Vita di Esopo Frigio/Capitolo XLIV

Capitolo XLIV

../Capitolo XLIII ../Capitolo XLV IncludiIntestazione 1 gennaio 2018 100% Da definire

Anonimo - Vita di Esopo Frigio (Antichità)
Traduzione dal greco di Giulio Landi (1545)
Capitolo XLIV
Capitolo XLIII Capitolo XLV
[p. 62 modifica]

C A P I T O L O   XLIV.


PIacque questo consiglio a Xanto, il quale venuto nel Teatro, là dove erasi il popolo congregato, desideroso di sentire sopra il prodigio la diffinizione sua, parlò nel modo, che Esopo consigliato l’aveva; laonde tutti ad una voce gridarono: Venga quel tuo servitore, venga spacciatamente. Esopo come fu giunto ogn’uno adocchiato l’ebbe, risuonò un gran pezzo il Teatro per le gran risa del popolo, perchè quella rara deformità, e singolar bruttezza, furono i bisbigli infiniti; e chi diceva; Oh bel viso di dotto; altri; O bel vaso di scienza; altri: Cotesto saprà parlare? ed altri dicevano: Chi sa forse, che l’un prodigio dichiarerà l’altro; ed altri altrimente. Queste tali mormorazioni sentendo Esopo, arditamente, e senz’alcun rossore disse: [p. 63 modifica]Signori miei se quì m’avete fatto chiamare, per farvi ridere, avendovi in ciò sodisfatto, potrete ora lasciarmi andare; ma altro da me volete, che sia di qualche importanze, perchè così mi sprezzate, e schernite; Forse perchè io sia in cotesto modo mal fatto, e sproporzionato; tale mi ha fatto la natura, di cui è la colpa, e l’errore, e non mia. Ma in ben mi ricordo, che egli non è ufficio di uomini prudenti, e giudiziosi, voler di un uomo per l’apparenza del viso, e delle membra del corpo far certo giudizio: bene dalla mente, dall’animo, che dentro ci sta rinchiuso dovete giudicare. E quantunque egli sia cosa che vedere non si possa, nondimeno le opere, che da lui procedono, sono quelle, che fanno la sua grandezza, e l’eccellenza conoscere. E siccome non si ha considerazione della botte, ma solo del vino, che dentro vi sta riposto; così non si deve dell’uomo far giudizio per il corpo, ma bensì per la sostanza, che sia in esso; perchè bene spesso noi veggiamo un uomo aver bella scorza, e dentro poi esser guasto, e fracido: e pel contrario ancor trovasi un frutto mal fatto, e da rozza, ed oscura pelle coperto, poi esser dentro pieno di dolce, soave, e delicato succo.