Viaggio intorno alla mia camera/Capitolo VII
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Traduzione dal francese di Giuseppe Montani (1824)
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CAPITOLO VII.
Ciò non vi sembra abbastanza chiaro? Ecco un altro esempio.
Un giorno della scorsa estate uscii per andare a corte all’ora assegnatami. Avea dipinto per ore molte; e la mia anima, compiacendosi a meditare sulla pittura, lasciò alla bestia l’incarico di trasportarmi al palazzo del re.
Che sublime arte è la pittura, pensava la mia anima! Felice colui che non è obbligato a far quadri per vivere, — che non li fa nemmeno unicamente per passatempo; — ma che preso dalle grazie, dalla maestà di una bella fisionomia, invaghito degli amabili colori, che la luce spande sovra di essa, si sente spinto ad emular la natura! Felice parimenti il dipintore di paesetti, che sa esprimere sulla tela il sentimento di tristezza, che a lui ispirano una scura foresta, una campagna deserta; che crea mari novelli e nere caverne sconosciute al sole; che fa sorgere a piacer suo boschetti di verde perenne, e brillare sovr’essi il purissimo azzurro de’ cieli; che suscita fosche nubi ove ciò gli talenti, e fa quasi nel turbato aere muggir la tempesta. Altra volta egli offre all’occhio meravigliato le campagne deliziose dell’antica Sicilia, ove tu vedi ninfe smarrite fuggire attraverso le canne i satiri che le inseguono; tempj di maestosa architettura alzar la fronte superba dalla sacra selva che li circonda; vie serpeggianti e silenziose ove l’immaginazione si perde; lontano orizzonte, che si confonde colla volta del cielo; acque limpide e tranquille, in cui questa scena amenissima si ripete. — Or mentre la mia anima tutta era assorta in tali riflessioni, l’altra seguitava ad andare, e Dio sa dove! — In luogo di recarsi alla corte, giusta l’ordine ricevuto, deviò talmente verso sinistra, che al momento in cui la mia anima la raggiunse, essa era alla porta di madama d’Hautcastel, a mezza lega del palazzo reale.
Lascio che il lettore pensi ciò che le sarebbe avvenuto, se entrava tutta sola da una così bella signora!