Volle un giorno il leone

Tommaso Crudeli

XVIII secolo Letteratura Volle un giorno il leone Intestazione 26 luglio 2014 75% Da definire

Favola tradotta dal medesimo


Volle un giorno il leone
tutta quanta conoscer quella gente
di cui il ciel l’avea fatto padrone.
Non fu selva orrida e oscura
5che non fussene avvisata;
circolava una scrittura
da sua lionesca maestà formata,
e lo scritto diceva
che per un mese intero il re teneva
10corte plenaria, e principiar doveasi
da un bello e gran festino,
dove un certo perito bertuccione
dovea ballar vestito da Arlicchino.
In tal maniera il principe spiegava
15la sua potenza al popolo soggetto.
Ma ecco omai che la gran sala è piena,
che sala, oh Dio, che sala!
Ella era un orribile macello,
sanguinoso e fetente
20a tal segno che l’orso
non potendo soffrir quel tetro avello,
il naso si turò, poco prudente.
Spiacque il rimedio: il re forte irritato
mandò da ser Plutone
25il signor orso a far il disgustato.
Lo scimiotto approvò
questa severità,
e di sua maestà
la collera lodò,
30lodò la regia branca, e della sala
disse cose di fuoco, e quell’odore
sovra l’ambra esaltò, sovra ogni fiore.
Ma questa adulazion troppo scempiata
fu dal principe accorto
35ben presto gastigata,
già lo sfacciato adulatore è morto.
La volpe erali accanto:
- Or ben - le disse il sire,
- dimmi: che ne di’ tu? parlami chiaro;
40tu vedi, io non voglio esser adulato -.
La volpe allor: - Sua maestà mi scusi,
io son molto infreddata, e l’odorato
ho perso affatto;
ond’io a giudicar atta non sono
45se questo odore sia cattivo o buono -.
Di tal risposta il re fu sadisfatto.
Voi che in corte vivete,
apprendete, apprendete:
non siate troppo aperti adulatori,
50nemmen troppo sinceri parlatori,
e se volete al fin passarla netta,
una scusa o ‘l silenzio
sarà sempre per voi buona ricetta.