Vite dei filosofi/Libro Nono/Vita di Senofane

Libro Nono - Vita di Senofane

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Diogene Laerzio - Vite dei filosofi (III secolo)
Traduzione dal greco di Luigi Lechi (1842)
Libro Nono - Vita di Senofane
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CAPO II.



I. Senofane colofonio figlio di Dexio, o, come scrive Apollodoro, di Ortomeno, è lodato da Timone: dice pertanto:

     Non fastoso, censore imperturbato
     Senofane d’Omero.


Scacciato dalla patria fece dimora in Zancle di Sicilia ed in Catania.

II. Non fu, secondo alcuni, discepolo di nessuno, ma secondo alcuni, di Botone ateniese, o, come affermano altri, di Archelao; e dice Sozione che visse a’ tempi di Anassimandro.

III. Scrisse versi epici ed elegie e jambi contro Esiodo ed Omero, censurandone ciò ch’e’ narrarono intorno agli dei, e verseggiò le proprie cose. — È fama che avesse opinioni contrarie a quelle di Talete e di Pitagora, e che rivedesse le bucce anche ad Epimenide. Fu di lunga vita, come dice egli stesso in qualche luogo:

     Sette già sono gli anni oltre i sessanta
     Che per la terra greca il mio pensiero
     Sbattono; ed eran venti cinque allora,
     Dalla nascita mia, prima di questi,
     Se dire il vero intorno ad essi io seppi.

[p. 271 modifica]Affermò quattro essere gli elementi delle cose che esistono: infiniti i mondi ed immutabili. — Le nubi consistere dei vapori tratti in alto dal sole e rattenuti nell’aria ambiente. — La essenza di dio sferica, nè avere coll’uomo nulla di simile; tutto vedere, tutto udire, non però respirare, ed essere in ogni sua parte mente, prudenza ed eternità. — Primo dimostrò, che quanto nasce è corruttibile, e che l’anima è uno spirito; e diceva anche, essere in molte cose inferiore alla mente. — E co’ tiranni o non doversi trattare affatto o con dolcezza. — Dicendogli Empedocle, che reperibile non era il sapiente, È naturale, disse; poichè vuol essere un sapiente chi riconosce il sapiente. — Narra Sozione aver egli affermato il primo, Che ogni cosa era incomprensibile; ma erra. — Compose eziandio sulla fondazione di Colofone e sulla colonia di Elea, in Italia, due mila versi. — Fiorì nella sessagesima olimpiade.

IV. Demetrio falereo, nel primo libro Della vecchiezza, e Panezio lo stoico, in quello Della tranquillità dell’animo, raccontano aver egli sepolto colle proprie mani i suoi figli, alla maniera di Anassagora; e secondo l’asserzione di Favorino, nel primo Dei commentarj, pare che fosse trovato ladro dai Pitagorici Parmenisco ed Orestade.

V. V’ebbe anche un altro Senofane lesbio, compositore di jambi. — E questi sono gli sparsi.