Vita di Esopo Frigio/Capitolo XIX

Capitolo XIX

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Anonimo - Vita di Esopo Frigio (Antichità)
Traduzione dal greco di Giulio Landi (1545)
Capitolo XIX
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C A P I T O L O  XIX.


ALlora Xanto all’ortolano disse. Amico mio, non è cosa onorevole a me, il qual soglio nelle scuole pubbliche disputare, ed [p. 29 modifica]insegnare che ora io stia qui nell’orto tuo a risolvere i dubbj tuoi: addimandali adunque a questo mio schiavo, il quale, perchè egli è di molte cose intendente, ed assai ben dotto, levaratti ogni scrupolo, che ti fa dubitare. Il Giardiniero affissati gli occhi in Esopo, fu rapito dalla maraviglia, parendogli miracolo, che un tale, e tanto contrafatto animaletto sapesse lettere, perlochè rompendo il silenzio, che lo stupore gli aveva infuso, disse cotesto viso di cocomero contrafatto è letterato? infelicità mia grandissima, che mai non potei altro imparare, che di zappare, e vangare, ma tu scienziato uomo, dimmi se sai la dichiarazione del mio viluppo, Disse allora Esopo a lui. Attendi grossolano. Se avviene, che un uomo maritato abbia avuto figliuoli dalla mogliera sua, ed ella poscia venuta a morte, egli un’ altra fiata si marita ad altra donna, la quale parimente gli faccia figliuoli; questa seconda moglie de’ figliuoli, che ella averà partorito, e vera Madre; e di quelli, che in casa del marito trova, è Matrigna; però ella i suoi più di questi teneramente ama sempre onde nasce, ch’ella fa molta differenza in allevarli, e nutrirli: conciosiacchè i suoi proprj figliuoli con grandissimo amore, e diligenza nutrisce, e governa; e gli altri trascura, anzi invidiosamente suol odiare, e spesso il cibo lor diminuendo; e levando, lo dà a’ figliuoli, perchè naturalmente la donna i proprj figliuoli con tutto il cuore abbraccia, ed amar gli altri non cura, come cosa aliena, e forastiera. Così la terra è vera madre di quelle cose, che ella per se stessa genera, e produce: e di queste, che tu semini, e pianti è matrigna, [p. 30 modifica]ond’ella alle sue, come legitime, e proprie figliuole dona miglior nutrimento, ed alle da te piantate, e seminate, come aliene, e bastarde, non dà così buono, e nutritivo alimento. Quindi avviene, che più tosto crescono l’erbe, che naturalmente per se stessa la terra produce, che quelle le quali tu vai seminando, e piantando. Piacque questa resoluzione all’ortolano, e molto gli entrò nel capo, e ringraziando Esopo, perchè l’avesse liberato da un gran nuovolo, che già molto tempo gli aveva la mente, ed il cervello tenuto ansia, ed intronato, disse: Or va portati l’erbe in dono: e non solamente queste, ma di quanto nell’orto tengo ogni volta, che bisogno te ne sia, vientene, e pigliane sicuramente quante ti piace, senza alcun pagamento, non altrimenti, come se il giardino fosse tuo proprio, e particolare. Esopo accettata la offerta dell’ortolano, col suo Padrone ritornossene a casa.