale, e dopo eseguita la deviazione d'Olona e conseguita la soppressione degli scaricatori di S. Cristoforo e di Roggia Boniforti, gli afflussi massimi per scarico d'Olona nei vari tronchi di Lambro verranno distribuiti (in cifre tonde) come segue :

Nel 1° tronco da S. Cristoforo alla Roggia Boniforti. l'attuale afflusso massimo di mc" 23.00. verrebbe portato a mc" (50 - 15) = 35 mc". Nel 2° tronco dalla Roggia Boniforti alla Conca Fallata. Nel 3° tronco dalla C. Fallata a P. Sesto immittenza del « Libasso ». l'attuale afflusso massimo di mc" 35.00. l'attuale afflusso massimo di (35+31= =38.00 mc". rimarrebbe inalterato di 35.00 mc". rimarrebbe inalterato di (35 + 3) = 38.00 mc". Nel 4° tronco a valle dell'immittenza del «Libasso». l'attuale afflusso massimo di 38+11)= =49.00 mc". rimarrebbe inalterato di (38+11)=49.00 mc"

Dunque il « Canale delle piene di Ticinello » fa si, che la deviazione d'Olona non porti più alcuna variazione nel regime delle piene del Lambro a valle dell'immittenza di roggia Boniforti ; e le opposizioni al progetto 1914 non avranno più ragione d'essere quando, insieme alla deviazione d'Olona ed al Canale delle piene di Ticinello venga eseguito anche il tronco di nuovo Lambro, in prolungamento d'Olona, tra S. Cristoforo e la roggia Boniforti, e vengano. naturalmente, soppressi gli scaricatori di S. Cristoforo e di Roggia Boniforti.

ALTRI VANTAGGI DEL o CANALE PER LE PIENE DEL TICINELLO .

La costruzione del « Canale per le piene del Ticinello » risolve anche altra difficoltà che nascerebbe dalla semplice deviazione d'Olona. Distogliendo le acque di magra d'Olona dalla Darsena di P. Ticinese, si rende più difficile l'esecuzione degli espurghi della Darsena, espurghi che si effettuano durante le « asciutte dei Navigli », utilizzando le dette acque di magra. Era stato previsto (nel progetto 1914) di sostituire alle acque di magra d'Olona quelle di due fontanili di proprietà comunale, il Nirone ed il Cagadenari. Ma ora tale sostituzione non sarebbe più possibile per cambiamenti intervenuti. Il « Canale per le piene di Ticinello » risolve la difficoltà, permettendo di condurre nella Darsena le acque di magra d'Olona, acque che sono pure necessarie quali competenze al regime del Naviglio di Pavia.

MIGLIORAMENTO NEL REGIME ATTUALE DELLE PIENE DI LAMBRO.

Ho esposto le ragioni per le quali la costruzione del " Canale per le piene di Ticinello " fa si che le condizioni del Lambro meridionale a valle dell'immittenza di Fig. 7. - Planimetria del canale per le piene del Ticinello.

roggia Boniforti, si mantengano inalterate nei riguardi delle piene, dopo la deviazione d'Olona, (ed il conseguente abbandono degli scaricatori di S. Cristoforo e Boniforti). Debbo aggiungere, che si avrà anzi un notevole vantaggio nei riguardi dell'arrivo od avviso delle piene. Questa mia asserzione richiede speciale chiarimento, in quanto essa è in perfetta antitesi con altra, che spesso ho sentita ripetuta per opposizione alla progettata deviazione d'Olona, che cioè, per effetto della deviazione d'Olona e del conseguente abbandono dell'invaso alla Darsena di P. Ticinese, le piene di Lambro si presenteranno ai vari edifizi di sostegno con rapidità assai maggiore di quanto non avvenga attualmente, e si debbano perciò presumere danni agli edifizi. Ricordo anzitutto come attualmente arrivano al Lambro le piene, e cioè per l'apertura degli scaricatori, la manovra dei quali non potendo essere graduata lentamente e parallelamente all'incremento naturale delle piene d'Olona, viene effettuata, di necessità, per scaglioni. Lo studio del fenomeno idrodinamico, assai complesso, della propagazione delle onde di piena, ha avuto completo sviluppo in una, relativamente, recente e poderosa memoria dell'Ing. M. Bonneau « Etude sur la propagation des crues » pubblicata negli « Annales des Ponts et Chaussèes (1924-1): il risultato di questi studi venne confermato con applicazione sperimentale, dalla successiva magistrale memoria dell'Ing. M. Normandin « Les Crues du fleuve Rouge et la defense contre les inondation a pubblicata negli « Annales des Ponts et Chaussées (1925-1). Penso che specialmente quest'ultima memoria, di carattere esclusivamente pratico, sarebbe assai utile fosse conosciuta dagli ingegneri che si occupano di argomenti attinenti alla regolazione dei fiumi, e perciò ne faccio speciale citazione. Da questi studi ed esperienze venne dedotto che : la velocità di propagazione di un'onda di piena a rapido incremento

(e nel caso dell'apertura degli scaricatori l'incremento è rapidissimo), è assai prossima all'espressione

V1=Vo+Vg.h in cui Vo è la velocità della corrente di regime ; g è il valore della gravità (9.81); h è l'altezza dell'acqua (nel fiume) all'arrivo dell'incremento di piena. Fig.8 - sezione costruttiva del Canale per le piene del Ticinello Fig. 9. - Elementi geometrici ed idraulici del Canale m. 3.70x 2.50. Ammesso, per esempio : = 0.80 m" ed h = 1.20 m. (che corrispondono a valori di « morbida » nel Lambro merid.) risulta V, = 4.20 m" cioè l'onda di piena provocata dall'apertura degli scaricatori, ha una velocità da 4 a 5 volte maggiore di quella della corrente di regime. Si spiega così l'osservazione contenuta in un verbale di sopraluogo 20-4-1915, che cioè : « a Gratosoglio le piene si presentano ad ondate ». Dunque, mentre le piene di Lambro arrivano, ora. ai vari sostegni con grande rapidità (m" 4,20) in forma di ondate, ed esse possono giungere di sorpresa e diventare minacciose, prima che possano venire aperte le bocche dei vari sostegni, mancando ogni collegamento di avviso dell'apertura degli scaricatori d'Olona, dopo la deviazione d'Olona, diminuita delle competenze di Ticinello a mezzo del nuovo canale proposto, e dopo il conseguente abbandono degli scaricatori di S. Cristoforo e Boniforti, le piene arriveranno ai vari sostegni di Lambro non più con velocità di onde di scarico nè con rilevanti e quasi istantanei accrescimenti di portata, (per apertura degli scaricatori) ma con lento e naturale gradiente e quindi con notevole vantaggio d'avviso per la apertura delle bocche dei sostegni stessi.

PROGRAMMA DEI LAVORI. Ho detto che la costruzione del Canale per le piene di Ticinello svincola il problema della deviazione d'Olona da quello, della regolazione del Lambro. Già per ciò (e da un semplice calcolo di interessi passivi) la spesa, non prima prevista, del nuovo canale risulterebbe largamente compensata. La sistemazione del Lambro potrà dunque essere sviluppata (dopo la costruzione del Canale per le piene del Ticinello e la costruzione del nuovo alveo d'Olona prolungato fino all'attuale sbocco della roggia Boniforti in Lambro), a mano a mano che l'attuale stato agricolo dei terreni circostanti venga a trasformarsi, per l'espansione della città, diventando essi aree di possibile fabbricazione urbana (quale ad esempio il tronco da S. Cristoforo a Conca Fallata), nonchè in relazione a quelle che (in futuro tempo) potranno essere le esigenze, non empiricamente valutate, di scarichi di fognatura cittadina.

CONCLUSIONI. La soluzione da me proposta riconduce il problema della deviazione d'Olona alla sua ragione d'origine ; che non era quella di modificare lo stato di regime del Lambro, ma, come ho detto, di rendere possibile la formazione della rete stradale contemplata nel Piano Regolatore 1889 per le zone occidentali della città, e di rendere possibile il completamento della rete di fognatura nella stessa zona, cioè il suo risanamento igienico. secondo il progetto definito dal compianto Ing. F. Poggi nel maggio 1903 (14 anni dopo), progetti aventi entrambi per presupposto « la deviazione di Olona ». Ora che (non per mia iniziativa), è in corso di esecuzione il tronco di nuovo alveo d'Olona tra il Viale E. Bezzi ed il sottopassaggio al Naviglio grande, sono profondamente convinto che la mia proposta, evitando illusioni, gioverà egualmente alla città ed alla vasta zona agricola interessata dalle utilizzazioni delle acque del Lambro : penso che, pur avendo detto di lasciare invariate le condizioni attuali di regime di piena del Lambro meridionale, mentre si conseguiranno miglioramenti sensibili, in primo luogo per accrescimento di acque utili di magra per sicure provenienze dalle sorgive che saranno interessate, come capofonte, nel tronco di nuovo alveo di Olona tra il Viale Egisto Bezzi e la Roggia Boniforti (ri- cordando che le acque ordinarie d'Olona provenienti da monte del Viale Bezzi conserveranno l'attuale destinazione, alla Darsena di P. Ticinese), e mentre, in acque di piena si conseguirà il miglioramento prima accennato, nell'avviso delle piene, tutto ciò credo sia assai più vantaggioso alle stesse zone agricole (quelle non ancora soggette all'influenza delle aree di fabbricazione) che non il turbarle, anzi tempo, con esproprii per nuove inalveazioni, deviazioni, ecc., con domande di contributi, che sarebbero altrimenti di rapida necessità. Ho avuto soddisfazione dal mio lavoro, solamente per l'intimo e fermo convincimento che esso risolva un notevole interesse cittadino e di vasta zona agricola; ma sono certo che esso avrà, nel tempo e dagli studiosi dei problemi tecnici della nostra città, giusta considerazione. Ing. UMBERTO MASSARI.